In diversi paesi del mondo sono state introdotte delle forme limitate di reddito di base in qualità di esperimenti in contesti circoscritti. Recentemente sono partiti dei test in Olanda e in Finlandia. Il reddito di base, chiamato anche reddito di cittadinanza, è una forma di sicurezza sociale per il quale le persone che vivono in un Paese ricevono una somma incondizionata di denaro come reddito. Questa somma dovrebbe essere costituita da una quantità di denaro superiore alla soglia di povertà mentre può essere inferiore per alcune categorie gruppi (ad esempio i bambini).
Una delle prime proposte di "sovvenzione in conto capitale previste al raggiungimento della maggiore età" è stata formulata da Thomas Paine, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, nel suo Agrarian Justice del 1795. Sostenitori molto noti dell'idea di reddito di base sono Guy Standing, Professore di economia dell'Università di Londra, e Philippe van Parijs professore belga di economia, entrambi fondatori di Basic Income Earth Network (1986), e l'imprenditore tedesco Gotz Werner, fondatore della catena di drogherie "DM" con oltre 1500 punti vendita in tutta Europa.
I primi esperimenti vennero fatti negli anni '60 e 1970 in Canada e negli Stati Uniti sotto forma di una tassa negativa sul reddito che diede alle persone con un basso reddito una entrata supplementare. Negli ambienti americani di destra, che sono generalmente contro l’elargizione pubblica di denaro come welfare per i poveri, troviamo anche il sostegno del reddito di base perché potrebbe portare ad una riduzione dell'amministrazione burocratica. Milton Friedman (1912-2006), economista americano e uno dei fondatori del neoliberismo, ne era favorevole per questo motivo. Ma di solito i sostenitori di un reddito di base si trovano sul lato opposto dello spettro politico, nei paesi con un welfare ben sviluppato, come il Canada, la Scandinavia e i Paesi Bassi. Oltre a questi paesi, esperimenti sono in corso anche in Brasile e in India.
Nuovi esperimenti
Nella città olandese di Utrecht (e in altre tre città) è iniziato quest'anno un esperimento, in cui diverse centinaia di disoccupati che beneficiano di prestazioni sociali saranno esonerati dall’obbligo di cercare un posto di lavoro e di riferire all’ufficio di collocamento cittadino. Riceveranno infatti gli stessi soldi ricevuti fino a questo momento. Nei prossimi due anni i ricercatori li seguiranno per vedere se diventano più sani e felici, hanno meno debiti, diventano più attivi e ritrovano più facilmente il loro modo di tornare al mercato del lavoro. Un'altra parte dell'esperimento consiste nel monitorare i costi dell'ufficio del lavoro locale nell’occuparsi di loro.
Contemporaneamente in Finlandia è iniziato un progetto pilota similare con 2000 disoccupati. Riceveranno ogni mese 560 euro - circa 480 sterline, o 600 dollari - (il beneficio sociale minimo) nei prossimi due anni. Potranno conservare i loro vantaggi aggiuntivi e gli sarà consentito di farsi assumere senza perdere i 560 euro. Il governo finlandese spera che almeno il 30% dei partecipanti troverà un lavoro in questi due anni. Un altro obiettivo dichiarato è la riduzione dei costi amministrativi.
Se vengono rimossi le restrizioni e i doveri esistenti per tutti coloro che ricevono prestazioni sociali, c’è da aspettarsi una riduzione dei costi della burocrazia, ma ciò che questo significherà per i disoccupati stessi e per la loro motivazione per cercarsi un lavoro non è ancora chiaro. I sostenitori del reddito di base non sono soddisfatti di questo primo passo che coinvolge solo i disoccupati. Vogliono la sua generale introduzione, per tutti. Uno dei loro argomenti è che in un prossimo futuro l'automazione e la robotizzazione del lavoro porterà ad una società in cui la piena occupazione non sarà più possibile. Ci sarà una disoccupazione forzata per le masse, il cui potere d'acquisto può essere mantenuto solo da un reddito di base, in modo più efficiente rispetto alla costosa burocrazia del welfare. Possiamo chiamare tutto ciò ‘sostituzione del walfare’.
Economisti e scienziati sociali non sono concordi sull'effetto dell’introduzione su larga scala di un reddito di base per tutti. Molti di loro considerano troppo elevati i costi di un reddito di base. Si ritiene inoltre che le persone saranno meno motivate a lavorare e che per alcuni lavori non si troverà nessuno a meno di non innalzare la loro retribuzione. Tutto dipende dal livello del reddito base.
Il reddito di base incondizionato
Nel 2005 l’imprenditore tedesco di successo Gotz Werner ha destato un certo scalpore nella stampa con il suo appello per un reddito di base incondizionato per tutti. I suoi argomenti non erano solo economici e sociali, ma anche, secondo lui, morali. I suoi pensieri e i suoi argomenti sono sostenuti da una prospettiva spirituale ispirata a ciò che egli ha sperimentato e capito per mezzo dell'antroposofia. Nella sua visione sociale le persone riceveranno ogni mese 1500 euro (1300 sterline) e non avranno più preoccupazioni e paure per la loro sopravvivenza nella vita moderna.
Werner ha fatto un calcolo realistico: elaborando una proposta di un secolo fa di Rudolf Steiner, propone di abolire tutte le tasse, ad eccezione dell'IVA (l'imposta sul valore aggiunto, chiamata VAT in Gran Bretagna, è un'imposta aggiunta al costo dei beni e dei servizi; anche molti altri paesi hanno questo tipo di imposta, talvolta chiamata con altri nomi, come "imposta sulle vendite", ecc.). Questo dovrebbe avvenire nei prossimi 20 anni, con un aumento regolare del livello di reddito di base e dell'IVA, che potrebbero salire al 50%. L'unica ragionevole imposizione, egli sostiene, può riguardare il solo consumo, con livelli più alti per i beni di lusso. I costi della produzione diminuirebbero perché le tasse nascoste insite nei prezzi al consumo verrebbero meno, mentre i salari diminuiranno con l’aumento dell'importo del reddito di base. Gli enormi costi burocratici del sistema sociale non sarebbero più necessari perché tutti i benefici sociali verrebbero soppressi nel corso del tempo. Nel calcolo finale di Werner, il risultato sarebbe positivo e i prezzi al consumo rimarrebbero stabili.
Nelle discussioni pubbliche che si sono sviluppate intorno alle idee di Werner, sono state discusse questioni molte importanti riguardanti la nostra concezione del lavoro, la struttura della società e gli obiettivi della vita umana. I suoi libri e e le sue interviste sono stati letti da migliaia di tedeschi. Una delle sue affermazioni visionarie affermava che il compito dell'economia non è quello di impiegare le persone, ma di liberarle dal lavoro, organizzando in modo più efficiente il processo produttivo. L'obiettivo dell'economia, ha dichiarato Werner in un'intervista, è quello di fornire beni e servizi ai clienti. E l'introduzione di un reddito base è per lui il primo passo verso la separazione completa del lavoro dal reddito.
Nelle cerchie antroposofiche le reazioni sono state divergenti. Steiner aveva un'altra visione del cambiamento sociale e dell'organizzazione della vita economica. Per egli, l'economia non ha nulla a che fare con i soldi liberi per tutti, quanto di una nuova consapevolezza per la quale come esseri umani abbiamo esigenze che possono essere soddisfatte solo da altri che sono disposti a lavorare per noi. Il lavoro è in ultima analisi un servizio per gli altri. Secondo Steiner, lavorare per i nostri simili e ricevere un certo reddito erano due problemi distinti. Idealmente, il reddito non dovrebbe essere il motivo per cui lavoriamo. Dovremmo infatti ricevere il nostro reddito come parte del valore comune che creiamo nella società, secondo il nostro contributo, entro i limiti inferiori e superiori del reddito determinati in parlamento. Per coloro che non lavorano in un'organizzazione aziendale, una legge dovrebbe determinare il modo in cui viene stimato il loro contributo, anche entro limiti di reddito.
Da questo punto di vista, parlare di un reddito di base ha senso solo se la nostra coscienza si risveglia al fatto che altri sono necessari per creare per noi questo reddito attraverso il lavoro e che anche noi siamo chiamati a svolgere la nostra parte per il reddito base degli altri.
Come potrebbe apparire in pratica una nuova società basata su idee siffatte è stato elaborato in modi molto diversi dalle persone ispirate ai pensieri di Steiner. Dietro le sue idee si manifesta la visione di un futuro in cui non lavoriamo più per noi, ma per il benessere dell'umanità. Il maestro spirituale bulgaro Peter Deunov (1864-1944) nel 1944 ha messo in evidenza che in futuro riceveremo quello di cui abbiamo bisogno dalla comunità in cui viviamo. Ha predetto che, innanzitutto, il pane sarà dato gratuitamente a tutti sulla terra. In questo modo il pane e altri alimenti salutari potrebbero diventare il primo contenuto di un reddito di base globale. Altri bisogni di base potrebbero essere soddisfatti in seguito.
Per raggiungere questo obiettivo, la struttura della nostra società globale deve cambiare completamente. L'introduzione di un reddito di base potrebbe essere un primo contributo per questa modifica. In ogni caso, esso certamente ci libererebbe dalla selva di accordi burocratici sul welfare con le loro restrizioni, regole e meccanismi di controllo e ci darà il diritto di ricevere i soldi necessari per condurre una normale vita umana a livello di base.
La discussione sul reddito base dimostra che la nostra coscienza deve trascendere la barriera ideologica che lavoriamo solo per noi stessi. Abbiamo bisogno di ulteriori esperimenti per aumentare la consapevolezza con forme limitate di reddito base, altrimenti il reddito di base non sarebbe altro che una sostituzione del welfare che riduce i costi amministrativi.
Harrie Salman vive in Olanda ed è un insegnante itinerante di filosofia e un ricercatore nei settori della storia della cultura, dello sviluppo sociale e della spiritualità.
Articolo apparso sulla rivista antroposofica "New View magazine" (2nd Quarter Spring 2017), tradotto per gentile concessione dell'autore.
Per approfondimenti sul tema:
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