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Trasformare il capitalismo

01/2015

Trust Sono in molti a credere che il capitalismo abbia bisogno di una trasformazione se vogliamo rinnovare la nostra economia affinché funzioni per tutti. Mentre le economie di Irlanda, Grecia, Italia, Spagna e Portogallo lottano contro la crisi economica, in Europa sembra che l'attuale sistema abbia i giorni contati. Le banche, ad esempio, nonostante siano esortate dai governi a prestare più denaro per il commercio e nonostante l'introduzione di denaro tramite operazioni di quantitative easing (che spesso si pensa essere la stampa di nuova moneta da far circolare nell'economia, mentre in realtà si tratta di creazione di moneta elettronica – quindi di creazione dal nulla) da parte della Banca di Inghilterra, stanno di fatto riducendo i loro prestiti per ottemperare alle regole bancarie post-stretta creditizia. Per le piccole e medie imprese questo significa che le banche spesso non solo non concedono loro prestiti ma possono anche arbitrariamente ritirare un prestito, con gravi effetti quali la perdita del lavoro e perfino la bancarotta. Per questo motivo è fondamentale trovare nuove pratiche per trasformare il capitalismo per le persone, il commercio, l'agricoltura, la comunità e la cultura. Ma come? Questo articolo esplorerà la questione da un punto di vista teorico e attraverso l'esempio pratico di un progetto pionieristico di terra e proprietà chiamato Stockwood Community Benefit Society Ltd, in creazione in questo momento. Questa organizzazione darà un posto di lavoro a più di 100 persone in varie organizzazioni, il suo nucleo centrale è un'azienda biodinamica e fornirà svariate opportunità di formazione agricola e sviluppo di competenze.

L'articolo affronterà cinque questioni:

  1. La visione del capitale come bene indifferenziato invece che come bene comune. (Il concetto di bene comune può essere compreso come terra o risorse che appartengono all'insieme della comunità, una “risorsa comune”)
  2. Cosa pensava Rudolf Steiner sulla trasformazione del capitalismo?
  3. Mutualizzazione e neutralizzazione: trasformare il capitalismo attraverso diverse forme di proprietà
  4. Come funzionano la Community Land Trusts e la Community Benefit Societies?
  5. Come uno specifico progetto, la Stockwood Community Benefit Society Ltd, trasforma il capitale per supportare commercio, lavoro, cultura, agricoltura e comunità, come progetto pilota esemplare

1. La visione del capitale come bene indifferenziato invece che come bene comune

Il capitale viene spesso definito come la quantità di denaro e altri beni che un'impresa possiede. Questi beni includono le fatture attive, l'attrezzatura e le terre o gli edifici dell'impresa. Una delle cause scatenanti della crisi finanziaria è stata quella di considerare il capitale come bene indifferenziato, che si può comprare e vendere sui mercati piuttosto che averlo amministrato come un bene comune, una risorsa comune. Oltre a ciò, le successive misure governative hanno promosso mercati liberi, unilaterali e senza restrizioni per capitale, terra e lavoro e questi beni comuni sono stati trattati come beni indifferenziati, danneggiando così la società, l'economia, la cultura e il pianeta. A ciò si deve aggiungere la dottrina del capitalismo neo-liberale che sostiene che l'interesse individuale non solo guiderebbe in modo efficiente l'economia ma si auto-regolerebbe, attraverso la competizione degli uni contro gli altri per la sopravvivenza e la supremazia.

Quest'analisi ci porta a concludere che molte sofferenze sono state causate dall'errore cruciale di aver considerato il capitale come un bene indifferenziato privatamente posseduto, invece che come un bene comune in cui i diritti di accesso ed uso siano gestiti socialmente. L'artista sociale tedesco Joseph Beuys (1921-1986), ha descritto il capitale come “spirito” o “energia”, che dovrebbe essere lasciato libero di essere creativo e produttivo. Un'altra descrizione è quella del capitale come “energia procreativa” che genera ritorni, profitti, benefici e surplus ben maggiori rispetto al valore del denaro utilizzato per il consumo quotidiano come denaro di scambio o d'acquisto.

2. Cosa pensava Rudolf Steiner sulla trasformazione del capitalismo?

Qual'era il pensiero di Steiner sulla trasformazione del capitalismo al suo tempo, e quanto è rilevante oggi questo pensiero? Steiner vide come le imprese potevano essere “procreative” o produttive, qualificate e capaci grazie al capitale. Per questo motivo egli si schierò a favore di un capitalismo in cui individui privati controllassero l'uso del capitale e si schierò vigorosamente contro il porre il capitale sotto il controllo di corpi burocratici. Egli sapeva che la relazione personale, creativa tra l'imprenditore e il capitale era vitale. Questa relazione personale permette la creatività, generando così le condizioni per la produttività, l'intraprendenza e la responsabilità individuale. Steiner sostenne che il capitale non era un bene indifferenziato da comprare e vendere, ma un bene comune socialmente creato che necessitava di essere amministrato una volta che gli imprenditori fossero morti, trasferitisi o andati in pensione. Egli suggerì un processo per il trasferimento di capitale o d'impresa, per cui un ente competente indipendente (organismi o enti statali, o equivalenti) rendesse possibile “il trasferimento ad una persona o ad un gruppo di persone le cui capacità individuali sembrano legittimarlo”. Egli suggerì che fosse possibile per gli imprenditori avere voce in capitolo nello scegliere liberamente il loro successore. Steiner si adoperò per affrontare una delle insane caratteristiche fondamentali del moderno capitalismo. E cioè l'acquisizione ingiustificata di potere che avviene quando un'accumulazione di capitale viene trasferita per ragioni arbitrarie come una vendita o un'eredità. Può essere che l'imprenditore iniziatore, creativo, lasci la sua impresa ad un membro incompetente della famiglia che può o mandarla in rovina (dalle stalle alle stelle alle stalle in tre generazioni!), o usarla come piattaforma per acquisire potere sociale, politico e culturale per poi proteggere tale ricchezza. Un altro esempio è quando le grandi compagnie usano i loro immensi capitali per sbaragliare la concorrenza e creare potenti imperi commerciali che possono ingiustificatamente influenzare i governi. Questo è stato drammaticamente dimostrato di recente dalle rivelazioni del quotidinano The Guardian e dall'Inchiesta Leveson, intrapresa dal governo britannico sull'impero di Rupert Murdoch (giornali, media, televisioni) e il suo coinvolgimento con polizia, politica, pubblico, imprese ed emittenti.

Sebbene Steiner raccomandasse l'accesso libero al capitale da parte di persone competenti, egli scrisse anche saggiamente che: “Dev'essere possibile cambiare i relativi diritti di proprietà non appena essi diventino un mezzo di acquisizione ingiustificata di potere”.

Ma come fare? Poiché le aziende a conduzione famigliare erano il modello dominante a quel tempo, Steiner suggerì il processo di trasferimento di capitale e d'impresa già menzionato: prima di tutto che, non appena un imprenditore smette di gestire un'impresa e amministrarne la produzione, l'impresa stessa e l'uso di capitale passi a qualcun'altro o che sia reinvestito altrove. Tuttavia, sebbene riconoscesse che gli imprenditori avessero il diritto ad una remunerazione ragionevole e ad un riconoscimento per i loro sforzi, scrisse: “Tuttavia, dopo la morte dell'imprenditore, o in un certo periodo di tempo successivo, anche i beni acquisiti attraverso i risparmi, insieme ai corrispondenti interessi, devono andare ad una persona o ad un gruppo spiritualmente o materialmente produttivo – ma solo a tale persona o gruppo e non ad una persona improduttiva nelle cui mani costituirebbe una pensione personale”.Un terzo ingegnoso processo di trasferimento di capitale suggerito da Steiner fu quello di trattare il capitale come un copyright. Egli pensava che alla società non giovassero persone che acquisivano e preservavano ingenti fortune e le passavano ad eredi improduttivi. Il suo accordo di copyright sul capitale faceva in modo che cessassero le royalties sul copyright da pagare agli eredi, per esempio dopo dieci anni dalla morte del proprietario, e a quel punto il capitale sarebbe stato posto in una fondazione filantropica per dare borse di studio, o tenuto in un ente di amministrazione fiduciaria per essere poi reinvestito nell'impresa. Questo avrebbe impedito ad eredi improduttivi di privatizzare il capitale e i beni dell'impresa ed avrebbe assicurato che questi fossero protetti da un'amministrazione fiduciaria. Dai tempi di Steiner le questioni di proprietà del capitale e del potere sono diventate ancora più pressanti e complesse con l'allentarsi dei controlli sul mercato e l'avvento di immense corporazioni globali. Tuttavia è ancora possibile vedere, in termini pratici, quanto possa essere utile il suo pensiero nell'affrontare le sfide attuali. Per esempio, le piccole e medie imprese familiari che si stanno battendo per convincere le banche a concedere loro prestiti, come potrebbero trovare modi di lavorare direttamente con i risparmiatori, tagliando fuori completamente le banche? Potremmo creare enti mutualistici che colleghino i risparmiatori alle imprese per fornire forme sicure ed etiche di investimento per individui che siano i facilitatori di una nuova economia? La risposta è sì, possiamo farlo.

3. Mutualizzazione e neutralizzazione: trasformare il capitalismo attraverso forme diverse di proprietà

La prossima questione che andiamo ad affrontare emerge dalla risposta all'ultima domanda. Una possibile soluzione risiede nel possesso comune della proprietà e nella neutralizzazione del valore del capitale dell'impresa in modo che questo non sia venduto ma trasferito da imprenditore a imprenditore. Una “società mutualistica”[1] è gestita nell'interesse dei suoi membri - i risparmiatori e coloro che prendono il denaro in prestito -, e non è quotata in borsa o posseduta da terzi. Gli istituti di credito fondiario[2] (creati per offrire mutui abbordabili a potenziali acquirenti di case) sono società mutualistiche. Il movimento cooperativistico e mutualistico offre un'alternativa di lavoro testata e comprovata, ed un mezzo per domare il capitalismo. Società mutualistiche, come la Nationwide Building Society, sono di proprietà dei loro membri, con una testa un voto per eleggere il Consiglio e il loro capitale è di proprietà comune. Centinaia di anni di esperienza e capacità su fondi di proprietà sicuri sono andati persi quando molti dei meravigliosi istituti di credito fondiario inglesi sono stati demutualizzati. Si è trattato di un processo per cui una società mutualistica di proprietà dei clienti cambia il suo status legale diventando privata e così facendo diventa una società quotata in borsa – di proprietà degli azionisti per il loro interesse personale piuttosto che dei lavoratori/clienti nell'interesse comune. Praticamente l'opposto di come avevano cominciato. Significativamente, nessuna di queste “nuove banche” demutualizzate è sopravvissuta alla recente recessione globale e molte, come la Northern Rock e la Bradford & Bingley, sono state gli anelli deboli che hanno preannunciato la stretta creditizia del 2008. E' interessante invece vedere come le altre società rimaste mutualistiche sono sopravvissute in buona salute alla stretta creditizia.

La mutualizzazione potrà non essere l'unico modo per trasformare il capitalismo, ma certamente i suoi valori cooperativistici e la sua migliore amministrazione possono aiutare ad addomesticarlo. Mentre le cooperative per il mutuo beneficio di chi vi partecipa esistono da molto tempo, il moderno movimento cooperativistico nacque in Inghilterra e Francia nel XIX Secolo. Oggi l'Alleanza Cooperativa Internazionale ha sette principi guida: adesione volontaria e aperta; controllo democratico dei membri; partecipazione economica dei membri; autonomia e indipendenza; educazione, formazione e informazione; cooperazione tra cooperative e cura delle comunità. I valori guida sono auto-aiuto, auto-responsabilità, uguaglianza, equità e solidarietà, onestà, apertura, responsabilità sociale e prendersi cura degli altri. E' cruciale per la realizzazione di questi scopi quanto bene questi valori vengano coltivati e messi in pratica nelle società mutualistiche.

I principi mutualistici possono ben applicarsi tanto alla proprietà o all'impresa quanto all'organizzazione di credito. Infatti di recente la mutualizzazione dei capitali attraverso forme coopertive come la Community Benefit Society, è cresciuta rapidamente attraverso la condivisione di proprietà dei beni. Ad esempio quando Stroud Common Wealth – un'organizzazione gestita con principi mutualistici – fu avvicinata da giovani agricoltori biologici locatori nel 2004/2005 perché li aiutassero a salvare la loro azienda agricola dalla svendita, fu rapidamente ideato un piano per creare una Community Benefit Society (CBS – prima conosciuta come società industriale e di previdenza), ossia la Forhall Community Land Initiative CBS. In nove mesi furono raccolte più di 800,000 sterline da azioni non profit in cui avevano investito più di 8,500 membri di questa CBS. Fordhall è stata l'unico investimento condiviso con quote comunitarie (community share) nel 2005/2006, ma nel 2010 ce ne sono stati più di 45. Questo dimostra che l'interesse sta crescendo attorno a questa forma di mutualizzazione del capitale. Dati i pericoli della demutualizzazione, alcune Community Benefit Societies assicurano che vi sono blocchi degli attivi che evitano che gli attuali membri traggano beneficio dagli sforzi e dai risparmi dei precedenti membri. Quindi per esempio, quando è stata creata la Fordhall Community Land Initiative CBS, fu creata legalmente come organizzazione filantropica, in cui ogni bene di liquidazione sarebbe andato a simili organizzazioni locali. Un altro esempio è la Biodynamic Land Trust CBS, che è anch'essa legalmente un'organizzazione filantropica e che ha l'Associazione Biodinamica (nel Regno Unito) come specifica organizzazione filantropica nominata amministratore fiduciario garante, onde evitare la demutualizzazione tramite il cambiamento di finalità e che può riceverne i beni in caso la BDLT chiudesse.

Ci sono altri modi per proteggere il capitale dall'essere trattato come un bene indifferenziato da comprare e vendere. Creando una fondazione, “neutralizzando” il capitale in modo efficace, impedendo che l'impresa sia comprata e venduta in borsa. E' interessante notare come è sia piuttosto comune tra le imprese famigliari tedesche mettere i loro beni commerciali in una fondazione, come la Fondazione Robert Bosch o la Fondazione Wala (che possiede l'azienda produttrice dei prodotti Dr. Hauschka, fondata dal Dr. Rudolf Hauschka). Queste fondazioni neutralizzano il capitale delle aziende in modo che esse continuino a beneficiare dell'uso del capitale ma che, come detto, non può essere comprato o venduto come bene indifferenziato in borsa. Molte aziende etiche ed innovative, come The Body Shop (cosmetica) e Cadbury (cioccolato) hanno perso i loro principi fondativi venendo quotate in borsa. Lo scopo del modello della fondazione è di mantenere prospera l'attività, con amministratori fiduciari che nominano la direzione esecutiva e i profitti dell'impresa diretti per sviluppare ulteriormente l'attività, verso scopi filantropici e la condivisione dei profitti con il personale.

La John Lewis Partenership – una catena di negozi del Regno Unito – è il principale esempio inglese di capitale neutralizzato, in cui tutto il personale è partner dell'azienda e riceve regolarmente una condivisone dei profitti annuali di più del 10% del suo normale stipendio. Quando il fondatore John Lewis si rese conto che guadagnava più di tutti i dipendenti messi insieme fu scioccato da una simile ingiustizia. Piuttosto che mantenere la proprietà e condividere i profitti egli decise in qualche modo di condividere la proprietà e mise il capitale dell'azienda in un partenariato che assicurava una leadership aziendale efficace, la proteggeva dall'acquisizione, e assicurava che tutti i dipendenti fossero partner beneficiari. Oggi, i supermercati Waitrose e i grandi magazzini John Lewis sono leggendari per qualità, prezzi, servizio clienti, redditività, condizioni lavorative e gestione aziendale. E' significativo rendersi conto che un capitale d'impresa può essere messo al sicuro attraverso un parternariato, protetto dall'inclinazione del mercato azionario al “valore per gli azionisti”, e che il management è libero di sviluppare il business mentre i partners partecipano del successo dell'impresa. La John Lewis Partnership sta funzionando bene da quasi cent'anni.

Sir Stuart Hampson, direttore della John Lewis per tredici anni, considerava la struttura della partnership di gruppo e la neutralizzazione del capitale la chiave del loro successo: “Quando entri in uno dei nostri negozi, non vieni servito da un dipendente, ma da un proprietario dell'attività e i clienti notano davvero la differenza.

4. Come funzionano i Community Land Trusts e le Community Benefit Societies?

I Community Land Trusts (CLT) ebbero origine dal pensiero e dalle azioni di pionieri del XIX Secolo come Octavia Hill, John Ruskin e Ebenezer Howard. Il Letchworth Garden City di Howard (nell'Hertfordshire, appena a nord di Londra) ne è ancora un esempio, essendo la terra posseduta in un trust da società terriere cooperative e gestita dal Letchworth Heritage Trust. Gli affitti di questa terra procurano 6 milioni di sterline di surplus all'anno da reinvestire in servizi pubblici.

Molti CLT sono costituiti come Community Benefit Societies (CBS). Essi esistono per il beneficio della comunità e possono anche diventare legalmente delle organizzazioni filantropiche, registrate come FSA (Financial Services Authority) piuttosto che con la Charity Commission. Il modo migliore per comprendere come effettivamente funzionano i CLT e le CBS è di unirsi ad uno di questi gruppi! Ad ogni modo ecco una descrizione di cosa sono e come funzionano. La definizione di CLT o Community Land Trust è passata per legge nel Luglio 2008 Housing and Registration Act. Un CLT è un “ente costituito con il preciso scopo di perseguire interessi sociali, economici ed ambientali di una comunità locale acquisendo e gestendo terre ed altri beni in modo da trarne beneficio per la comunità locale e di assicurare che tali beni non siano venduti o sviluppati se non nella maniera in cui i membri del trust credono benefica per la comunità”. Tutti i profitti provenienti dalle sue attività vengono usati a beneficio della comunità locale, gli individui che vivono o lavorano in tali specifiche aree possono diventare membri del trust e sono gli stessi membri ad averne il controllo.

Un CLT offre una maniera unica di utilizzare il valore dell'investimento pubblico come donazioni filantropiche, sovvenzioni di beneficenza, lasciti e investimenti privati per il bene comune. Esso mantiene la terra e i beni di proprietà sotto il controllo dei membri per il beneficio pubblico.

I CLT sono organizzazioni filantropiche, senza scopo di lucro, basate sulla comunità, costituite o come CBS o come aziende a responsabilità limitata. Queste organizzazioni sono amministrate da un piccolo staff professionale gestito da un consiglio eletto dai membri. Vi possono essere anche direttori di organizzazioni associate e rappresentati dell'interesse pubblico così come direttori eletti dai membri. Al momento ci sono più di 80 CLT in Gran Bretagna, da circa sei che erano nel 2005. Inoltre vi sono alcune Land Trusts a vocazione nazionale più che locale. Il più famoso è il vecchio e radicato National Trust (che custodisce abitazioni maestose, terre e luoghi di interesse nazionale accessibili al pubblico in tutto il Regno Unito), altri sono il neonato Biodynamic Land Trust (2011), il Soil Associtaion Land Trust (2010) e il Living Earth Land Trust. Questi ultimi tre posseggono terre in proprietà per uso biologico o biodinamico permanente. In questo caso essi servono una comunità d'interesse, piuttosto che una comunità geografica.

Di seguito ecco un progetto che esemplifica quanto abbiamo visto - la pratica innovativa nel mutualizzare e neutralizzare terre, proprietà e capitali comuni - e che può aiutarci a trovare un nuovo ente fiduciario per terre, capitale e proprietà.

5. Come un progetto specifico, la Stockwood Community Benefit Society Ltd, trasforma il capitale per sostenere l'attività, il lavoro, la cultura, l'agricoltura e la comunità. Un progetto pilota.

Salvaguardare la Rush Farm per portare avanti l'agricoltura biodinamica attraverso una CBS è una magnifica opportunità per creare un nuovo ente di amministrazione fiduciaria comune. C'è sempre una storia umana dietro ad ogni impresa e un assaggio di questa verrà qui presentato per l'interesse del lettore. La Stockwood Community Benefit Society Ltd è in creazione in questo momento a Stockwood, vicino a Redditch nel West Midlands, in un'area conosciuta come “il cuore dell'Inghilterra”. L'intenzione è quella di mutualizzare il Stockwood Business Park e la vicina azienda agricola biologica Rush Farm. La proprietà fondiaria è attualmente posseduta da Elysia - il distributore inglese di Dr. Hauschka – ed Elysia ha deciso di mutualizzare l'azienda agricola e l'area commerciale per salvaguardarli e proteggerli indefinitamente per il bene della comunità. Stockwood CBS Ltd acquisirà i terreni della Rush Farm e il redditizio Stockwood Business Park che ha entrate considerevoli grazie all'affitto di uffici ad attività rurali e seminari. Gli investitori non avranno solo un ritorno etico ambientale ma riceveranno anche interessi del 4-5% sui loro investimenti. E per molti sarà preferibile rispetto al far giacere i propri soldi in un conto bancario improduttivo.

La Stockwood CBS Ltd ha la sua dichiarazione di intenti:

Sostenere e migliorare il contesto sociale e quello naturale offrendo luoghi di lavoro in una cornice armoniosa attraverso la gestione biodinamica della tenuta di Stockwood secondo i più alti standard ecologici. Questo sarà realizzato offrendo luoghi di lavoro ed opportunità lavorative nell'area locale, convogliando entrate economiche nell'area e condividendo la proprietà localmente; fornendo un programma educativo ed eventi nel contesto rurale dell'Elysia Centre; offrendo un accesso libero, accogliente e ben gestito all'ambiente naturale e ai sentieri pubblici, alle ippovie e alle passeggiate attraverso la fattoria, al bosco e agli argini del fiume della Rush Farm e della tenuta di Stockwood.

Il Biodynamic Land Trust (BDLT) sarà socio della Stockwood CBS nell'organizzare il trasferimento dell'affitto della Rush Farm per assicurare che sia mantenuta in modo biodinamico per le generazioni future.

Lo scopo del BDLT è quello di assicurare le aziende agricole in un trust per garantire un accesso abbordabile alle famiglie dei contadini, per la conservazione delle campagne, per l'educazione e per la comunità collegata alle coltivazioni. I benefici che ne derivano includono il supporto dell'agricoltura biodinamica, la preservazione delle campagne, il sostegno alla coltivazione locale di cibo, la salvaguardia delle aziende agricole esistenti e l'aiuto per i nuovi coltivatori biodinamici.

La Stockwood CBS sarà lanciata nel 2012. E' possibile investire nella Stockwood CBS Ltd acquistando quote ritirabili da un minimo di 100 sterline l'uno ad un massimo di 20.000 sterline l'uno. Le quote avranno un ritorno del 4-5%. Altri preferiranno magari fare una donazione, utilizzando un gift aid, per sostenere la BDLT nell'investire 150.000 sterline nella Rush Farm.

Una passeggiata nella storia...

La Rush Farm, che si trova nel centro del borgo di Stock Wood, ha una storia interessante. Il vicino villaggio di Inkberrow ha un pub chiamato The Bull, famoso nell'area per essere stato il modello per la longeva serie della Radio della BBC “The Archers”. Infatti i primi incontri per la stesura dei testi avvenivano nella fattoria della Rush Farm e molti episodi furono proprio registrati qui. In una copertina di un'edizione del 1950 della Radio Times la “famiglia” Archers venne fotografata raccolta attorno al salotto della Rush Farm. Tutto questo avvenne perché Godfrey Baseley, il creatore della serie, era un amico degli Hillman che allora erano i proprietari della fattoria. Rush Farm è il nome della fattoria dal 1800; al tempo degli Hillman era conosciuta come Fattoria e Scuderia Stockwood. Nota in tutto il mondo per i suoi bovini dalle corna corte e cavalli da corsa, gli Hillman erano amici di una famosa cavallerizza olimpica, Pat Smythe, e produssero almeno un vincitore della Cheltenham Gold Cup.

Negli anni '90 la fattoria e la scuderia non erano più operative e gli edifici furono convertiti in un'area commerciale rurale. Elysia affittò lo spazio in quest'area commerciale nel 1997 e nel 2005 acquistò la tenuta e predispose per ricostruire la fattoria. La Rush Farm fu convertita in un sistema biologico e biodinamico certificato misto con bestiame e agricoltura, con attività di orticultura e boschive. La fertilità del suolo fu ricreata, così come la flora e la fauna naturali. I coltivatori sono Anne e Adrian Parsons e, attraverso la Rush Farm, per Anne è stato possibile portare avanti il lavoro pionieristico del padre, David Clement, che fu uno dei primi coltivatori biodinamici in Inghilterra.

Conlusione: Il futuro

Le persone in tutto il mondo stanno cercando alternative per addomesticare e trasformare il capitalismo. La mutualizzazione e la neutralizzazione offrono modi per salvaguardare le terre, le proprietà e i capitali comuni. Il movimento cooperativo e mutualistico inglese ha una storia ricca e stimolante e, nelle sue declinazioni moderne, offre metodi sicuri e chiari per possedere proprietà in modo mutualistico. In questo articolo abbiamo guardato in dettaglio teorico e pratico a come il concetto di proprietà mutuale sia importante oggi. Abbiamo anche rivisto alcuni dei pensieri di Steiner sul capitalismo e come essi si riflettano nella neutralizzazione del capitale di alcune forme moderne di proprietà commerciale. Così come i valori etici dei quaccheri informarono il loro pionieristico approccio al settore bancario nel XVIII e XIX secolo, così possiamo oggi attingere alle pratiche cooperativistiche, al pensiero di Steiner e far emergere buone pratiche per sviluppare forme efficienti di capitale e terre in amministrazione fiduciaria, come la Stockwood Community Benefit Society, come strade alternative da percorrere.



Martin Large

Martin Large è presidente di Stroud Common Wealth e direttore esecutivo di Biodynamic Land Trust



Traduzione di Valeria Malinverno



Note:

[1] Per società mutualistica (mutual organization) si intende “un'organizzazione basata sul principio della mutualità. Diversamente da una vera e propria cooperativa i suoi membri normalmente non contribuiscono al capitale dell'impresa con un investimento diretto, ma maturano il loro diritto ai profitti e al voto in quanto clienti. (...) Essa esiste allo scopo di raccogliere fondi dai suoi membri o clienti (denominati collettivamente 'membri') che possono poi essere utilizzati per fornire servizi comuni a tutti i membri.” Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Mutual_organization

[2] Il termine originale è “Building Societies”.


Per approfondimenti sul tema: