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Confronto nella vita culturale e intellettuale

OGGI

Una vita intellettuale politicizzata e commercializzata
DOMANI

Una vita spirituale corporativa
Educazione  
Lo Stato possiede proprie scuole, un proprio sistema di docenti ed esercita una supervisione legale, oltre che ad uno specifico controllo pedagogico sul sistema scolastico. Lo Stato si limita alla supervisione legale assicurando il diritto fondamentale all'istruzione e all'educazione dei giovani. Non gestisce la scuola, non possiede un sistema docenti e non emana nessuna norma in materia di istruzione.
I genitori, gli alunni ed gli insegnanti hanno una possibilità molto ristretta di influenzare gli obiettivi fondamentali dell'istruzione, i piani di studio e le norme d'esame: tutto dipende dallo Stato. Indirettamente anche le odierne scuole private sono colpite dalle prove di ammissione.
Nessuno che non partecipi contemporaneamente all'educazione e alle lezioni vere e proprie emana disposizioni. I docenti definiscono da se gli obbiettivi pedagogici, gestendo inoltre l'intero sistema scolastico (azienda scuola). Anche i genitori dovrebbero prendere parte attivamente alla "loro" scuola. La fiducia reciproca creerà un buon clima di lavoro.
Gli insegnanti delle scuole statali devono attenersi alle disposizioni del loro Dirigente in qualità di impiegati. Il diritto costituzionale della libertà di insegnamento non trova alcuna applicazione (primo capoverso Art. 33 della Costituzione della Repubblica italiana) [1] I docenti si gestiscono autonomamente e non devono attenersi a nessuna disposizione, anche se ovviamente ogni insegnante dovrà attenersi alle decisioni interne del collegio dei docenti.
Oggigiorno i genitori possono scegliere la scuola soltanto maniera teorica, in quanto molti non possono permettersi di sostenere le spese scolastiche per istituti privati come Hiberia, Montessori, Waldorf, oltre che ad altri oneri fiscali. La scelta della scuola sarebbe davvero libera grazie alla parificazione finanziaria di tutti gli istituti scolastici.
Il sistema del'istruzione punta alla selezioni dei capaci e alla separazione in differenti istituti. Relative verifiche come controllo standard del rendimento ne sono la conseguenza. Le capacità individuali devono perciò essere confrontate, ordinate in un quadro approssimativo, affinando peculiarità ed individuo. Le pagelle diventeranno la mera espressione dell'autorità. Tutt'ora, in alcuni tipi di scuola per bambini, sopravvive una sorta di società di classe con le relative conseguenze sociali. L'educazione corporativa punta allo sviluppo dell'individuo, le capacità non verranno scelte, bensì promosse individualmente: quindi meno tipologie di istituti e più scuole unitarie. E'necessaria una riorganizzazione che dovrebbe rendere possibile che fino al momento del compimento della maggiore età non esistano altro che scuole unitarie. Diversamente, i talenti rimangono assieme e si stimolano nel rendimento, aiutandosi a vicenda. I rendimenti verranno descritti individualmente. Le frequenze scolastiche verranno registrate.Le scuole secondarie superiori per principio sono aperte senza autorizzazioni specifiche. L'accettazione di studenti è a discrezione dell'autonomia scolastica.
Le scuole non sono in competizione. I dipendenti impiegati ricevono lo stipendio indipendentemente dal loro rendimento. I genitori hanno spesso un atteggiamento passivo (indifferente) nei confronti delle scuole dell'obbligo, che sono gratuite. Le scuole competono tra di loro. Per quanto i genitori si fidino del rendimento dei docenti, manderanno i loro figli in specifiche scuole. I genitori hanno un atteggiamento critico nei confronti della scuola e spronano i docenti a rendere.
Scienza  
La scienza dipende dai finanziamenti statali e dalla politica. La libertà d'insegnamento e ricerca sono soltanto una "formalità". Lo Stato decide i progetti di ricerca, impiega i ricercatori e mantiene gli enti di ricerca. La competizione intellettuale viene tuttavia distorta a favore di un'azienda di ricerca alimentata dallo Stato. Istituti scientifici alternativi difficilmente riescono ad imporsi su di essi. La competizione intellettuale viene garantita in modo tale che le vie della ricerca abbiano tutte le stesse "condizioni di partenza", potendo quindi concorrere liberamente senza denaro statale, bensì attraverso i loro rendimenti per il riconoscimento e il sostegno finanziario.
In certi settori la scienza dipende anche dall'economia e ciò comporta il fatto che la libertà viene piegata da un interesse economico nei confronti di risultati considerati "necessari". La scienza dovrebbe servire soltanto alla verità e corre il rischio di essere minata dal potere dell'economia. Un organismo socialmente sano ridurrà gli ingiusti influssi di potere della vita economica attraverso la pluralità della libera vita intellettuale, poichò i risultati della ricerca alternativi si oppongono ad un orientamento unilaterale. Ciò continuerà ad essere sostenuto fondamentalmente dall'altra tipologia di finanziamento.
Arte  
Lo Stato sostiene accademie d'arte, musei e gallerie. Promuove determinate correnti artistiche che esso ritiene importanti. Nell'architettura vengono stabiliti determinati stili architettonici attraverso gli uffici dell'edilizia in base a dei requisiti tecnici. Inoltre vengono effettuate delle verifiche statali con specifiche relative alla legittimità nelle professioni artistiche. Nell'arte la libertà è maggiore rispetto, ad esempio, che nell'istruzione. Lo Stato garantisce la libertà dell'arte, tuttavia non gestisce nò istituzioni, nò tantomeno elargisce denaro, tanto che l'arte verrà finanziata dalla gente a propria discrezione. Gli artisti privati dovrebbero autofinanziarasi oppure recarsi presso grossi enti e chiedere sostegni corporativi.
Religione  
Come nella scienza lo Stato predilige specifiche comunità religiose come chiese di Stato e ciò si può osservare nel fatto che esso ha concesso diritti specifici nella legislazione fiscale e nell'impiego statale dei parroci: una discriminazione nei confronti delle vere comunità religiose libere. La vera libertà religiosa presuppone una neutralità statale nei confronti di tutte le comunità religiose. Come in ogni direzione della vita intellettuale, allo stesso modo anche le comunità religiose dovrebbero decidere da se il loro il da farsi, in questo caso il loro credo spirituale durante la loro esistenza.
Il sistema sanitario, la medicina  
Nell'ambito della scienza esiste da un lato la privilegiata medicina statale tradizionale e dall'altro le terapie alternative quali l'omeopatia e la fitoterapia. Due concezioni dell'uomo si trovano in una lotta impari, una materialista ed una spirituale. Lo Stato prescrive mediante delle leggi per il contenimento dei costi uno " riconosciuto stato comune delle conoscenze" attraverso propri istituti di medicina: palese intromissione nella libertà della scienza e delle terapie, il che rappresenta inoltre una prevaricazione dello Stato nei confronti dell'uomo, che non tiene conto del grande bisogno di tecniche di guarigione alternative. [2] Con il benestare di CEE ed OMS. Lo Stato si limita alla certezza del diritto nel sistema sanitario. Come per la scienza, tutto segue la medesima direzione, ovvero lo Stato non sostiene le facoltà di medicina ed istituti di ricerca, i quali dovranno provvedere ad autofinanziarsi.

Specifiche direttive in materia di medicina, volte anche alla riduzione dei costi, spetteranno all'amministrazione autonoma della vita culturale ed intellettuale.
Lo Stato amministra il servizio sanitario nazionale, ospedali, centri di accoglienza, case di cura, studi medici legittimi con proprio personale. Lo stato assistenziale è sempre più esteso, gli apparati tecnici per le cure sempre più voluminosi, con una conseguente impennata dei costi. Lo Stato non gestisce il servizio sanitario nazionale, ospedali, centri di accoglienza, case di cura ed ambulatori legittimi. Lo Stato prescrive i sostegni assicurativi sanitari dei cittadini. Le assicurazioni e sostegni finanziario-materiali spettano all'economia associativa. L'assistenza medica e le cure mediche sono compito della vita culturale e della vita intellettuale, alle quali appartiene la vera libertà terapeutica.
L'assicurazione obbligatoria per quasi tutti gli uomini e per tutti i danni alla salute conduce ad una minor responsabilità personale e ad una mancanza di conoscenza relativa ai costi da sostenere dal lato del paziente. Le misure preventive sanitarie non hanno l'importanza necessaria, dal momento che i contributi obbligatori per i rendimenti (sembra) possono essere rivendicati senza limiti. Il medico si trova inoltre di fronte ad un conflitto: da un lato lo si invita a risparmiare sui costi, mentre per quanto riguarda la sfera dei propri guadagni, solo una cura medica costosa è fonte di un reddito maggiore.Il danno economico della malattia non è percettibile individualmente. Un libero rapporto contrattuale tra medico e paziente almeno per quanto riguarda i danni di piccola entità e su richiesta anche per quelli di entità media (simile al pacchetto assicurativo RC auto) comporta ad una maggiore responsabilità, maggiori sforzi di prevenzione, consapevolezza dei costi, promozione dell'auto-guarigione. Tendenzialmente, un'assicurazione è necessaria per danni più consistenti o in particolare per cure stazionarie a lungo termine. Per gruppi a rischio potrebbero essere richiesti contributi più alti a seconda dei principi di causalità (fumatori, sovrappeso).Il danno economico della malattia tornerebbe ad essere percettibile individualmente.

Il principio della reciprocità dell'economia mette di nuovo in relazione rendimento e contraccambio.
Media e quotidiani  
Oggigiorno esistono sia i media influenzati politicamente e dallo Stato, così come quelli influenzati dall'economia. Pertanto i reportage e l'offerta dei mass media vengono spesso usati impropriamente per scopi politici o economici, così come anche la pubblicità assume un ruolo ampiamente inadeguato. La politica di partito evita i contributi materiali obbiettivi. La parte redazionale dei mass media appartiene alla vita culturale e quella intellettuale. La parte editoriale e quella imprenditoriale appartengono all'economia associativa. Gli enti radiofonici e televisivi statali non esisterebbero più. Lo Stato stabilirebbe le condizioni di base per i media. L'amministrazione della parte redazionale dei media attraverso la vita culturale e quella intellettuale assicurerebbe la libertà intellettuale del lavoro.
Amministrazione della giustizia  
Nel diritto penale, pubblico e privato lo Stato nomina un giudice.

Gli imputati vengono condotti a seconda del loro domicilio o del foro competente da un giudice competente. L'esecuzione è compito dello Stato.
La giurisprudenza nel diritto pubblico rimane compito dello Stato, mentre nel diritto privato e del penale è compito della cultura e della vita intellettuale. A tale proposito appartiene la nomina del giudice a tempo determinato e la scelta dei funzionari, i quali affiancherebbero il giudice per una più precisa conoscenza della legge. La gente avrebbe la possibilità di scegliersi un proprio giudice in vista di un processo. L'esecuzione spetterebbe allo Stato.
Mezzi di produzione  
Un imprenditore può disporre di mezzi produttivi per il proprio vantaggio o per il vantaggio di un donatore anonimo (azionista).

L'economia è dominata dall'egoismo di coloro che mettono a disposizione il capitale.
Un imprenditore può disporre di mezzi di produzione solo per il bene della collettività. L'iniziativa imprenditoriale di carattere individuale, perciò la libertà intellettuale della gestione e della conduzione, verrà conservata. La proprietà collettiva e l'economia pianificata non ci saranno. L'obbiettivo è la circolazione dei mezzi di produzione tra persone capaci.
L'imprenditore rivendica un semplice diritto di proprietà indipendentemente dalle sue abilità e dalla sua partecipazione attiva. L'imprenditore ha il diritto di gestione finchò le sue qualifiche professionali, così come la sua collaborazione attiva e umane sono giustificate.
I mezzi di produzione possono essere lasciati in eredità come merce, essere regalati o venduti. La concentrazione di imprese oggigiorno non conosce più alcun limite.

Profitto e forza del mercato sono gli unici obbiettivi.
I mezzi di produzione verranno ceduti per un usufrutto di fiducia a tempo determinato. Non appena un imprenditore termina la propria gestione attiva, egli ha il diritto di proporre un successore, in caso contrario provvederanno a nominarlo le associazioni delle vite culturali ed intellettuali. Lo Stato regola le condizioni di base per la delega.
Partiti politici  
I partiti possiedono una posizione privilegiata fornita dallo Stato per l'attività politica (finanziamento statale dei partiti del 70% circa). Le loro competenze sono fortemente coinvolte con la vita dello Stato del diritto. L'economia abusa della loro influenza in maniera crescente (tangenti ai partiti).

I partiti hanno il monopolio delle decisioni politiche. L'obbligo di appartenenza ad un gruppo parlamentare non consente di votare in modo conforme ai fatti, mentre la forza dei partiti sfugge alla separazione dei poteri. La democrazia si stà sempre più solidificando nelle faccende, nel conservatorismo e nel malumore politico. Persino le forze alternative cambiano poco.
I partiti sono delle associazioni della vita culturale ed intellettuale aventi come unico compito quello di sviluppare e diffondere idee politiche; compito, ovvero, che dovrà essere ben separato da quelli degli organi del diritto statale , soprattutto nella legislazione.

Il finanziamento dei partiti avviene soltanto attraverso i relativi membri. La separazione dei poteri e l'indipendenza dei deputati viene ristabilita. Le idee politiche sono soggette ad una competizione corretta; la libera obbiettività intellettuale dei dibattiti, ai quali la gente prenderebbe parte in maniera viva, farebbe "splendere" la Camera dei Deputati.

Werner Breimhorst (traduzione di Alioska Stefanato)


Per ulteriori approfondimenti:



  1. ^ Nella versione italiana si è provveduto a sostituire il riferimento originale (Art. 5, parag. 3. GG. della Costituzione della Repubblica Federale Tedesca) con l'articolo della Costituzione italiana che più si avvicinava al concetto espresso. In effetti l'enunciazione nell'articolo tedesco parla di una "libertà di ricerca ed insegnamento" mentre nella nostra Carta la ricerca è menzionata in altri articoli. Ad ogni modo il senso generale rimane invariato.
  2. ^ Per ulteriori approfondimenti sulla libertà di scelta in ambito terapeutico: http://www.dirittolibertadicura.org/.