Questa traduzione in lingua italiana dell’interessante libro di Udo Herrmannstorfer vede la luce ben 16 anni dopo la prima pubblicazione dell’opera originale in lingua tedesca.
Gli argomenti citati nel sottotitolo, Lavoro, Terra e Capitale, chiariscono subito il percorso del saggio, il quale riprende sostanzialmente, ampliandoli, i temi affrontati nel lontano 1944 dall’economista tedesco Karl Polanyi nel sesto capitolo del suo libro “La grande trasformazione”, intitolato appunto “Il mercato autoregolato e le merci fittizie”.
Ma prima di immergersi in queste categorie strettamente economiche, l’Autore ci offre una panoramica sui primi passi di quel fenomeno nuovo che si è andato via via sempre più espandendo, ora chiamato Globalizzazione, e che Rudolf Steiner già negli anni venti del secolo scorso, nel suo ciclo di conferenze sull’economia, aveva profetizzato con il nome di Economia mondiale. L’Autore passa poi in rapido esame il tema della Tripartizione Sociale, quell’idea che sempre Rudolf Steiner pone alla base delle sue osservazioni sull’organismo sociale, riprendendo un filone di pensiero che aveva attraversato tutto il 19º secolo e nel quale si erano impegnati a vario titolo grandi personalità europee come il fondatore del socialismo francese Claude-Henri de Rouvroy conte di Saint-Simon, l’economista tedesco Karl Eugen Düring, il pensatore e poeta russo Vladimir Solov’ëv e il medico occultista francese Joseph Alexandre Saint Yves marchese d’Alveidre. Da questo tema Hermannstorfer prende spunto per ampliare lo sguardo su importanti argomenti economici come il mercato, i prezzi e soprattutto l’associazionismo, quale superiore forma cosciente da imprimere alle forze del mercato per promuovere in prospettiva il raggiungimento di un prezzo giusto.
Circa l’argomento principale dell’opera e cioè le tre ‘merci fittizie’ rappresentate dalla Terra, dal Lavoro e dal Denaro, ne vengono chiaramente delineate le linee guida, evidenziate le loro contraddizioni nell’economia presente e indicate le nuove possibilità offerte da modi di pensiero più liberi, non cristallizzati, svincolati da una realtà meramente orientata al profitto ma tesa a un equilibrato sviluppo della qualità di vita dell’umano. La particolarità che più colpisce nella disamina di queste tre categorie economiche è il ricorso a una ricchezza di esempi e di proposte concrete, di sano buon senso, come non si rileva in altre pubblicazioni di economia alternativa. L’istanza propositiva, cioè, sembra costituire il maggior pregio dell’opera, la quale lascia un po’ in ombra - forse di proposito per non appesantire la trattazione - l’analisi scientifica, di natura più squisitamente accademica, che peraltro fa capolino qua e là tra le righe, quasi a stimolare il lettore volenteroso e più in confidenza con la sintassi economica verso ulteriori approfondimenti.
Per tutto quanto sopra, quest’opera di Udo Herrmannstorfer viene a costituire nell’ambito della cultura economica un punto di riferimento sicuro della tematica eretica alla Tradizione, anche per la penuria di pubblicazioni similari nel panorama editoriale italiano.
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