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Der Kommende Tag - Il primo tentativo per un impulso sociale tripartito

Aurelio Riccioli

06/2013


Cercare di ricostruire la pur breve storia del “Kommende Tag” non appare cosa facile. In effetti sembra che nessuno studio si sia ancora occupato in modo sistematico di questo primo tentativo di realizzare un impulso sociale tripartito nella vita pratica. Eppure ad esso si dedicò Rudolf Steiner in persona a partire dal 1919, quando divenne ormai chiara l'impossibilità di realizzare la tripartizione “dall'alto”. Nel 1917 Steiner venne infatti contattato dal conte Otto von Lerchenfeld affinché elaborasse «una via onde il popolo tedesco potesse uscire da questo vicolo cieco [la Grande Guerra]». Von Lerchenfeld, antroposofo nonché membro del Reichsrat bavarese, sottopose i memorandum redatti da Steiner contenenti il primo abbozzo della tripartizione sociale ad alti esponenti del governo tedesco e, per il tramite dell'amico Ludwig Poltzer-Hoditz e di suo fratello Arthur, allora capo di gabinetto dell'imperatore, al primo ministro Ernst Seidler e all'imperatore Carlo I d'Austria stesso.

Ma le sfere dirigenti degli Imperi Centrali esitarono, mancò loro il coraggio nel momento decisivo, arretrarono di fronte a ciò che appariva assurdo ed inattuabile – la realizzazione del contenuto dei memorandum; da lì a breve, il mancato riconoscimento della propria missione storica trascinerà fatalmente gli Imperi Centrali verso l'abisso del loro tragico epilogo.

Non rimaneva quindi che tentare di realizzare la tripartizione “dal basso”, attraverso la costituzione di una sorta di “molecola sociale tripartita”, la più piccola entità che conservasse ancora le caratteristiche della tripartizione, un piccolo organismo in cui i fattori economici, giuridici e spirituali si sarebbero articolati in modo da costituire un esempio di cooperazione associativa, un modello che sperabilmente si sarebbe replicato nel maggior numero di cloni possibili. Questo organismo doveva presentarsi nella forma esteriore di una attività economica, un'impresa, anzi un gruppo di imprese. Alcune di queste erano destinate a creare prevalentemente profitto, come se fossero imprese “ordinarie”, altre a consumarlo in quanto operanti nel dominio della cultura ovvero istituzioni quali scuole in cui applicare la pedagogia steineriana, istituti di ricerca per la medicina antroposofica e cliniche terapeutiche in cui applicare i risultati di tali studi. I profitti delle prime sarebbero serviti unicamente per sostenere le seconde: pagati gli interessi sul capitale ricevuto in prestito, il surplus non avrebbe dovuto in alcun modo essere ripartito tra i proprietari, né utilizzato per una indiscriminata espansione delle imprese stesse, né per crearne di nuove. Doveva invece essere impiegato esclusivamente per sostenere gli istituti del gruppo, per nutrire quella sfera spirituale che avrebbe poi dovuto fecondare la vita economica e sociale con invenzioni, ricerche, innovazioni tecnologiche per il miglioramento della produzione e così via. Una particolare cura doveva esser presa nei confronti di coloro che avessero lavorato in questo innovativo gruppo di imprese. Era necessario fare in modo che i collaboratori si sentissero partecipi della vita dell'azienda, di ciò che essa produceva, delle attività e delle istituzioni culturali che essa sosteneva e del ruolo che queste ultime svolgevano nel complesso della vita della comunità. La speranza era che una nuova generazione di imprenditori sensibili alle tematiche sociali portasse la propria azienda nell'orbita di questo gruppo, che ne sorgessero altri simili, che gli economisti si interessassero a tale modello e lo riconoscessero come una fonte benefica di rinnovamento e salute per l'organismo sociale.

Di tutto questo si iniziò a discutere a partire dall'ottobre del 1919 a Dornach, in una serie di incontri cui parteciparono Emil Molt, Emil Leinhas, Roman Boos e altri ancora; al termine di questo breve periodo di incubazione, venne indetta una assemblea dei membri della Società Antroposofica durante la quale vennero annunciati, sotto la presidenza di Emil Molt, i piani per la realizzazione di una impresa economica fondata sui principi della tripartizione sociale. Rudolf Steiner era ovviamente partecipe dell'iniziativa e ne condivideva i principi che l'animavano. Del resto già nel 1910 disse che la realizzazione di una “banca antroposofica” era una questione della massima importanza e non poteva quindi che rallegrarsi che nelle sue cerchie si fosse finalmente manifestata la volontà di dar vita ad una iniziativa veramente pratica. Tuttavia nel corso dell'assemblea sottolineò come questo progetto non avrebbe tanto sofferto della mancanza di capitali, quanto della necessità di trovare un adeguato numero di persone che potessero plasmare la vita economica in armonia con lo spirito dell'Antroposofia. Steiner, consapevole delle difficoltà che l'impresa avrebbe incontrato, non si tirò indietro e mise a disposizione si essa tutto il supporto che gli fu possibile dare.

La decisione definitiva di fondare una impresa economica in Germania venne presa durante il capodanno 1919/20 alla presenza di Rudolf Steiner ad un incontro del Comitato per la Tripartizione Sociale. A Steiner fu anticipato che, su richiesta di Emil Molt, in quella sede gli sarebbe stato chiesto di assumere il ruolo di presidente del consiglio di sorveglianza della neonata società. Steiner accettò, ben sapendo che senza il suo personale coinvolgimento l'iniziativa non avrebbe avuto molte possibilità di successo. La registrazione della società avvenne a Stoccarda il 13 marzo 1920 e fu Steiner a deciderne la ragione sociale: “Il giorno che verrà [Kommende Tag]: società per azioni per la promozione dei valori economici e spirituali” [Der Kommende Tag: Aktiengesellshaft zur Foerderung wirtschaftlicher und geistiger Werte] tra i fondatori troviamo Emil Leinhas, Otto von Lerchenfeld, Alfred Meebold, Emil Molt, Jose del Monte, Ludwig von Polzer-Hoditz e lo stesso Rudolf Steiner.

La società si mise subito all'opera acquistando un mulino per farne una fabbrica per la produzione inizialmente di prodotti dietetici e cosmetici e, in seguito, di medicinali antroposofici. Successivamente si acquistò una prima azienda agricola con annessi mulino, segheria e fattoria con circa 120 ettari di terreno. Infine vennero acquisite altre società più piccole: una società commerciale, un'altra azienda agricola, una stamperia – che pubblicava settimanalmente l'opuscolo “La tripartizione dell'organismo sociale” – e una pensione a Stoccarda – acquistata soprattutto per facilitare la sistemazione dei nuovi collaboratori della società. Prima della fine di giugno del 1920, fece ingresso nel Kommende Tag la fabbrica di utensili meccanici (macchine utensili di precisione, rettificatrici) di Carl Unger mentre diversi immobili vennero acquisiti per consentire l'ampliamento della Scuola Waldorf. Per il resto di quell'anno invece, non approdarono a nulla gli sforzi per la realizzazione della clinica terapeutica che Rudolf Steiner aveva indicato essere particolarmente importante. L'istituto avrebbe dovuto essere affiancato da laboratori per la produzione di medicinali, in esso dottori e farmacisti avrebbero lavorato assieme ai chimici per produrre i farmaci da utilizzarsi nella clinica prima di essere prodotti industrialmente su larga scala. In questo modo particolare si interpretò e si cercò di configurare l'elemento culturale all'interno del Kommende Tag.

Purtroppo iniziarono ben presto a manifestarsi le difficoltà riconducibili in parte alle crescenti difficoltà economiche legate alla montante inflazione in Germania e in parte allo scarso interesse manifestato dalla vita economica del tempo per il Kommende Tag: non si trovarono infatti i solidi partner commerciali che ci si attendeva. Nell'autunno del 1920 si rese necessaria una prima ristrutturazione che portò all'ingresso nel gruppo della fabbrica di Jose del Monte. Ora il Kommende Tag comprendeva tre grandi realtà economiche costituite dalla fabbrica di macchine utensili di Carl Unger (circa 120 operai), dalla fabbrica di sigarette Waldorf-Astoria di Emil Molt (circa 1000 operai nel 1919) – di cui il gruppo rilevò in quel periodo la maggior parte delle azioni – e la già citata fabbrica di Jose del Monte. Eugen Benkendorffer, proveniente dalla Waldorf-Astoria, venne nominato presidente del gruppo. La situazione tuttavia era destinata a complicarsi a causa della fabbrica di Emil Molt che iniziò allora a trovarsi in difficoltà a causa di una scarsa produttività unita ad un incessante bisogno di capitali.

L'acquisizione di uno stabile adatto per sistemarvi la clinica terapeutica avvenne nel febbraio del 1921. In questo periodo iniziarono anche dei contrasti con i collaboratori che lavoravano nell'amministrazione del Kommende Tag a Stoccarda. Benkendorffer, capace imprenditore e persona di indubbia integrità morale, aveva difficoltà a relazionarsi con le persone specialmente in situazioni critiche come erano proprio quelle di allora. Bisogna anche dire che quasi ciascun collaboratore aveva sviluppato una propria visione di come i principi del Kommende Tag dovessero essere calati nella pratica economica quotidiana. Si rese quindi necessario un cambio al vertice: Benkendorffer, provato e quasi sull'orlo dell'esaurimento nervoso, venne collocato nella fabbrica di Jose del Monte e sostituito da Emil Leinhas, anch'egli proveniente dalla Waldorf-Astoria. Sotto la sua direzione vennero effettuate ulteriori acquisizioni di piccole aziende di vario tipo sebbene la sua attenzione si concentrasse finalmente sull'Istituto Clinico Terapeutico. Anche qui si verificarono dei contrasti, questa volta tra i dottori della clinica e il direttore della divisione chimica del gruppo. Quest'ultimo proveniva dalla Bayer, era un dirigente capace ma non aveva alcuna idea di che cosa ci si sforzasse di fare con la produzione dei medicinali antroposofici. D'altro canto neppure i medici avevano una visione unitaria del loro lavoro e non riuscirono a metter nella giusta evidenza i risultati conseguiti. Difficilmente la produzione di medicine poteva divenire profittevole in queste condizioni. Del gruppo, l'unica azienda sana e profittevole rimaneva quella di Jose del Monte, la fabbrica macchine di Carl Unger rimase comunque un'attività sostenuta finanziariamente mentre la Waldorf-Astoria non produceva profitti se non uno striminzito dividendo che la svalutazione rendeva irrilevante.

A fine febbraio del 1922 si rese necessario vendere la quota azionaria della Waldorf-Astoria per evitare ulteriori problemi finanziari stante il quadro economico dell'azienda aggravato dalla galoppante inflazione e la conseguente perdurante necessità di prestiti bancari. A questo punto Rudolf Steiner ritenne necessario rivedere l'impostazione generale del progetto e di rendenderlo pubblicamente noto. Ci si sarebbe ora limitati a finanziare l'istituto di ricerca e la Clinica Terapeutica abbandonando del tutto la politica delle acquisizioni e l'espansione del gruppo. Nello stesso periodo si dovette procedere alla liquidazione di Swiss Futurum AG a Basilea, nata con lo stesso scopo del Kommende Tag ma con una disponibilità di mezzi finanziari inadeguata. Rudolf Steiner dovette inoltre rinunciare alla presidenza del consiglio di sorveglianza della società poiché l'approfondimento dell'antroposofia gli rendeva impossibile continuare a ricoprire quell'incarico.

Con obiettivi più ristretti, il Kommende Tag potè proseguire la propria strada in modo soddisfacente fino a metà del 1924 quando la stabilizzazione del marco produsse in Germania una grave crisi economica. Nemmeno la fabbrica di Jose del Monte era ora in grado di sostenere le altre, per cui si rese necessario vendere le varie aziende commerciali o restituirle ai precedenti proprietari in cambio delle quote azionarie del gruppo. Alla fine si decise di procedere sciogliendo le istituzioni culturali e vendere in un momento successivo le attività economiche. Questo piano d'azione venne illustrato durante l'assemblea degli azionisti del 14 giugno 1924. Davanti a 300 azionisti, venne presentata la situazione economica complessiva dell'azienda nata con investimenti da 2,5 a 2,8 milioni di marchi (Goldmark GM) a fronte di un valore raggiunto stimato in 3,9 milioni, liquidità per 240.000 GM e debiti per 180.000 con un saldo positivo di 60.000 GM. Ciò che tuttavia poneva in liquidazione la società era la mancanza di prospettive di realizzazione dei suoi principi nel lungo termine. Steiner mise in evidenza come non fosse stato possibile concretizzare l'intenzione originaria che prevedeva un rapido sviluppo delle attività economiche e che non c'era alternativa se non sganciare le attività culturali dal gruppo e lasciare che esse proseguissero la propria strada autonomamente. Di fatto alla Scuola Waldorf venne concessa una locazione sulla proprietà e sugli edifici, tutte le attività connesse con la ricerca e la produzione di medicinali vennero venduti o dati in locazione a Internationale Laboratorium AG in Arlesheim (in seguito Weleda AG), i libri della stamperia venduti alla casa editrice del Goetheanum, la Clinica Terapeutica e le sue proprietà venne data in locazione al Dott. Palmer che avrebbe continuato l'attività a suo rischio. Le attività commerciali vennero poi definitivamente liquidate nel gennaio del 1925, mentre il Kommende Tag sopravvisse ancora qualche anno cambiando nome per ragioni fiscali e per svolgere attività amministrative residue.



A posteriori diversi fattori potrebbero essere individuati come responsabili del fallimento del progetto. Già Emil Leinhas, l'ultimo direttore, ne aveva identificato quelle più rilevanti. Egli sostenne che innanzitutto l'iniziativa avrebbe richiesto ben altro impegno di quanto industriali e personalità dirigenti delle istituzioni culturali erano stati in grado di fornire. Molti di coloro che erano coinvolti nel Kommende Tag ritenevano semplicemente che fosse sufficiente lavorare nella direzione desiderata e nessuno evidentemente aveva preso troppo seriamente le raccomandazioni di Rudolf Steiner che ammoniva come nessuna innovazione nella pratica economica poteva derivare dalle vecchie e radicate abitudini. Egli lasciò sovente trasparire questi temi e ne parlò diffusamente nella quarta conferenza del ciclo “La nuova spiritualità e l'esperienza del Cristo nel ventesimo secolo” (OO 200). In seguito ebbe a dire esplicitamente: «dobbiamo riconoscere che il Kommende Tag non è una associazione ma una impresa ordinaria. Abbiamo fallito nella realizzazione delle associazioni poiché il movimento per la tripartizione sociale era già fallito nel 1920. Così, ora cerchiamo di fare del nostro meglio con il Kommende Tag, una impresa normale all'interno del normale sistema economico».

Certamente le acquisizioni societarie vennero fatte secondo connessioni accidentali e non attraverso una chiara strategia economica, non furono trovati imprenditori che potessero essere coinvolti ed inoltre quelli che erano antroposofi da una parte non avevano il pieno controllo delle società in cui lavoravano e dall'altra temevano di perdere la propria indipendenza economica. Gli imprenditori che manifestarono interesse per il progetto lo fecero solo per poter accedere ai capitali di cui abbisognavano. Anche il sistema bancario aveva dimostrato di aver ben poco da spartire con l'iniziativa, anzi tutta la conduzione della vita economica già nel 1920 sembrava fatalmente ricadere nelle vecchie abitudini. Degli errori furono fatti anche con la clinica terapeutica e annessa fabbrica di medicinali. Fu necessario infatti attendere troppo tempo per la sua realizzazione. Essa richiedeva ovviamente molte energie e investimenti, sarebbe stato meglio coinvolgere subito delle aziende orientate puramente al profitto per sostenerla e chiunque avrebbe capito che ci sarebbe voluto tanto tempo perché essa potesse divenire profittevole. Inoltre appariva difficile capire perché si era deciso di investire in piccole attività disomogenee e addirittura in un hotel. Alla fine, secondo Leinhas, questi vizi furono fatali per la riuscita dell'iniziativa.

Bisogna tuttavia tener presente quanto complicato fosse lo scenario di allora a causa della galoppante inflazione che colpì la Germania nel primo dopoguerra. Le aziende già esistenti ressero meglio l'effetto destabilizzante di una moneta il cui valore diminuiva giorno dopo giorno, le nuove avevano invece difficoltà molto maggiori soprattutto nel percepire la fattibilità delle proprie iniziative di business. Inoltre la presenza dell'inflazione deformava la visione dei fatti. Inizialmente si riteneva che solo asset tangibili avrebbero consentito di affrontare la svalutazione, mentre divenne chiaro solo in seguito che, indipendentemente dal fatto che questi asset fossero agricoli o industriali, essi avrebbero mantenuto un valore solo se avessero consentito di produrre qualcosa di reale. Inoltre nel caso dell'acquisto di proprietà, tutte le previsioni di spesa per l'acquisto erano rese vane dalla continua svalutazione della moneta.

Ad ogni modo il Kommende Tag consentì a diverse istituzioni culturali di affermarsi in anni oltremodo difficili e alcune istituzioni di valore come la Scuola Waldorf e Weleda gli sopravvissero e se oggi sono una realtà lo devono proprio a quel generoso e poco conosciuto tentativo. Emil Leinhas, ebbe a scrivere, preveggente, che forse non sarebbe stato troppo distante il tempo in cui certe persone “pratiche” si sarebbero chieste se non fosse opportuno avere una maggior considerazione per una iniziativa nella sfera economica come quella intrapresa dal Kommende Tag. In effetti una delle realtà di economia associativa più interessanti del nostro tempo è Neuguss mbH, gruppo di imprese gestito in modo che il surplus prodotto in eccesso trovi la propria strada verso il sociale attraverso la promozione di progetti ed iniziative nel campo dell'educazione e della cultura. Il suo collegamento con il Kommende Tag? Il fondatore, Alfred Rexroth che negli anni '20 era stato semplice dipendente generico nella fonderia della fabbrica di Carl Unger, riuscì a far rinascere nel 1969 in Neuguss l'idea sociale che tanto l'aveva infiammato in gioventù.


Articoli e saggi sul Kommende Tag


 Preambolo della società per azioni “Kommende Tag”- Principi guida per la fondazione di una impresa 
Il preambolo venne scritto nel novembre del 1920 in occasione della fondazione della società.
 Rudolf Steiner (1920) 

 L'idea del Kommende Tag 
Il breve pamphlet di Emil Leinhas del 1921, “L'idea del Kommende Tag”, purtroppo non si dilunga proprio sulla parte per noi più interessante – l'organizzazione interna e il modo con cui essa avrebbe dovuto interpretare la tripartizione nella vita aziendale. Di fatto il parallelo tra i tre domini dell'organismo sociale e le funzioni aziendali non viene approfondito in questo scritto né in senso verticale – all'interno di ogni singola azienda – né in senso orizzontale – ovvero a livello di gruppo. Al contrario la distinzione tra aziende che “producono” e altre che “consumano” viene presentata come esempio di “economia associativa”. Lo scritto è stato emendato in alcuni punti di passi che risentono di dati e situazioni strettamente legate al periodo in cui è stato pubblicato, per il resto non sembrerebbe affatto che sia stato redatto quasi un secolo fa. Interessante invece la nota 2 nella penultima pagina in cui si accenna all'escamotage adottato dai fondatori del Kommende Tag per ovviare ai problemi indotti dalla proprietà dell'impresa rispetto alla sua conduzione. Per poter assicurare il fine etico dell'impresa, essi la configurarono legalmente come una ordinaria società per azioni ma, per evitare che gli azionisti si immischiassero nella gestione della società, si riservarono un migliaio di azioni da 25 voti ciascuna garantendosi di fatto la maggioranza nel consiglio di amministrazione e quindi l'autonomia gestionale dell'impresa stessa.
 Emil Leinhas (1921) 

 Neuguss - Passato, presente, futuro: un processo di ricerca 
In occasione del quarantesimo anniversario della società di gestione Neuguss Verwaltungsgesellschaft, Albert Fink, uno dei fondatori, offre un racconto illuminante sulle origini e i primi sviluppi dell'azienda. Idee guida, motivi e le aspirazioni su cui si fonda Neuguss.
 Neuguss (2013) 

con il contributo di Johannes Mosmann


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