Dornach, 6 settembre 1920 |
Malattia sociale e socialismo
Paul Baumann introduce la serata di dibattito con una conferenza su 'Malattia sociale e socialismo'. Alla fine di questa conferenza interviene Rudolf Steiner:
Rudolf Steiner: si dovrebbe solo creare un'immagine suggestiva, ma al tempo stesso anche qualcosa che vi consenta di vedere fin dove si spinge la sfacciataggine quando si combatte contro tutto quello che faccio, e come questa sfacciataggine si riversi anche negli scarabocchi di giornali come il Lorcher Nachrichten. È il giornale che viene pubblicato a Lorch, nel Württemberg, Der Leuchtturm (Il faro), in cui è stato pubblicato un articolo dal titolo: 'La triarticolazione rubata'. Basta la sfacciataggine di un articolo del genere, perché un giornale così si caratterizzi proprio come un giornale di sfacciati scarabocchi. Ne faccio menzione per illuminare qualcosa di cui si parla spesso, anche proprio riferendosi ai nostri sostenitori, perché a questo Leuchtturm, che fra l'altro 'porta avanti la battaglia contro il dottor Steiner e la Teosofia' sono abbonati molti dei nostri antroposofi. In una conferenza a Stoccarda ho dovuto caratterizzare pubblicamente l'editore di questo giornale, che in realtà si chiama Rohm, paragonandolo ad una sorta di 'maiale'. Qui vorrei sottolinearlo espressamente, ma al giorno d'oggi, appunto, contro le menzogne che si raccontano con i peggiori motivi per mentire, uno si trova sprovvisto di mezzi diversi da quelli di questo tipo.
E nel Leuchtturm del 1 giugno 1920, sotto la voce: 'La triarticolazione rubata', questo Rohm scrive:
La signora Elisabeth Mathilde Metzdorff-Teschner si presenta in pubblico a Sooden an der Werra con una piccola broschure (il libretto ha il titolo: 3:5, 5:8 = 21:34. Il segreto per riuscire ad estinguere velocemente i debiti), pubblicata a spese dell'autrice. La signora ha qualcosa da dire. Il libriccino tratta idealmente la proporzione divina della sezione aurea e da essa trae una triarticolazione morfologica la cui ripercussione pratica dovrebbe essere la possibilità di estinguere in breve tempo i debiti di guerra del popolo tedesco. Sulle poche pagine di questo scritto appare una sorprendente pienezza di pensieri; si ha l'impressione che la signora abbia scelto le parti migliori della propria sapienza e che le abbia presentate sotto forma di estratto per essere ascoltata, per dimostrare di avere il diritto di essere ascoltata.
Il breve scritto, che ho ricevuto otto giorni fa dal signor Uehli, dà assolutamente l'impressione di essere una scempiaggine assoluta – una scempiaggine assoluta! E se la triarticolazione può essere rubata rubando il numero 'tre', allora ovviamente la triarticolazione può essere rubata molte volte. Comunque una specie di triarticolazione c'è anche in quel libretto, e cioè: Stato, settore culturale, Chiesa. Là è questa, la triarticolazione, e la faccenda della sezione aurea comporta che (sapete, la sezione aurea consiste nel fatto che il tutto si rapporta al grande come il grande al piccolo), che dunque lo Stato (in quanto 'tutto') deve stare al settore della cultura (al grande) come il settore della cultura sta alla Chiesa. In questa 'triarticolazione' assolutamente stupida abbiamo dunque di nuovo lo Stato unitario.
Tavola 5
Poi nell'articolo del Leuchtturm è detto:
Veniamo a sapere quanto segue: c'è un Ordine internazionale per l'etica e la cultura, che è stato fondato da Alfred Knapp, figlio di un parroco, e la cui presidenza oggi è nelle mani del professor August Forel.
- Quel Knapp è un individuo che fa parte proprio delle peggiori correnti partitiche attuali, credo che soggiorni a Zurigo. E ancora:
La signora Metzdorff-Teschner lavorava nella sede di Monaco di questo Ordine alla rivelazione della 'triarticolazione morfologica' secondo la legge della sezione aurea. Ella presentò i risultati delle sue ricerche a diversi enti che le sembravano adatti ad impiegare la sua scoperta a vantaggio del popolo tedesco; fra l'altro all'ufficio stampa governativo del Ministero della guerra di Monaco, all'autore del Principe senza corona, Freybund Nienkamp e ad (una 'società filantropica la cui presidenza si trova a Stoccarda e che si rivelò come la) società Steiner. Questa fantastica 'società filantropica' ebbe in prestito il manoscritto della signora Metzdorff-Teschner per otto giorni; pregò poi di poterlo tenere per quattordici giorni, “perché il capo della società non è sempre presente”; “la richiesta del nominativo di questo capo con l'urgente preghiera di fiducia fu rifiutata”; invece dei quattordici giorni concessi il manoscritto fu trattenuto per quattro settimane. E subito dopo il capo segreto della 'società filantropica' in questione, ovvero il dottor Rudolf Steiner della 'società antroposofica', si presentò in pubblico con un'idea nuova di zecca, quella della triarticolazione dell'organismo sociale.
Insomma: tutto questo è inventato di sana pianta e falso, non c'è una singola parola di verità.
Tutto questo è assoluta follia. Infatti può essere, che quella volta a Stoccarda lo stupido manoscritto sia stato mostrato ad un qualche esaltato, che forse è anche un membro della nostra società; in ogni caso io non l'ho mai visto e non me ne sono neanche mai interessato. E poi questo manoscritto idiota sarebbe stato portato da un qualche esaltato (così scrive la signora Metzdorff-Teschner) ad Amburgo. Ora, la Società Antroposofica di Amburgo non è nemmeno del tutto estranea ad ogni genere di esaltazione. Ma tutto questo non mi interessa, ed è anche del tutto indifferente.
Finora avete dunque sentito dire che la triarticolazione, come la coltiviamo qui, avrebbe avuto origine grazie alla signora Metzdorff-Teschner. L'ultimo paragrafo dell'articolo del Leuchtturm dice ancora quanto segue:
La signora Metzdorff-Teschner accusa dunque il dottor Steiner del furto dell'idea della triarticolazione; il suo libriccino è uno scritto polemico per la priorità del pensiero della triarticolazione, e la cosa più degna di nota in tutto ciò è che la signora Metzdorff-Teschner dice, a senso, così: «Il dottor Steiner non solo ha rubato la mia idea della triarticolazione, ma non l'ha nemmeno capita bene e l'ha guastata, ha fatto di un'idea utile un'idea inutile, che non è adatta ad aiutare il nostro popolo ad uscire dalla crisi, ma solo a riempire il suo portafoglio e quello della sua Società.»
Dunque vedete, qui si cova la grandiosa, geniale idea: “Quello là mi ha preso l'orologio, ma poi ne aveva uno del tutto diverso”. Dunque vedete, oggi si combatte in questo modo. Naturalmente è pur necessario che i nostri amici nelle cerchie più vaste sappiano con quali mezzi oggi si combatte nel mondo. Non è affatto interessante che vada proprio contro di noi, ma alla fine è interessante in quale palude di menzogne ci troviamo oggi nel mondo. E vedete che è necessario che si combatta con la massima serietà contro questa palude di menzogne. Per ora ho potuto constatare che c'è un'intera sfilza di soci della Società Antroposofica di Stoccarda che ogni volta che giornali del genere mi coprono di fango senz'altro, da bravi, si abbonano.
Ora vorrei passare alle altre domande che sono state poste. Per prima la domanda:
I socialisti ripetono sempre ripetere: “L'umanità la si può salvare solo con l'uso della forza”. - Non sembra quasi che questo sia giusto?
Egregi signori, sulla questione dell'uso della forza, del semplice dispiegamento di potere, vorrei dire un paio di parole. Forse non è privo di importanza riflettere proprio oggi su ciò che, basandosi su diversi istinti umani, fa appello a questo uso della forza per creare una situazione che sia degna dell'essere umano. Infatti, in realtà, è interessantissimo seguire in modo social-psicologico questo anelito a risolvere questioni importanti per mezzo della forza. Un pensiero veramente fecondo, ma che purtroppo viene seguito troppo poco, è quello di chiedersi: “Da che cosa dipendono dunque i peggiori fenomeni ed eccessi proprio dell'immediato presente?” Questi fenomeni sono continuati a vivere fin dentro la nostra epoca catastrofica, ma al di sotto della superficie erano passioni latenti, erano represse nostalgie di violenza. Esse venivano represse, e lo stato sociale, la situazione sociale, era come una possente menzogna. Questa menzogna, che attraversava tutto il mondo civile e che veniva repressa, nell'anno 1914 non poté più essere trattenuta. L'intero sistema di menzogne che c'era sotto uno strato sottile proruppe. Gli uomini dormienti, intendo gli uomini dall'anima addormentata, si attenevano a questo strato superiore; lo serbavano per il mondo, lo serbavano per la vita umana, e non credevano a quelli che parlavano di che cosa in realtà si celava al di sotto di questo strato. E oggi è di nuovo così. Oggi, quando si parla di qualcosa di cui è necessario discutere, arrivano gli spiriti della menzogna e scaricano la loro peggiore, più sporca rete di menzogne su quella che vorrebbe introdursi nel mondo come verità. Ma non serve a nulla – l'umanità che vuole seriamente partecipare alla creazione di qualcosa di utile per il risanamento della situazione sociale deve aprire bene gli occhi per vedere che cosa, oggi, stia realmente venendo a galla.
E a questo punto vorrei farvi un piccolo recentissimo esempio, per mostrarvi che cosa succede adesso, dove gli spiriti sono per così dire abbandonati, dove gli spiriti, se possibile, fanno appello all'uso della forza.
Rudolf Steiner dà lettura di un articolo di giornale dal quale risulta che sotto il generale Lüttwitz si procedette con pene corporali e altre misure coercitive contro i connazionali tedeschi. Viene raccontato il caso di un uomo che per aver percorso una via da poco proibita fu chiamato, spinto a terra e infine legato e bastonato. Quando per la punizione della barbara soldataglia vennero chiamate le istanze superiori, l'attore ricevette come risposta che i soldati avevano il permesso di procedere così contro le persone che si contrapponevano loro. Questa risposta era sottoscritta dal comandante stesso.
Rudolf Steiner: Vedete, egregi signori, la civiltà moderna è arrivata a tanto. Come sapete, in Ungheria è stata introdotta la punizione corporale, anche la Polonia ha introdotto la punizione corporale. Vedete dunque che la punizione corporale migra da est verso ovest. E se l'umanità continua a dormire così e se continua a comportarsi come si comporta attualmente, allora appunto non ci sarà nulla da meravigliarsi per tutto ciò cui potremo ancora assistere.
Però, egregi convenuti, viviamo anche in un'epoca che porta avanti discussioni molto strane. Vi darò una piccola prova di questo modo di discutere in cui oggi viviamo. Si tratta di come un pubblicista critica il suo governo. Forse sapete che da quando si è alimentato il sonno fino ad ingigantirlo, quando un uomo dell'opposizione attacca il governo, ricorre ad espressioni taglienti. Non tutte le opposizioni hanno attaccato il governo in modo tanto gentile come per esempio, in certi periodi, l'opposizione radicale austriaca, che, quando scagliava violente accuse contro il governo, le firmava con la dicitura “La fedelissima opposizione di Vostra Maestà”. (Risate) Però da alcuni decenni le cose sono cambiate, e oggi, che moltissime persone hanno nostalgia dell'uso della forza, del potere, si discute pubblicamente designando chi è al governo coi begli epiteti: assassino, imbroglione, truffaldino, delinquente.
Rudolf Steiner legge un ritaglio di giornale su Gustav Noske, governatore della provincia di Hannover.
Queste oggi sono le parole di opposizione che si scagliano contro il governo nei giornali pubblici, e non si fa nulla affinché le persone in carica possano in qualche modo fare qualcosa contro tutto questo. Dunque rendiamoci conto del tono che oggi si usa quando coloro che sono al governo vengono chiamati assassini, imbroglioni, truffaldini, delinquenti di ogni genere.
Intendo dire che i fatti che avvengono qua e là non contraddicono quel che abbiamo spesso detto qui, ossia che stiamo precipitando ad altissima velocità e che in sostanza per le anime non è il momento di dormire. Il contributo degli istinti che hanno nostalgia dell'uso della forza si esprime in queste cose, e si esprime per esempio nel caso, per nulla isolato, Hesterberg, che vi ho letto prima. E si esprime anche in alcune altre cose, in cose che oggi vengono denunciate da tutte le parti del mondo 'istruito' ('istruito' lo metto fra virgolette) da tutte le parti del mondo 'istruito'. E chiedo: “C'è qualcuno che osa ancora credere che si possa descrivere in modo troppo cupo chi oggi parla di tramonto non solo della nostra vita economica, ma soprattutto della nostra vita morale?” Queste cose indicano con assoluta chiarezza che il dominio di quelle forze porta alla situazione malsana che oggi il signor Baumann vi ha descritto in modo così eccellente. Perché queste situazioni malsane si palesano per esempio in cose come l'inchiesta aperta in una scuola elementare di Berlino frequentata da 650 bambini. Qui è risultata la seguente situazione: 161 di questi 650 bambini non hanno né scarpe, né sandali; 142 bambini non hanno vestiti caldi; 305 bambini solo del tutto privi di biancheria o hanno solo stracci; 379 vivono in abitazioni nelle quali non viene riscaldata nemmeno una stanza; 106 vengono da famiglie che non hanno mai il denaro necessario per comprare nemmeno solo i mezzi di sussistenza necessari. 341 bambini su 650 non hanno mai avuto una goccia di latte; 118 hanno la tubercolosi; 48 sono ritardati a causa della denutrizione. Nel corso di un anno, dei 650 bambini ne sono morti 85 a causa di privazioni e di denutrizione. Qui avete il fluire di quella che è l'odierna mentalità, di quella che è l'odierna credenza, negli stati fisici di salute, cioè negli stati fisici di malattia. È ben giunto il momento di ascoltare, quando uno dice che è necessario un sentimento per ciò che è sano, per ciò che ha in sé il sano respiro della vita in senso fisico, animico, spirituale. Ed è importante che noi veramente ci occupiamo di sentire la salute, non che corriamo dietro a cose qualsiasi come la nostalgia dell'uso della forza, che ora al giorno d'oggi veramente vengono dette quando le persone hanno nella propria interiorità degli istinti malsani – indifferentemente dal fatto che vengano dette da ladri e briganti o che vengano dette da funzionari e ministri che sono avidi di potere anche appunto a causa di questi istinti. E questi istinti di potere hanno generato le situazioni malsane. Bisogna appunto riconoscere quale sia oggi la costituzione delle persone e capire che è necessario non fare appello al potere e a cose del genere, ma solo ai presupposti di un vero sentimento di risanamento: allo spirito.
Su quanto esposto da Rudolf Steiner si esprimono fra l'altro Roman Boos e Paul Baumann.
Rudol Steiner: C'è ancora la domanda: Qual è la missione dei piccoli popoli intermedi come i Livoni, gli Estoni, i Lituani, ecc?
Quando oggi si parla dei primi compiti che competono all'umanità, in realtà è necessario parlare di compiti che riguardano l'umanità intera. Infatti siamo in un momento in cui nell'immediato è necessario guardare oltre i ristretti confini statali, oltre i confini fra i popoli, e vedere quali siano i grandi compiti dell'umanità. E quando ho parlato delle svariate differenziazioni fra gli uomini nei Paesi civili, quando ho detto che in Oriente, che però a volte intendo fino all'Asia, ci sia prima di tutto la patria della vita spirituale, (di quella vita spirituale che certamente è venuta alla luce manifestandosi nella sua purezza in tempi antichi dell'evoluzione dell'umanità e che poi è caduta in decadenza e che oggi è in uno stato di decadenza, ma che in realtà continua a vivere come eredità sia in Europa centrale che nelle regioni occidentali), quando ho detto che fin dall'antica Grecia nelle regioni centro-europee sono presenti di preferenza le facoltà di popolo dell'elemento giuridico, statale, quando ho detto che fin dall'inizio dell'epoca più recente nelle regioni occidentali sono presenti di preferenza i talenti del pensare economico, con ciò intendevo dire che in base alla natura di questi popoli che sono disposti nelle regioni in questione emerge la speciale predisposizione per una cosa o per l'altra.
Ma oggi abbiamo il compito di appellarci alla scienza dello spirito, che poi fa emergere nell'uomo le facoltà universali, le triplici facoltà, dobbiamo appellarci alla scienza dello spirito per non continuare a coltivare le cose con questa unilateralità. Oggi dobbiamo ricordare che cosa avviene se l'Orientale rimane unilaterale, dobbiamo ricordare che cosa avviene se l'uomo dei Paesi centrali rimane unilaterale e dobbiamo ricordare che cosa avviene se l'uomo dei Pesi occidentali rimane unilaterale. L'evoluzione, appunto, non può continuare, se continua l'unilateralità. Perciò non si dovrebbe chiedere quale sarà in futuro il compito dei singoli popoli. Non saranno i popoli, ad avere dei compiti – l'umanità avrà dei compiti! È necessario occuparsi dei compiti particolari dei singoli popoli solo per capire meglio questi compiti, solo per capire che questi compiti si sono preparati nel corso della storia e che ciò che è apparso con particolare forza qua o là adesso deve congiungersi alle altre facoltà umane, solo per capire che oggi bisogna dare una forma più universale alle cose partendo appunto da quel che nell'evoluzione umana si è differenziato. È importantissimo occuparsene, perché bisogna conoscere a fondo e con esattezza proprio ciò che è presente in questo modo e che deve essere superato.
Ora, fra quei popoli che in realtà, per così dire, costituiscono la natura di fondo di uno dei tre territori mondiali, sono appunto rimasti, direi, dei 'frammenti di popolazione' di diversa natura.
Non è affatto facile parlare in senso antropologico di questa natura di fondo; solo l'osservazione antroposofica presenta le categorie nel giusto modo. Solo con l'osservazione antroposofica possiamo giustamente dire: “Ciò che si sviluppa in Oriente ha queste facoltà; ciò che si sviluppa in Occidente ha queste facoltà; ciò che si sviluppa nel mezzo ha queste facoltà”. Se procediamo antropologicamente, cioè se guardiamo più a quel che riguarda il sangue, arriviamo subito a domande che sono del tutto non-pratiche, che non fanno riconoscere con alcuna particolare chiarezza un qualcosa di pratico per la vita. Se per esempio si volesse sostituire la dicitura 'est europeo' con 'il popolo russo', così in sostanza si direbbe proprio qualcosa che in realtà veramente non ha alcun significato per la vita pratica. L'importante appunto è che si deve procedere da categorie totalmente diverse da queste categorie puramente antropologiche o etnografiche.
Ora i piccoli frammenti di popolazione hanno naturalmente le più svariate predisposizioni proprio per il modo in cui hanno avuto origine. Osservate, diciamo, un piccolo popolo come lo sono i Magiari, che hanno una specie di natura razziale turanica, ma che hanno attraversato le cose più svariate e che si sono accalcati sul Danubio come un triangolo geografico. Ovviamente, se volessimo occuparci della missione di un simile frammento di popolazione, potremmo stabilire tutte le belle missioni possibili. Ma si dovrebbe di nuovo partire da un punto di vista totalmente diverso, se per esempio si volesse parlare dei Bulgari, in un certo modo imparentati con i Magiari. I Bulgari hanno attraversato una metamorfosi slavizzante; riguardo al sangue, essi sono imparentati con i Magiari, ma riguardo alla lingua e all'etnografia non sono imparentati con i Magiari, cosicché, per così dire, animicamente l'elemento slavo è stato inoculato nel sangue turanico anche per quanto riguarda la lingua. Naturalmente qui arriviamo ad ambiti che vanno osservati da punti di vista assolutamente diversi, se ci occupiamo di questi elementi antropologici non antroposofici.
L'unica cosa che risulta correttamente all'osservazione antroposofica è più o meno questa: prescindendo del tutto da certe cose non provocate dalla storia, che vivono più in questi frammenti di popolazione che nei grandi popoli, in questi frammenti di popolazione vive con grande forza un qualcosa di internazionale, almeno nella predisposizione. E si può ben dire che se ora questi singoli popoli, questi piccoli popoli (spesso sono popoli periferici e altro del genere) se riuscissero a conoscere i grandi compiti dell'umanità, avrebbero la via più facile di tutti gli altri. Per esempio sarebbe straordinariamente bello se gli abitanti dei Paesi baltici si occupassero, proprio come compito internazionale, di portare veramente a dispiegarsi alcune facoltà che hanno in sé. Invece di far ciò, spesso hanno preferito coltivare in sé la reazione più esteriore. E sono allegramente arrivati al punto che, per esempio, relativamente poco tempo fa in un Parlamento baltico è stata di nuovo avanzata la proposta di reintrodurre appieno la schiavitù. Ma, come ho detto, in questi popoli periferici, se essi solo sviluppassero questi talenti, ci sarebbero tutti i presupposti proprio per un elemento cosmopolita, per tutto ciò che si libera dallo sciovinismo. Solo che oggi viviamo in un'epoca in cui l'uomo si annebbia terribilmente volentieri, in cui l'uomo ha la grande nostalgia, una nostalgia inconscia, malsana, di trovarsi in un'atmosfera di annebbiamento e in cui lo aggrada votarsi ad illusioni di ogni genere. Qui poi si parla dell'una o dell'altra missione che ora dovrebbe avere un piccolo popolo o l'altro. Ora, nevvero, è ben possibile che, procedendo antropologicamente, si trovi qualcosa nel fondo dell'anima di popolo. Ma proprio fra i popoli piccoli dovrebbe venire ad espressione questo talento: quello di far confluire i talenti esistenti in favore di un grande stile cosmopolita che ci è tanto necessario.
Devo sempre pensare (forse qui lo posso dire, l'ho detto spesso alle persone più svariate fin dall'inizio della catastrofe bellica) devo sempre pensare come sarebbero andate le cose se a partire dal 1914 il popolo svizzero avesse intrapreso una grande missione internazionale, cosmopolita. Nell'evoluzione spirituale del mondo, l'intraprendere un grande compito di questo genere in un Paese relativamente piccolo sarebbe potuto essere pressapoco come [un punto centrale] attorno al quale ruota qualcosa, come al giorno d'oggi le valute europee ruotano intorno alla valuta svizzera. Ma oggi tutto è come avvolto dalla nebbia e le persone non si occupano di cose che hanno assolutamente valore reale nel momento in cui ce ne si occupa. Ma purtroppo oggi è ancora troppo viva la mentalità che qui dice: “Che compito che ho, per il fatto di far parte di questo o di quell'altro, perché sono nato ad Amburgo, o a Breslavia o a Berlino o a Vienna o a Roma? Quale missione mi è stata attribuita proprio da questo fatto?” È più importante è l'altra domanda: “Quali forze mi dà il fatto di essere nato qua o là, quali forze mi dà tutto questo per la missione comune, internazionale, cosmopolita dell'umanità, oggi tanto necessaria?” Le persone vogliono proprio ingannarsi e così si chiedono cose come: “Che missione ho?” Poi aspettano. Ecco, aspettano pressapoco come l'uomo che teneva la bocca aperta aspettando che ci volassero dentro le colombe arrostite.
Però oggi non si tratta di aspettare la nostra missione, ma deve esserci chiaro che ci troviamo ad un punto dell'evoluzione umana in cui il destino del mondo deve nascere dall'uomo, in cui deve cessare il vecchio chiacchiericcio sulla missione di ciò che non nasce direttamente in modo elementare nell'uomo. Ci troviamo ad un punto dell'evoluzione umana in cui l'uomo è chiamato a dare da sé un contenuto al destino. Se oggi non cominciamo a rinunciare a queste chiacchiere passive su quella che è la nostra missione, o se non smettiamo di continuare ad invocare: “Sì, ma gli dèi devono aiutarci, così non va, questo o quell'altro è ingiusto, qui devono proprio aiutarci gli dèi”, nel momento attuale dell'evoluzione dell'umanità, se non la smettiamo, non andiamo avanti. Oggi è importante che ci sia chiaro che dobbiamo cercare gli dei attraverso l'interiorità dell'uomo (non dico nell'interiorità dell'uomo, ma attraverso l'interiorità dell'uomo) e che gli dèi contano su di noi per essere co-decisori del nostro destino.
Al giorno d'oggi non dobbiamo rispondere alle domande basandoci sull'osservazione dell'una o dell'altra cosa che radichi in un posto o nell'altro: al giorno d'oggi, dobbiamo rispondere alle domande dal punto di vista della volontà. Quelle che un tempo erano domande contemplative oggi sono domande della volontà. Se in passato si è giunti alla contemplazione immergendosi in ciò che risultava alla riflessione, oggi occultamente abbiamo il compito di accogliere nella nostra volontà quello spirito invisibile e sovrasensibile, affinché nell'umanità nasca ciò che va oltre tutte le singole barriere. Le strutture statali esterne hanno spinto le cose ad un punto tale per cui oggi i confini si possono già varcare a stento. Se continuiamo sempre a ripetere: “Che compito ha questa o quella parte di popolazione?” fissiamo tali confini nel nostro spirito e non riusciamo a superare questi confini per afferrare il compito generale dell'umanità.
In sostanza (anche se è terribile) è perfino meno importante che qui ci siano i confini che ora si valicano con così tanta difficoltà, i confini per i quali si è combattuto in modo così sanguinoso nello spazio esterno. È terribile, ma per l'evoluzione dell'umanità è ancor peggio se configuriamo le nostre teste in modo da chiederci: “Qual è la missione di questo frammento di popolo? Che missione ha quel frammento di popolazione?” Dobbiamo superare i confini. Dobbiamo dissolverli. Dobbiamo trovare l'elemento comunemente umano. Perciò la cosa più importante è che innanzitutto ci poniamo intenzionalmente su questo terreno dell'elemento umano comune. Qui poi si può dire: coloro che non appartengono ad un grande popolo hanno la meglio, perché se riflettono sulle forze più profonde, potranno contribuire molto all'internazionalizzazione e alla cosmopolitizzazione dell'umanità.
È questo, prima di tutto, il compito di quelli che in un certo senso si possono chiamare 'i piccoli Stati' o 'gli Stati periferici' o altro del genere.
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