Logo tripartizione   
 eventi   newsletter Newsletter!  contatti   cerca 
  
 Bibliografia 

 

Articoli - Saggi


Amministrazione del denaro e sviluppo di associazioni
Denaro e capacità di bramosia nella X conferenza de "I capisaldi dell'economia"[*]

05/2018

Stephan Eisenhut

Il cardine per un rinnovamento della vita economica è lo sviluppo di organi che permettano di osservare la formazione dei prezzi sui diversi mercati e che permettano a produttori, commercianti e consumatori di discuterne. Uno dei problemi fondamentali del movimento per la tripartizione sociale è che finora non è riuscito ad indicare una via plausibile per lo sviluppo di questi organi, che Rudolf Steiner chiama "associazioni". Questo articolo mostra come sia possibile lo sviluppo di associazioni attraverso l'istituzione di un'amministrazione del denaro decentrata.


Lo sviluppo di associazioni è il tema centrale de "I capisaldi dell'economia"[1]. Ai tempi di Rudolf Steiner vi sono stati tentativi pratici di sviluppare associazioni tramite un'amministrazione comune del capitale. Questo fine avrebbe dovuto essere raggiunto nel 1920 con la fondazione del "Kommende Tag", una società per azioni che si prefiggeva di favorire i valori economici e spirituali[2]. Il "Kommende Tag" stesso però non era ancora un'associazione. Le imprese che ne facevano parte avrebbero dovuto tuttavia diventare punti di cristallizzazione per lo sviluppo di associazioni. Questa iniziativa fallì a causa di inconvenienti esterni ed interni. Rudolf Steiner non ebbe la possibilità di avventurarsi in un secondo tentativo. Le sue argomentazioni nel CdEN suggeriscono che questo secondo tentativo si sarebbe avvalso proprio della creazione di strutture decentrate di amministrazione del denaro. Queste strutture indubbiamente esigono dagli iniziatori una comprensione approfondita del denaro. Nel CdEN sono stati sviluppati in questa direzione pensieri davvero fondamentali. L'aspetto tragico è che anche in cerchie di imprenditori antroposofi è stato rivolto a questo aspetto al massimo un interesse animico di sentimento. E' essenziale invece sviluppare un interesse che possa sfociare in un'azione pratica e che vada oltre gli interessi della propria impresa.

Il Sardex - un'iniziativa pratica

In Italia, e più esattamente in Sardegna, sta prendendo piede da alcuni anni un'iniziativa che attraverso lo sviluppo di un'amministrazione indipendente del denaro, partendo da punti di vista esclusivamente economici, presenta una via possibile per la nascita di strutture associative: si tratta della moneta complementare "Sardex", introdotta nel 2009 in Sardegna, che da allora ha unito alcune migliaia di imprese piccole e medie ed ha stimolato in dieci altre regioni italiane la nascita di iniziative gemelle, le quali introducono circuiti di denaro di compensazione indipendenti, seguendo lo stesso modello.

La creazione di una moneta complementare di per sè non è la novità che contraddistingue queste iniziative. Iniziando dal "WIR" svizzero, che è amministrato da una propria banca, fino ad arrivare al "Chiemgauer"[3], ne esistono diversi interessanti tentativi[4]. Il "Sardex" tuttavia non è un progetto solo economico, ma altresì culturale. Non vuole semplicemente convincere impresari, commercianti e consumatori del vantaggio economico di una tale moneta di compensazione - senza il quale vantaggio il progetto sarebbe solo idealistico e sarebbe destinato a scomparire in tempi brevi. I fondatori hanno anche cercato fin dall'inizio di creare nuove forme di comunità, attraverso le quali possano trovare una risonanza tra i partecipanti al sistema "Sardex" anche i valori di un'economia sostenibile. Il sistema è innanzitutto piuttosto semplice: l'impresa che vuole far parte del "Sardex" apre un conto presso il gestore. Quest'ultimo verifica se il nuovo partecipante dispone di un modello imprenditoriale sensato che possa anche integrarsi nel circuito del "Sardex". Se è così, il nuovo partecipante può valersi da subito, entro certi limiti, delle prestazioni di altri iscritti. Sul conto digitale dei partecipanti che vendono prestazioni viene fatta quindi una registrazione positiva, mentre sul conto dell'acquirente vengono segnate registrazioni negative corrispondenti. La comunità dei partecipanti garantisce così un credito allo scoperto. Se l'acquirente ora vende prestazioni proprie, il suo conto viene rimesso in pari. In questo modo si crea denaro senza bisogno di crediti in Euro. L'Euro serve solo da unità di calcolo (1 Euro = 1 Sardex). Proprio questo è stato nel 2009, dopo la crisi finanziaria, un grosso vantaggio, dato che in Sardegna praticamente non furono concesse linee di credito alle imprese. Ne fu vittima l'imprenditoria nell'economia interna, benché fossero presenti sia le persone dotate di capacità e dei mezzi di produzione corrispondenti, sia la necessità reciproca.

I gestori del "Sardex" organizzarono inoltre un sistema di agenti mediatori (Brokers) che osservano il mercato dei partecipanti al "Sardex" e informano soprattutto i nuovi partecipanti presso quali altri associati possa esservi una domanda per le loro prestazioni. In questo modo fu possibile creare in tempi brevi nuove e fruttuose relazioni imprenditoriali. Infatti perché il sistema possa funzionare è importante che deficit o crediti maggiori si accumulino solo per tempi brevi e vengano compensati velocemente tramite affari in direzione contraria. Per questo per i gestori fu importante sin dall'inizio che la crescita delle imprese coinvolte si verificasse in modo armonioso. Se ad esempio vi erano troppe richieste da parte di avvocati, si dovette limitare momentaneamente l'accesso a questo gruppo professionale. In caso contrario gli altri partecipanti non sarebbero più stati in condizioni di produrre contraccambi sufficienti.

La finalità del "Sardex" consiste dunque nel generare denaro d'acquisto partendo da processi del tutto reali di prestazioni reciproche. In senso steineriano, il "Sardex" è un sistema di amministrazione del denaro e non un'amministrazione di capitale. Per l'amministrazione del denaro è importante mantenere la capacità di circolazione dello stesso; proprio questa infatti sta alla base del suo valore. Il valore del denaro sta nella circolazione e non nell'accumulazione, come uno dei fondatori, Franco Contu, ha dichiarato alla rivista "L'Espresso"[5]. Qui il denaro è generato da processi di registrazione, effettuati da un prestatore di servizi, per una comunità di imprese e per i loro collaboratori. Non ci si occupa però soltanto dell'aspetto tecnico, ma anche sia dell'osservazione che della configurazione del mercato. Proprio in questo punto si può vedere un germe per la formazione di associazioni. Con il "Sardex" è stato creato un modello economico che è contemporaneamente un modello umano, come sottolinea uno dei fondatori, Giuseppe Littera. Il "Sardex" non è neppure lontanamente una semplice piattaforma elettronica. E' piuttosto una rete di rapporti umani diretti che, con l'ausilio di agenti mediatori che affrontano le difficoltà quotidiane delle imprese, facilita lo scambio[6].

Visione d'insieme

I pensieri espressi nelle conferenze VIII-XIV de "I capisaldi dell'economia" concernono la questione del denaro come tema centrale. Soprattutto nelle conferenze VIII, X, XII e XIV emergono aspetti sempre nuovi del denaro.

L'VIII conferenza è stata già trattata esaurientemente in questa serie di articoli[7], in cui si è mostrato come il denaro diventi un problema giuridico quando si crea la possibilità di utilizzarlo come riserva di valore e quindi di sottrarlo alla circolazione. Anche i gestori del "Sardex" hanno riconosciuto questo problema. Dato che amministrano il denaro partendo dalle necessità della vita economica e che inoltre il "Sardex" collega solo imprese piccole e medie, si riesce a neutralizzare questo problema.

Nella XIV conferenza del CdEN, di cui si dovrà ancora parlare in questa serie di articoli, il tema centrale sarà "il denaro come contabilità fluida". Poiché il "Sardex" si genera, circola e scompare esclusivamente sotto forma di registrazioni contabili, si riconosce anche qui un parallelismo. E' ben vero che Steiner si chiede inoltre come ottenere che la creazione sostanziale di valore del processo economico sia realmente rispecchiata nel denaro. Infatti solo così il denaro può convertirsi in uno strumento di misura obiettivo per il valore. Il "Sardex" finora ha dovuto ancora attenersi all'Euro. - Nella XII conferenza il tema centrale è "l'invecchiamento del denaro". Anche di questo tema si occupano i gestori del "Sardex". Questa moneta ebbe inizio con un circuito di pagamento tra imprese. In una seconda fase di sviluppo vi si aggiunse un secondo circuito di pagamento: le aziende poterono pagare ai loro dipendenti una parte del salario in "Sardex". In una fase ulteriore è previsto un terzo circuito tra prestatori d'opera (dipendenti) ed organizzazioni ONLUS. I conti dei collaboratori verrebbero gravati da un tasso d'interesse negativo, che sarebbe accreditato ad un conto comune per organizzazioni non a scopo di lucro. Un aspetto interessante è che nella bibliografia sul "Sardex" si è notato che questo pensiero si trova già nella teoria del denaro di Rudolf Steiner[8]. Il punto di partenza di Steiner è tuttavia concepito in modo un po' più complesso: egli vuole evitare che il denaro d'acquisto che viene pagato come stipendio perda in valore nel periodo in cui non viene tesaurizzato e rimanda qui alla possibilità dell'invecchiamento del denaro di prestito[9]. A questo scopo però l'amministrazione del denaro e quella del capitale devono essere separate in modo chiaro.

Nella X conferenza, che è l'oggetto d'osservazione di questo studio, Steiner sviluppa un aspetto che non è presente nel "Sardex" e che praticamente non viene considerato neppure nella letteratura sulla Tripartizione. Ad un'osservazione più precisa si tratta della domanda: in che modo il denaro acquisisce un proprio peso? I gestori del "Sardex" mostrano nella pratica che il denaro si può generare dalla contabilità. Questo denaro però non ha peso, ha origine in un certo senso dalla leggerezza. Ciò è possibile solo fino a quando questo denaro rispecchia soltanto le relazioni economiche nell'ambito delle imprese piccole e medie. Se però un giorno dovesse essere incluso in un tale sistema finanziario anche l'ambito delle imprese maggiori attive a livello internazionale, sarà importante riconoscere anche le forze che possono conferire peso al denaro. In un primo tempo è difficile capirne il motivo. Tuttavia è molto importante riconoscere queste forze, affinché possano essere prese in considerazione nella configurazione del processo economico da parte dell'uomo. Se non vengono riconosciute, esse agiscono tuttavia nella vita sociale, ma devono allora agire in senso distruttivo.

Come il lavoro mette in movimento il valore

La X conferenza inizia con la questione del rapporto tra lavoro economico e l'oggetto di valore economico. Quest'ultimo, la merce che viene scambiata sui mercati, nasce dall'elaborazione delle sostanze naturali. Il lavoro in sé secondo Steiner non avrebbe un valore economico diretto, ma sarebbe il motore di questo valore. Nella VII conferenza Steiner aveva caratterizzato il lavoro come il più importante fattore di quiete. L'acquistare, prestare e regalare invece vennero descritti come i fattori propulsori o animatori del processo di economia politica. In che modo allora il lavoro, che di per sé stesso è un elemento in quiete, dà movimento al valore? Il lavoro non deve essere considerato come qualcosa di astratto, perché dietro ad ogni lavoro c'è un uomo ben concreto con le sue necessità ed i suoi interessi. Nella X conferenza si vede che Rudolf Steiner non ha assolutamente l'intenzione di negare l'uomo comune, che attraverso le sue necessità ed i suoi interessi deve anche essere egoista. Già per il fatto di agognare una merce determinata, sia che si tratti di un pezzo di pane o di un prodotto di consumo tecnicamente sofisticato, l'uomo comune si inserisce nel processo economico da egoista[10]. Infatti egli vuole avere qualcosa per sé. Questo non solo è giusto, ma è anche necessario. Se egli vuole soddisfare in modo efficiente le sue necessità, deve aspirare ad avere successo nella sua attività economica.

Questa concezione sembra essere in contraddizione completa con ciò che Rudolf Steiner aveva indicato nella III conferenza e che aveva condotto all'affermazione seguente: "Da quando si è sviluppata la moderna ripartizione del lavoro, l'economia politica non ha altra scelta che eliminare radicalmente l'egoismo in rapporto all'attività economica"[11]. Mentre qui si trattava apparentemente di eliminare l'egoismo, nella X conferenza lo stesso egoismo viene introdotto come forza propulsiva. Forse che Rudolf Steiner qui abbia di colpo cambiato rotta e si sia messo sulla linea della "teoria della libera economia di mercato"?

Ad un'analisi più attenta tuttavia non è l'egoismo, ma la capacità di bramosia dell'anima umana, che Rudolf Steiner innalza a forza motrice del processo di economia politica. Questa forza motrice animica può rendere sempre più egoista l'uomo, se deve agire isolato dalla vita sociale. I teorici dell'economia di mercato per questo aspirano proprio a configurare la struttura sociale in modo che il singolo individuo debba cercare il suo vantaggio isolatamente dagli altri. Questo però conduce di necessità a conseguenze sociali devastanti. La capacità di bramosia però può diventare benissimo anche una forza utile alla vita sociale e precisamente quando la struttura sociale è organizzata in modo che il singolo possa pareggiare i suoi legittimi interessi personali con gli interessi degli altri. Per raggiungere ciò sono necessarie da un lato le associazioni, entro le quali il singolo può venire a conoscenza degli interessi degli altri, dall'altro lato è indispensabile avere un senso per l'intero svolgimento del processo economico, avere un "senso comune obiettivo"[12]. La cosa che sorprende nei gestori del "Sardex" e che quasi li contraddistingue, è che, mossi dalle loro aspirazioni spirituali individuali, hanno sviluppato un tale senso, capace di superare di gran lunga l'utilità del singolo, e che lo considerano come l'elemento centrale della loro iniziativa.

Questo "senso comune obiettivo", che si contrappone al "senso egoistico" come forza di pareggio, ha il suo punto d'origine nella vita spirituale individuale, mentre lo sviluppo degli organi associativi deve nascere dalla vita economica. Per questo Rudolf Steiner, alla fine della X conferenza, può constatare:

Ma non appena il sistema associativo s'inserisca nel processo economico, l'interesse personale diretto verrà messo da parte e si attiverà invece la visione generale del processo stesso; nella formazione del giudizio economico sarà presente anche l'interesse degli altri. Senza di ciò un vero giudizio economico non può formarsi; sicché dai processi economici veniamo spinti alla reciprocità tra uomo e uomo e a ciò che si sviluppa in seguito da tale reciprocità, vale a dire all'obiettivo senso della comunità che opera nelle associazioni. Senso della comunità che non proviene da qualche misterioso fluido moralizzante, ma dalla vera conoscenza delle necessità del processo economico.[13].

Il profitto come forza motrice

Nella X conferenza Steiner presenta l'aspirazione al profitto come un impulso economico del tutto naturale. Chi crea con il suo lavoro un prodotto di consumo che risponde al fabbisogno di altri uomini, aspira ovviamente ad un profitto. Egli infatti non può fare a meno di ricevere con la vendita una controprestazione dello stesso valore. Chi sviluppa un interesse per il decorso del processo economico nel suo insieme constaterà che sorge un vantaggio comune solo se prestazione e controprestazione possono essere scambiate in modo giusto. Il punto di partenza di ogni aspirazione economica è la bramosia umana. E' questa infatti che deve essere soddisfatta. I risultati che si otterrebbero se tutti lavorassero solo per le proprie necessità, sarebbero di gran lunga inferiori a quelli ottenuti lavorando gli uni per gli altri. Il profitto si genera dal lavoro svolto gli uni per gli altri e non gli uni contro gli altri, come pretende l'ideologia della libera economia di mercato. Coloro che producono o distribuiscono merci per soddisfare i bisogni altrui, aspirano ad ottenere il denaro delle persone che secondo loro hanno bisogno delle merci che offrono. Coloro che hanno soldi in tasca ed aspirano a possedere una merce, in quel momento sono interessati più alla merce che al denaro. Con lo scambio sia gli uni che gli altri ottengono un profitto per il semplice fatto di trovarsi in un diverso contesto economico[14]. Questo processo si capovolge solo quando singoli individui perseguono posizioni di potere per sfruttarle a proprio vantaggio. Solo questa forma di bramosia di profitto agisce in senso dannoso.

La cosa diventa particolarmente grave quando i proprietari di imprese dotate di solide finanze fanno valere la loro influenza sulle decisioni politiche e provvedono a far orientare il diritto secondo i propri interessi. Si potrebbe quindi concludere che Steiner persegua una variante radicale dell'ordoliberalismo. Quest'ultimo infatti si chiede in che modo nascano posizioni di potere e come possano essere disgregate. I pensatori ordoliberali però difficilmente potranno accettare l'idea che i movimenti dei prezzi vengano osservati e discussi in comune da produttori, commercianti e consumatori riuniti in associazioni.

Tuttavia non solo il lavoro, ma anche lo spirito che lo organizza muove il valore economico nazionale. Lo "spirito umano che agisce nel capitale"[15] è l'istanza che poi fa proseguire il movimento. Anche questo "spirito umano" aspira, com'è ovvio, ad ottenere un profitto, se si avventura in un'attività economica. Per poter svolgere la sua attività deve prendere in prestito il capitale. Chi è attivo in campo solo spirituale aspira ugualmente al profitto; anch'egli spera che il suo impulso, diretto alla realizzazione di uno sviluppo futuro, trovi riconoscimento e venga retribuito. Dal punto di vista dell'economia nazionale gli onorari di questo tipo sono donazioni.

Movimento originato dalla sfera del capitale

Poi però Rudolf Steiner nella sua introduzione alla X conferenza descrive un ulteriore movimento di senso opposto a quello dell'acquistare, prestare e donare. Questo movimento, che sorge direttamente dalla sfera del capitale, inizia con il capitale del commercio, passa attraverso il capitale di prestito e sfocia nel capitale industriale. Steiner qui riprende un pensiero che aveva sviluppato alla fine della IX conferenza[16]. Anche alla base di questo movimento vi è la capacità umana di bramosia. E anche qui l'importante è se il movimento possa essere mantenuto nel flusso del processo economico nazionale o se invece ne venga escluso.

Il capitale commerciale è la forma originaria di costituzione di capitale. Non si genera per il fatto che lo spirito umano organizza il lavoro attraverso invenzioni tecniche, ma dall'osservazione del dislivello economico che ha origine perché nella sfera economica[17] ogni uomo si trova in un luogo diverso. In una località determinata può esservi un eccesso di beni, in un'altra una penuria. Il commerciante ha il compito di osservare questi dislivelli e di produrre il pareggio adeguato. Anche per lui la prospettiva del profitto è la forza motrice. Anche questo impulso è non solo esente da problemi, ma anche necessario quando si tratti di pareggiare i dislivelli realmente presenti. Ne deriva sempre per le persone implicate una situazione che è d'utilità per entrambe le parti.

Il capitale commerciale trapassa nel capitale di prestito. Con l'inizio dell'era moderna venne messo a disposizione dello spirito inventivo tecnico sempre più capitale di prestito, di modo che questo poté trasformarsi in capitale industriale. così facendo però venne creata una nuova dinamica. Non si trattava più di pareggiare semplicemente i dislivelli che nascono attraverso le necessità e le costellazioni presenti in luoghi differenti, ma anche di abbassare i costi attraverso un'organizzazione del lavoro sempre più razionale.

Abbiamo quidi un movimento che inizia con il lavoro sulla natura, viene poi assunto dallo spirito che organizza il lavoro e infine dovrebbe sfociare nell'agevolazione della libera attività spirituale. A questo movimento se ne oppone un altro che parte dal capitale commerciale, trapassa nel capitale di prestito e sfocia nel capitale industriale. Questi due movimenti sono necessari, ma possono trasformarsi facilmente in processi distruttivi se si dispiegano in modo sfrenato. Rudolf Steiner ha mostrato già nella V conferenza come il movimento che conduce al capitale di prestito, anziché essere consumato come denaro di donazione, possa sfociare in un commercio con i diritti sulla natura (possesso terriero e dei mezzi di produzione). Il capitale allora "ristagna" nella natura e diventa una forza dannosa per la vita economica. Diventa altrettanto dannoso se il movimento che passa per il capitale di prestito e sfocia nel capitale industriale viene stimolato in maniera unilaterale. Ne segue di necessità una sovraproduzione con tutte le sue conseguenze per l'uomo e l'ambiente. Una delle cause principali della prima guerra mondiale può essere vista nel fatto che nell'Impero tedesco, anche tramite l'influenza politica, la formazione di capitale industriale fu resa unilaterale, mentre in Inghilterra, la patria della rivoluzione industriale, gli uomini restarono maggiormente legati alla qualità del capitale commerciale. Attualmente abbiamo la situazione che l'occidente di lingua inglese si è specializzato in misura determinante nel commercio con diritti di proprietà, mentre la Germania e gli stati dell'estremo Oriente traggono la loro forza dalla formazione di capitale industriale[18].

Il denaro come merce

Con il corso successivo di pensieri della X conferenza, Rudolf Steiner dirige l'attenzione sul baratto. Il commercio può verificarsi anche senza l'intervento del denaro come mediatore di scambio. Tuttavia, secondo Steiner, anche attraverso l'introduzione del denaro il baratto non viene superato del tutto. Esiste allora uno stadio di transizione tra l'economia del baratto e l'economia del denaro. Fa parte dell'economia di denaro, che nasce con il sorgere del capitalismo, non solo il fatto che il commercio tenda a pareggiare le diverse situazioni degli uomini, ma anche il fatto che lo spirito umano inizi ad organizzare sempre di più il lavoro umano. Nella IV conferenza Rudolf Steiner ha mostrato come il denaro divenga uno strumento dello spirito, affinché questo possa organizzare il processo economico. Nella X conferenza torna a parlare dell'economia di baratto del tutto primitiva, in cui lo spirito organizzativo dell'uomo non è ancora attivo in questo senso. Sorprende a tutta prima il fatto che Steiner ora descrive la nascita del denaro dalla merce. Un semplice prodotto naturale, come ad esempio i piselli, può diventare denaro - per il solo fatto che gli uomini lo usano come tale. Se poi lo stato emettesse delle leggi che determinano che è possibile barattare qualsiasi cosa con i piselli, questi si convertirebbero in denaro.

Fig. 1. Dall'alto in basso: Elektron scheggiato ritrovato in Asia minore (circa 700 a.C. o anteriore; Geldmuseum der deutschen Bundesbank). - Elektron battuto, Lidia (650-561 a.C.) - Moneta d'oro con toro e leone del re lidico Creso, considerato l'uomo più ricco della sua epoca e l'inventore del nostro sistema monetario (561-546 a.C.; Sunflower Foundation Zürich; money-museum.com).

In questo modo Rudolf Steiner riprende in una volta sola due aspetti della storia del denaro: la sua nascita dalla merce e l'intervento dello stato politico. In certe culture antiche effettivamente erano utilizzate come denaro determinate merci che presentavano requisiti favorevoli a questo scopo. Particolarmente ben documentato è il cacao come moneta nell'America centrale. I Maya pagavano ancora con i semi del cacao fino al 600 d.C., lo stesso vale per gli Aztechi alcuni secoli più tardi[19]. I semi del cacao, grandi circa come una mandorla, essendo leggeri, maneggevoli e di buona durata hanno molto in comune con le monete. In quasi tutte le regioni della terra si trovano esempi di un tale semplice denaro-merce. E' chiaro che in queste culture non si può ancora parlare di un intervento dello stato in senso stretto. Un sovrano azteco può avere determinato che i semi di cacao devono essere l'unico mezzo di pagamento del regno. Poiché però i semi di cacao erano richiesti comunque dappertutto, un tale decreto avrebbe avuto lo stesso risultato di un'ordinanza per l'obbligo di sorgere del sole.

Anche per l'evoluzione verso il denaro-moneta vi è una linea di sviluppo che rimanda all'origine del denaro dalla merce. Infatti le popolazioni della Ionia e della Lidia in Asia minore utilizzarono a lungo per pagare ammassi di metallo rozzo, da cui venivano staccati e poi pesati dei pezzi. Dal 650 a.C. in poi furono in uso piccoli pezzi d'argento e d'oro a forma di fagiolo, corrispondenti a unità di peso comprese tra 0,13 e 20 grammi. Questi pezzi fatti a mano riportavano delle marcature che sostituivano il controllo materiale da parte dei commercianti[20]. Sembra quindi che uno dei motivi della nascita di denaro marcato fosse il dotare un materiale prezioso di una forma che permettesse rapidamente ai commercianti di riconoscerne il valore.

Vi è tuttavia una linea di sviluppo del tutto diversa, che conferma l'origine del denaro dal sacrificio rituale. Lo studioso dell'antichità Bernhard Laum ha esposto questa tesi nel suo libro "Heiliges Geld" (Denaro sacro), apparso nel 1924. In contrapposizione alle monete coniate in Lidia, il valore materiale delle monete coniate in Grecia a partire all'incirca dal 600 a.C. aveva solo un'importanza marginale. Questo può derivare anche dal fatto che in Grecia i giacimenti di metalli nobili erano molto meno numerosi che in Lidia. Comunque l'aspetto più importante è che i segni impressi al materiale della moneta ricordavano agli uomini i processi animico-spirituali dai quali questo tipo di denaro aveva avuto origine. Tutti questi segni rimandano ad un culto sacrificale legato alla venerazione della divinità: sacrifici animali, strumenti sacrificali o anche simboli di fertilità. Inoltre vi erano zecche all'interno del tempio[21].

Il contrasto tra il denaro-moneta lidio e quello greco può essere dunque visto nel fatto che in Grecia l'amministrazione del denaro passò progressivamente dai templi allo stato, mentre in Lidia i commercianti ottennero un'immensa pienezza di poteri attraverso il denaro creato dal basso a partire dalla merce, potendo strappare alla nobiltà il suo dominio fondato sulla determinazione divina. Il commerciante più ricco, che si concedeva l'esercito di mercenari più potente, aveva così la possibilità di innalzarsi a "tiranno" - nel senso di un dominatore non legittimato sul piano dinastico o trascendentale[22]. Poiché le culture antiche erano collegate le une alle altre attraverso le vie del commercio e quindi anche le differenti forme di denaro si incontravano, erano poste già allora le basi per la controversia di cui parla Rudolf Steiner nel CdEN: tra i sostenitori del metallismo, che intendevano ricondurre il valore del denaro al suo valore commerciale, ed i sostenitori del nominalismo, che intendevano attribuire al denaro solo un valore simbolico[23].

Fig. 2. Stateri, 480 a.C., Crotone. (Sunflower Foundation). Faccia anteriore: treppiede con zampe di leone. Faccia posteriore: aquila in volo.

Il denaro come contabilità

In Grecia, come precendentemente in Egitto e in Babilonia, molto tempo prima dell'introduzione del denaro come moneta vi erano banche che tenevano conti di debito e di credito[24]. Esisteva quindi una forma di economia del denaro premonetaria, in cui il denaro aveva origine da semplici registrazioni su tavole d'argilla. Che il denaro potesse essere concepito come un simbolo si basava anche sul fatto che la tecnica di questa semplice contabilità si era sviluppata all'interno del tempio come atto religioso e fu secolarizzata solo nel corso dell'evoluzione. I templi erano i luoghi in cui gli uomini apprendevano la capacità di registrare le realtà esterne contando, misurando e pesando. Ciò è documentato nel modo migliore per la Mesopotamia, dove questo sviluppo ebbe inizio attorno al 3000 a.C. e già entro il 2000 a.C. aveva creato un sistema per la registrazione contabile quasi completa dei movimenti delle merci e delle operazioni commerciali. La contabilità centrale fu ampliata fino all'assurdità per poter registrare ogni dettaglio in modo pressoché completo[25]. I sacerdoti tuttavia non tenevano i conti a proprio vantaggio, ma in nome degli Dei. Il banchiere capo, secondo l'espressione di Paul Einzig, era il Dio solare stesso[26]. L'egoismo dell'uomo fu domato proprio grazie a questo suo collocamento in un contesto rituale-spirituale.

Attraverso questa tecnica di contabilità fu possibile concedere crediti e cancellare debiti senza la necessità di usare monete o cartamoneta. Metalli come l'argento furono utilizzati principalmente come unità di misura per stabilire i prezzi. Benché fosse anche possibile pagare debiti in argento, questo non era tuttavia coniato come denaro. Inoltre a quei tempi era in realtà possibile pagare i debiti con qualsiasi merce scambiabile[27]. Il denaro, che comparve in queste culture come registrazione, non aveva bisogno di un corpo materiale, ma serviva come unità di calcolo e tecnica centrali, attraverso le quali poteva essere rappresentato il rapporto tra debitori e creditori e potevano essere calcolati gli affitti per i mezzi di produzione - principalmente la terra coltivabile - messi a disposizione dal tempio.

Fig. 3. Tavoletta d'argilla datata tra il 2350 e il 2150 a.C. proveniente dalla Mesopotania (Sunflower Foundation Zürich). Vi è riportata l'enumerazione di diverse merci: orci d'olio, pani e determinate quantità di farina.

Una tale economia, altamente centrata sulla divisione del lavoro, era praticabile solo in epoche in cui gli uomini si sapevano uniti in un contesto religioso-spirituale. Questo contesto andò perso con il progresso della secolarizzazione. Le tecniche di computo rimasero nelle mani di coloro che si consideravano prescelti dalla divinità ad amministrare i beni, ma che esercitarono sempre più questa attività - come i commercianti - per il puro interesse personale. In Grecia, prima delle riforme soloniche del VI secolo a.C., un gran numero di contadini caduti in miseria a causa dei debiti, erano finiti alle dipendenze dei grossi latifondisti oppure - per trasferimento dei debiti - del sovrano stesso[28][29]. Il denaro si diffonde come moneta solo quando ha inizio la possibilità di dare una costituzione giuridica alla comunità politica, annunciando un passo qualitativo nell'evoluzione della coscienza umana. Al posto dei legami basati sulle dipendenze individuali sorsero ora legami del cittadino con le istituzioni statali. Parallelamente al "regredire della fede nell'affidabilità del diritto divino" si verificò il "regredire del dominio della vecchia aristocrazia"[30]. L'amministrazione del denaro, che di fatto già da tempo era uscita dai templi, venne ora assunta dallo stato politico.

Entrambe le linee di sviluppo del denaro sfociarono nella sua amministrazione attraverso lo stato. Nell'epoca dell'anima razionale (VIII sec. a.C. - XV sec. d.C.) la coscienza della personalità terrestre si è emancipata. Parallelamente la vita giuridica e quella economica si sono separate dalla vita spirituale, senza ancora costituire di per sé un'unità. L'amministrazione statale del denaro raggiunse un culmine nell'Impero romano. Con il denaro, che era coniato quasi esclusivamente a Roma, lo stato riforniva tutto l'impero. Dal Portogallo al Golfo persico, dalla Scozia all'Africa del Nord si pagava con la stessa moneta[31]. Solo con la separazione della vita economica e della vita giuridica verificatasi nell'era moderna l'amministrazione del denaro attraverso lo stato è diventata un problema.

In corrispondenza delle due linee di sviluppo del denaro si formarono due capacità dell'anima decisive per lo sviluppo della personalità. Il pensiero razionale fu esercitato nei templi e si manifestò in seguito sempre più come capacità della singola personalità.

Dall'altro lato l'uomo che ambiva sempre più a beni terreni si liberò dalle catene dell'antica vita spirituale. Questa capacità dell'anima umana di ambire beni terreni fu designata già da Platone e da Aristotele come capacità di bramosia. Furono proprio i mercanti a non considerare comandamenti e forme religiose e a cercare le proprie vie. Corrispondentemente l'importante per loro non è il lato spirituale, ma quello materiale del denaro. Se il denaro viene accumulato, ne ha origine un'immensa pienezza di poteri che, come abbiamo visto in precedenza, in passato permise addirittura l'assunzione del dominio politico. Per questo Platone ed Aristotele consideravano il commercio con il massimo scetticismo, soprattuto quando degenerava in "arte dell'arricchimento" (Crematistica). Infatti la capacità di bramosia deve essere inserita in una connessione spirituale, se gli impulsi del singolo che provengono da questa capacità non devono diventare dannosi per la comunità[32].

Fig. 4. Denaro d'argento romano (44 a.C.; Sunflower Foundation). Giulio Cesare fu il primo romano che osò far rappresentare i suoi tratti individuali su una moneta. Così facendo ruppe con un tabù religioso antichissimo, che già al tempo dei Greci impediva di immortalare su di una moneta l'effigie di un mortale. Il primo uomo in assoluto ad osare ciò fu Tissaferne (circa 445-395 a.C.), il quale dopo aver sottomesso il re Creso divenne governatore della Lidia.

Perché allora Rudolf Steiner nella X conferenza fa derivare l'origine del denaro dalla merce e nella conferenza seguente lo mette in rapporto diretto con il bramare dell'anima e con l'aspirazione ad ottenere un profitto? E' possibile dedurne il motivo solo dal quadro complessivo dell'intero ciclo di conferenze. Nella XIV conferenza Steiner sviluppa il pensiero della valuta naturale, che deve sostituire la vecchia valuta fondata su una sostanza materiale. Costituiscono la base della valuta naturale i mezzi di produzione idonei, ma soprattutto la natura stessa: solo attraverso la sua elaborazione può essere generata una merce[33]. Il denaro ha origine da un processo di registrazione. Se i rendimenti devono essere creati attraverso mezzi di produzione, può essere concesso al fabbricante un accredito. Questo denaro non deve essere preso in prestito da qualche altra parte, essendo coperto direttamente dal fatto che in seguito - in maniera simile a ciò che accadeva con le cambiali - il rendimento sarà fornito in tempi ragionevoli attraverso i mezzi di produzione disponibili. Questa forma di denaro deve essere creata da istituzioni collegate ad associazioni. Solo così si può garantire che il processo di creazione del denaro sia un processo reale che decorre parallelo al processo di creazione di valore. Proprio questo - e non la sostanza materiale - conferisce al denaro il suo valore sostanziale. Si tratta di rendere visibile nel denaro il significato della prestazione lavorativa per il processo economico.

Le prestazioni che un settore economico può creare dipendono anche dalle caratteristiche dei mezzi di produzione di cui dispone. Già la base naturale può presentare le condizioni più diverse: povera o ricca in materie prime, magra o fertile, ecc. La base naturale può però essere trasformata grazie all'intervento dello spirito e solo allora diventare un mezzo di produzione prezioso. Tali processi di trasformazione devono essere finanziati da un prestito. Nel CdEN, com'è ovvio, Steiner parte dal presupposto che con il prestito non si verifica una creazione di denaro, ma che i profitti eccedenti vengono accumulati e quindi messi a disposizione come crediti dalle istituzioni corrispondenti.

Fig. 5. Tetradracma (320 a.C.; Sunflower Foundation) con l'effigie di Alessandro Magno, morto nel 323 a.C. Lo scalpo di elefante con le zanne e la proboscide sollevata, raffigurato sulla sua testa, rende evidente che qui egli è venerato come il conquistatore dell'India.

Il settore del denaro d'acquisto viene separato nettamente dal settore del denaro di prestito. In questo modo si creano le basi per un sistema monetario organizzato in senso decentralizzato. Un tale sistema è diametralmente opposto al sistema monetario attuale, organizzato attraverso banche centrali. In quest'ultimo sistema rivive il pensare dell'epoca di cultura greco-romana, dato che il pensiero razionale può pensare solo strutture organizzate a partire da un centro. In quanto la creazione di denaro nell'attuale sistema monetario viene attuata tramite la concessione di crediti, che inoltre sono coperti attraverso diritti di proprietà negoziabili (commerciabili), da un lato viene occultata l'importanza del lavoro materiale per la creazione di valore, dall'altro il commercio con i diritti di proprietà viene innalzato ad un traffico particolarmente lucrativo. Tuttavia se la capacità di bramosia dell'uomo si orienta sull'acquisizione speculativa di diritti di proprietà, questo avviene a scapito della capacità del commercio di connettere tra loro strutture economiche decentralizzate. La struttura creata dall'attuale sistema commerciale e bancario centralizzato favorisce dunque il lato oscuro del commercio, l'"arte di arricchirsi", e non la sua funzione mediatrice, orientata sul bene comune.

Monete complementari come il "Sardex" possono creare una coscienza del fatto che il valore del denaro ha le sue fondamenta nella prestazione lavorativa e non nella proprietà di mezzi di produzione, che è solo l'espressione di rapporti di potere. Le monete complementari possono sviluppare per un'amministrazione del denaro decentralizzata un semplice insieme di strumenti, facilmente comprensibili alle persone concrete che vi partecipano. L'interesse comune per l'amministrazione del denaro porta direttamente ad approcci concreti per la formazione di associazioni. Se si verificano improvvise crisi finanziarie gravi, è possibile attraverso questa strumentazione coordinare, in un primo tempo per le imprese piccole e medie, molti affari che altrimenti non potrebbero essere conclusi. La domanda decisiva sarà poi se anche grossi complessi industriali svilupperanno un interesse per questo insieme di strumenti. In caso affermativo saranno necessarie discussioni per chiarire fino a che punto i dirigenti di questi grossi complessi siano disposti ad assumersi la responsabilità di sostenere il riconoscimento del valore della prestazione lavorativa materiale. Proprio in tali situazioni può crearsi una coscienza del fatto che non solo il dirigismo statale, ma soprattutto il commercio con i diritti di proprietà su fondi e terreni e su intere imprese significa che sempre più persone si avviano verso l'asservimento[34]. Più è grande la connessione di imprese e quante più persone dipendono dalle sue prestazioni, tanto più è importante che la proprietà produttiva sia sottratta al commercio. Vi sarà allora solo più il problema di stabilire come regolare la transizione di questa proprietà produttiva quando si cerchino dei successori, perché le entrate possono essere generate sempre e solo attraverso le prestazioni concrete che si creano con l'ausilio dei mezzi di produzione, e mai attraverso i diritti su questi mezzi di produzione che alcuni mantengono, pur non utilizzandoli più attivamente in prima persona. Il denaro riceve così il suo peso unicamente dall'attività produttiva.

Note:

[*] Cfr. a questo proposito la mia serie di articoli comparsi senza regolarità sulla rivista DIE DREI dal 10/2011 al 6/2017. I singoli articoli si trovano qui: http://diedrei.org/alle-artikel/thema/nationaloekonomischer-kurs.html. I primi undici articoli sono anche disponibili come edizione singola a questo indirizzo: http://diedrei.org/details/inhalt/artikelserie-zur-komposition-des-ationaloekonomischen-kurses.html.

[1] Si è reso il testo originale tedesco "Corso di economia nazionale" (Nationalökonomischer Kurs) con il più noto titolo della traduzione italiana della Opera Omnia n. 340, ovvero "I capisaldi dell'economia". Nel testo, tuttavia, da qui in avanti verrà referenziato con CdEN. N.d.T.

[2] Per approfondimenti sul tema consultare L'idea del Kommende Tag e anche Preambolo della società per azioni “Kommende Tag”- Principi guida per la fondazione di una impresa.

[3] Cfr. Enno Schmidt: "Demokratisches Geld – eine Schülerunternehmung. Der Chiemgauer", e dello stesso con Christian Gelleri: "Gleichheit vor dem Geld (Gespräch), entrambe in.: die Drei 3/2004, pag 35f e seg., pag. 46 e seg.

[4] Una panoramica di prim'ordine sulle attuali monete alternative si trova in: Jens Martignoni: ›Das Geld neu erfinden –Alternative Währungen verstehen und nutzen‹, Zürich 2017. Il libro inoltre offre una veduta d'insieme storica concisa, ma ben scelta, sulle diverse origini del denaro.
Un ulteriore riferimento al Chiemgauer è reperibile qui: http://www.tripartizione.it/articoli/denaro_scadenza_09_2013.html. N.d.C.

[5] Cfr. Alessandro Gilioli: Così il Sardex conquista l’Italia, http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/07/28/news/cosi-il-sardex-conquista-l-italia-1.278702?refresh_ce.

[6] Ibid.

[7] Cfr. Stephan Eisenhut: "Die Dreigliederung des Geldes: Das Geld als Rechtsproblem", in: die Drei 7-8/2015.

[8] Cfr. Stefano Lucarelli & Lucio Gobbi: "Local Clearing Unions as stabilizers of local economic systems: a stock and flow consistent perspective", in: "Cambridge Journal of Economics" Vol. 40, Issue 5, September 2016, S. 1397–1420, citato in: Fionn Meier: "Money as accounting: historical and theoretical issues", Master Thesis, Fribourg 2017, pag.62.

[9] Rudolf Steiner: CdEN, Dornach 2002, pag. 175 e seg. (le pagine si riferiscono all'edizione tedesca del 2002, N.d.T.).

[10] A questo proposito Rudolf Steiner nel CdEN, pag 146, si esprime come segue: "il singolo individuo, ch'è immediato consumatore di quel che acquista, non può infatti che soddisfare il proprio senso egoistico; e in verità si metterebbe in ben cattive acque, se non appagasse il suo egoismo.".

[11] CdEN, pag. 46.

[12] CdEN, pag. 152.

[13] Ibid. pag. 152.

[14] Ibid. pag. 142.

[15] Ibid. pag. 140.

[16] Cfr. il mio articolo su questa conferenza: "Die Christenheit oder Europa", in: die Drei 4/2017,pag. 15 e seg.

[17] Il concetto di "sfera economica" non è utilizzato da Steiner nella X conferenza, ma può essere creato come polaritá del concetto di "sfera del capitale".

[18] I diritti di proprietà per questo capitale industriale vanno a finire sempre più nelle mani di amministratori di patrimonio occidentali attraverso le contrattazioni di borsa. Cfr. Jens Berger: "Die neuen Herren der Weltwirtschaft" https://www.nachdenkseiten.de/?p=41340.

[19] https://de.wikipedia.org/wiki/Primitivgeld.

[20] Cfr. Michael Hutter: "Die frühe Form der Münze", Frankfurt a.M. 1993, pagg. 159e seg.

[21] Cfr.Christina von Braun: "Der Preis des Geldes. Eine Kulturgeschichte", Berlin 2012, pag 54.

[22] Secondo Michael Hutter è documentato per la prima volta un re mercante nel periodo dal 766 al 730 a.C. La forma di dominio basata non sul diritto di nascita, ma sul denaro, si affermò con Gige, che fu reggente dal 687 al 652 a.C..

[23] Cfr. Rudolf Steiner, CdEN (OO 341), Dornach 1986, pag.73.

[24] Cfr.Christina von Braun: "Der Preis des Geldes ...", pag.45..

[25] Cfr. Hans J. Nissen, Peter Damerow, Robert K. Englund & Paul Larsen: "Archaic Bookkeeping: Early Writing and Techniques of Economic Administration in the Ancient Near East", Chicago 1993, pag. 97..

[26] Cfr. Paul Einzig: "Primitive Money", London & New York 2016, S. 206, citato in Fionn Meier: "Money as accounting...", pag 18.

[27] Cfr. Fionn Meier: "Money as accounting ...", pag 20..

[28] Aristotele considera come tiranni anche i sovrani che discendono da una dinastia ereditaria, quando ambiscono ad un'utilità personale. Un re, al contrario, guida il popolo, orientando la comunità verso l'utilità pubblica. Cfr. Aristotele, "Politica", III 6-7..

[29] Vedi nota 24.

[30] Ibid. Von Braun qui si basa su Joseph Kulischer: "Allgemeine Wirtschaftsgeschichte des Mittelalters und der Neuzeit", Darmstadt 1958, pag 91..

[31] Cfr. Deutsche Bundesbank (Hrsg.): "Das Geldmuseum der deutschen Bundesbank", Frankfurt a.M. 2017,..., pag.24..

[32] Cfr. mio articolo della serie "Moderne Sklaverei und Christentum – Die Emanzipation von Arbeit und Recht", in: die Drei 6/2012, in particolare pagg. 30 e seg., dove lo stesso sviluppo รจ delucidato dal punto di vista dell'emancipazione del lavoro.

[33] CdEN, pag. 207.

[34] Questa problematica è delucidata in modo chiaro anche nell'articolo di Johannes Mosmann: "Einkommensbildung und Menschenrecht" in questo numero di die DREI.


Per approfondimenti sul tema: