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Tributo a uno dei padri della Sociologia moderna: Rudolf Steiner
"I punti essenziali della questione sociale" compie cent'anni, ma è più attuale di certi contributi di oggi

di Andrea Di Furia

01/2019



A un secolo esatto dalla pubblicazione del suo caposaldo della Sociologia sorprende, per chi si occupa dell’Organismo sociale nella sua massima estensione (fatto di “sostanza e struttura sociale”), riscontrare come dalla corrente della Sociologia moderna sia stato escluso il nome e il fondamentale contributo di Rudolf Steiner.

Rarissimamente infatti viene citata la sua opera “I punti essenziali della questione sociale – rispetto alle necessità della vita nel presente e nell’avvenire” e le sue molte conferenze tenute sul problema sociale nel 1919 e negli anni seguenti - contributo che invece dovrebbe essere considerato dagli studiosi di Sociologia, e di chi si occupa del sociale, come la Bibbia o il Corano lo è da parte dei propri studiosi/fedeli – tanto che incappare in tale opera fondamentale diventa ormai quasi un fortunato evento, un “caso del destino”.

Si riconoscono come Padri della Sociologia moderna una serie di nomi, quali Émile Durkheim, Herbert Spencer, Vilfredo Pareto, Max Weber e Georg Simmel. Del Durkheim si sottolinea che è anche il fondatore della prima rivista francese dedicata alla Sociologia, L'Année sociologique, nel 1898.

Poco o niente si rammenta di Rudolf Steiner che nasce 3 anni dopo Durkheim (1858-1917). I suoi studi sono scientifici ma dimostra già il suo eclettismo laureandosi in Filosofia. Muore nel 1925 a 64 anni. Per chi non ha pregiudizi è una personalità di grande interesse: in realtà uno di quei rarissimi geni universali che può reggere il paragone con Leonardo da Vinci, per intenderci.

Steiner si è interessato di svariatissimi campi, in cui la sua attività si è sempre distinta ai massimi livelli e la cui impronta perdura ancor oggi: dalla Filosofia all’Architettura organica, dall’Agricoltura biodinamica alla Pedagogia Waldorf, dalla Pittura alla Scultura, dalla Drammaturgia all’Euritmia, dalla Spiritualità alla Medicina, dall’Economia alla Sociologia e non abbiamo certamente ricordato tutto.

Tuttavia questa poliedricità ai massimi livelli, che Steiner esprime in ogni ambito toccato sempre come un vero e proprio “Maestro”, è forse la ragione principale che rende difficile accostarglisi. Suscita infatti immediatamente un senso di incredulità, e forse anche un certo antipatico senso di inferiorità, che però merita essere superato per poter godere a piene mani degli innumerevoli spunti culturali, sociali ed economici forniti dalla sua opera.

Tuttavia vogliamo solo fermarci all’ambito della Sociologia e consigliare a tutti la lettura del suo Libro “I punti essenziali della questione sociale”, perché con grande semplicità di linguaggio qui Steiner tratteggia quella che è ancora oggi l’unica possibilità da percorrere per risollevare la Civiltà Occidentale dal suo precipitoso cammino antisociale involutivo.

Interessantissima la sua identificazione, nella prefazione, delle due categorie di Persone che si occupano del sociale senza riuscirne a coglierne l’effettiva realtà. Sono i Teorici e i Pratici: cultori di un’apparenza sociale illusoria che porta alla più genuina antisocialità... credendo di essere orientati al suo contrario.

I primi ipotizzano una realtà sociale che è solo loro opinione soggettiva, i secondi reagiscono agli eventi della realtà sociale con soluzioni che parimenti sono solo opinioni soggettive. Questa soggettività li condanna generazione dopo generazione alla più sterile azione nelle tre dimensioni sociali che, via via, decadono e involvono con sempre maggiore velocità.

Devo dire che è difficilissimo riconoscere di essere noi stessi quei Teorici e quei Pratici. Di solito ci riconosciamo nei Pratici e aborriamo i Teorici, ma non ci accorgiamo di coltivare opinioni soggettive esattamente come i Teorici. Opinioni illusorie che poi la realtà sociale concreta provvederà spontaneamente a mandare nel dimenticatoio con relativo seguito infestante di delusioni.

A un secolo di distanza dalla sua pubblicazione possiamo verificare che numerose criticità indicate ne “I punti essenziali della questione sociale” e nelle conferenze di Steiner sul sociale si sono immancabilmente verificate. Ai contemporanei di inizio ‘900 potevano apparire come singolari pronostici non fondati su nulla, ad esempio, il contrasto tra Stati sovrani e i protagonisti privati dell’Economia mondiale o, come espresso apertamente in alcune sue conferenze, il feroce contrasto del mondo dell’economia angloamericana e la Cina! Ma a noi uomini di inizio terzo millennio queste indicazioni tratte allora dall’osservazione oggettiva della “concreta” realtà sociale risultano perfettamente avverate.

Come il contrasto USA-CINA che oggi, a 100 anni dalla fine della Prima guerra mondiale, troviamo concretizzato nell’inizio della Prima guerra commerciale a livello mondiale; o come il contrasto tra il Fondo Monetario Internazionale e gli Stati sovrani o tra gli Stati sovrani e le Multinazionali.

Bisogna dire che quest’opera di Steiner è importantissima per la formazione e la presa di coscienza oggettiva del sociale tridimensionale (culturale, politico, economico) da parte delle generazioni future perché non è politicamente ideologica, ma puramente sociologica.

Inoltre risponde, 100 anni prima, all’appello di Zygmunt Bauman che certificava come la Sociologia moderna, nonostante i suoi potentissimi mezzi di indagine, fosse incapace di superare il primo gradino: quello della critica. Critica incapace di incidere sulla realtà sociale concreta. Critica esemplare nella sua capacità di fotografare la complessa realtà dell'Organismo sociale attuale, ma sempre e comunque sterile.

Steiner indica chiaramente nel passaggio dalla raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale nel cassonetto unico Stato alla raccolta differenziata nei tre cassonetti Scuola, Stato, Mercato la soluzione alle brucianti questioni sociali a livello personale, comunitario e territoriale planetario: presenti e immediatamente future.

Solo uscendo dalla considerazione idolatrica dello Stato unitario come unico e "indifferenziato" collettore del sociale tridimensionale (culturale, politico, economico), solo afferrando la novità istituzionale di un Organismo sociale tripartito, infatti, è possibile avverare il motto rivoluzionario Liberté, Égalité, Fraternité.

Mentre Steiner considerava quanto diceva in senso “concreto”, purtroppo per superficialità le sue indicazioni oggettive riguardanti la "Tripartizione dell’Organismo sociale” – rispetto alla sua decadente e antisociale unipartizione statale (o mercantile) attuale - hanno subito l’incomprensione dei Teorici e dei Pratici, causa le loro soggettive opinioni.

I primi, i Teorici volenterosi di ieri e di oggi colpiti positivamente dalle idee di Steiner, hanno visto la Tripartizione sociale in vita spirituale (Scuola), vita politica (Stato) e vita economica (Mercato) come una semplice filosofia sociale e l’hanno ritenuta realizzabile anche nella struttura unipartita a cassonetto unico/indifferenziato Stato: “Se lo Stato raccoglie in sè e domina Cultura, Politica ed Economia (occupandosi perciò anche di Scuola e Mercato) noi realizziamo la Tripartizione dell’Organismo sociale”.

Opinione questa che è eminentemente soggettiva, ipotetica e unilaterale perché solo “sostanziale” - diversissima dall’idea “strutturale” concreta di Steiner a cassonetto triplice per la raccolta differenziata del sociale tridimensionale – e che pertanto, in quanto mera opinione astratta, non poteva attecchire nella realtà concreta dell’Organismo sociale attuale.

Un poco come voler coltivare barbabietole, grano e olive sull’asfalto: il risultato sterile, anche nel sociale, è il medesimo. Solo che di fronte al materico asfalto anche i più tonti tra noi se ne accorgono sùbito, mentre di fronte al concettuale Organismo sociale anche i più intelligenti “Teorici” tra noi non si accorgono di andare contro la natura stessa del sociale tridimensionale e così si persevera diabolicamente nell’errore teorico anche a generazioni di distanza. E questo nonostante le continue tragiche disillusioni che ci porta incontro, a ondate crescenti, una realtà sempre più• antisociale!

I secondi, i Pratici volenterosi di ieri e di oggi colpiti positivamente dalle idee di Steiner, invece reagiscono al singolo problema emergente tentando di costruire istituzioni e attività tripartite in ogni ambito dimensionale. Ad esempio in Economia “imprese tripartite” o “banche tridimensionali” ecc. Opinione anche questa eminentemente soggettiva ipotetica e solo “sostanziale” - diversissima dall’idea “strutturale” concreta di Steiner a cassonetto triplice per la raccolta differenziata del sociale tridimensionale – e che non poteva pertanto attecchire nella realtà concreta dell’Organismo sociale (l'asfalto sociale) né al tempo di Steiner, né al tempo attuale: come dimostra il tentativo epico di quel gigante che fu Adriano Olivetti.

Un poco come voler immettere pasti caldi, frutta e verdure fresche, dolci e dessert appena sfornati in un cassonetto della raccolta indifferenziata e pensare che si conservino intatti e incorrotti dai rifiuti ivi pre-esistenti.

Solo che di fronte al materico cassonetto dell’immondizia che raccoglie indifferenziatamente i rifiuti urbani anche i più tonti tra noi se ne accorgono sùbito, mentre di fronte al concettuale Organismo sociale anche i più intelligenti “Pratici” tra noi non si accorgono di buttare tutto ciò che riguarda Cultura, Politica ed Economia in mezzo a “rifiuti sociali” già pre-esistenti da svariate generazioni umane.

Un esempio per tutti: la burocrazia, che condiziona tutto ciò che si fa. Davvero assai poco "pratici" questi Pratici che non si accorgono di essere altrettanto "teorici"• dei Teorici; e di andare con il medesimo atteggiamento interiore soggettivo contro la natura concreta tridimensionale del sociale.

Così si persevera diabolicamente in milioni di errori pratici, riproponendoli anche a generazioni di distanza e nonostante le continue disillusioni che ci porta incontro, a ondate crescenti, una realtà sempre più• antisociale.

Steiner invero aspirava sollecitare alla cura dell’Organismo sociale tridimensionale una terza categoria di Persone/Sociologi: i “Concreti”. La differenza è che i primi due (Teorici e Pratici) osservano l’Organismo sociale dall’esterno e ne ipotizzano soggettivamente le soluzioni, mentre il terzo tipo lo osserva dall’interno (!) ne prende coscienza, ne coglie oggettivamente le contraddizioni ed elabora le relative soluzioni.

Capire questa differenza è essenziale, ed è al contempo un cammino personale di crescita sociale che dovrebbe essere fortemente sviluppato dalla Scuola.

I primi (i Teorici) ad esempio sono immediatamente identificabili nei Segretari di Partito e nei loro follower: ossessionati dai punti programmatici. Punti programmatici che non realizzeranno mai perché sono una “sostanza sociale soggettiva astratta” – ogni Partito ha infatti le “sue” priorità sociali – ed è una sostanza che non corrisponde alla “struttura sociale oggettiva concreta”. L’Italia dal dopoguerra ad oggi è il miglior campo di studi in proposito. Il migliore del Mondo!

I secondi (i Pratici) apparentemente sembrano andare più al sodo: il problema è che oggi nell’Organismo sociale qualsiasi sostanza sociale (culturale, politica, economica) che viene escogitata come soluzione non trova corrispondenza nella sottostante “struttura sociale”. Il seme sociale non trova un fertile terreno sociale ma, come dicevamo, solo asfalto sociale che gli impedisce di attecchire e fruttificare.

Questa mancata corrispondenza tra sostanza tridimensionale e struttura unidimensionale dell’Organismo sociale è la madre di tutte le antisocialità registrate dalla Sociologia. Ricreare questa corrispondenza apre la strada a numerose soluzioni oggi viceversa ancora impensabili dai Teorici e dai Pratici.

Ricreare tale corrispondenza nell'Organismo sociale attuale è l’indicazione prìncipe per un “Concreto” come Steiner, e lo può verificare chiunque riesca a superare la fase iniziale soggettiva del Teorico o del Pratico sociale.

Scientificamente la base oggettiva dei suoi “I punti essenziali della questione sociale” parte dal riconoscere l’attuata e completata emancipazione reciproca delle 3 dimensioni sociali a partire dalla Rivoluzione industriale, oltre al fatto epocale che l’Economia non è più statale ma è diventata mondiale.

Va quindi preventivamente impedito che la dimensione Economia si impadronisca di tutto il sociale - come invece vediamo fare inarrestabilmente oggi - ma al tempo stesso ci si deve assicurare che abbia un suo ambito specifico in cui esprimere la sua autonomia: il Mercato.

E tuttavia al tempo stesso ci si deve assicurare che le altre due dimensioni sociali non subiscano un trattamento diverso. Entrambe, Cultura e Politica, devono avere il proprio ambito specifico in cui potersi esprimere autonomamente, senza essere condizionati dall'Economia: la Scuola è l’ambito specifico per la Cultura, lo Stato è quello specifico per la Politica.

Per i “Concreti” come Rudolf Steiner non ci sono milioni di pezze soggettive da mettere al sistema sociale per tentare di rattopparlo e finir di favorire invece la sopraffazione e la competitività più antisociale. Viceversa c’è una sola cosa da fare: tornare a far coincidere la sostanza sociale tridimensionale reciprocamenmte emancipata (Cultura, Politica, Economia) con una struttura sociale altrettanto reciprocamente emancipata (Scuola, Stato, Mercato). In modo che le tre dimensioni con i loro gruppi dominanti cessino di competere antisocialmente per il predominio dell’Organismo sociale e si equilibrino sinergicamente tra loro.

Altrimenti - certamente si può pensare e tentare tutto nelle tre dimensioni sociali e cercare di orientare ciò che si fa in senso tripartito - quel tutto lodevolissimo e all'avanguardia non trova un terreno fertile, ma un durissimo asfalto su cui diventa faticosissimo [come sa bene chi opera in tal senso] seminare iniziative tripartite. E attivare processi tripartiti virtuosi nelle 3 dimensioni culturale, politica ed economica diventa complicatissimo, con risultati lentissimi a manifestarsi o addirittura effimeri.

Ribadito in altri termini, nel sociale bisogna fare lo stesso passaggio evolutivo che abbiamo fatto nella raccolta dei rifiuti urbani: dalla raccolta indifferenziata (tutto in un cassonetto unico) a quella differenziata (carta nel cassonetto della carta, plastica nel cassonetto della plastica, vetro nel cassonetto del vetro).

Per dirlo al compianto Zygmunt Bauman: “La soluzione concreta da attuare è l’Organismo sociale finalmente tripartito sia nella struttura che nella sostanza: è questo il secondo gradino della Sociologia da conquistare che auspicavi nel tuo Paura liquida. Qui finalmente la Sociologia può incidere sulle disuguaglianze sociali e sul superamento della modernità liquida da te genialmente riscontrata”.

Invito così tutti ad approcciare concretamente “I punti essenziali della questione sociale - rispetto alle necessità della vita del presente e dell'avvenire”, forti delle conoscenze e delle esperienze storiche maturate in questo secolo che ci distanzia dalla nascita di quest'opera fondamentale.

Per le generazioni presenti e future, infatti, il viatico più attuale e positivo da seguire per intervenire in senso risanante ed evolutivo nella realtà sociale tridimensionale odierna è ancora quello "concreto" della Tripartizione dell'Organismo sociale indicatoci 100 anni fa da Rudolf Steiner..