Questo documento raccoglie i pensieri di chi scrive su di una
possibile applicazione in ambito aziendale dei principi della
triarticolazione sociale, così come formulati da R.Steiner, tutte le
volte che ci si interroghi su quale possa essere l’assetto
organizzativo migliore da dare ad una azienda che abbia rilevato
tutti i limiti di organigrammi che non considerino l’uomo al
centro della loro attenzione.
Uno dei temi più dibattuti fra gli studiosi di economia aziendale e
gli operatori economici riguarda i modelli gestionali cui riferirsi
tutte le volte che ci si accinge a mettere in relazione ciascun
uomo d’azienda con il suo ruolo nonchè i diversi uomini fra di
loro nel perseguire le finalità dell’impresa e nel contempo
motivare gli uomini che in quella organizzazione economica
operano.
Un contribuito a questo dibattito vorrebbero essere le riflessioni
che qui si espongono. Si è consapevoli di non poterle considerare
nè esaustive nè perfette e che invece abbisognano del contributo
di molti per poter diventare nel tempo uno strumento utile più di
quelli sino ad ora utilizzati nella gestione di organismi attivi in
ambito economico.
Una delle possibili partizioni dell'organismo umano è quella che
definisce "neurosensoriali" gli organi riconducibili alla testa ed al
sistema nervoso, "ritmici" il cuore ed i polmoni ed infine
"metabolici" gli organi deputati alla digestione nonché al
movimento.
Questa tripartizione organica, così come è riconducibile al
singolo uomo, può esserlo anche in relazione ad una multitudine
di uomini che vivono all’interno di un medesimo ambiente.
Anche l'agire degli uomini che fanno parte del macrocosmo
sociale è riconducibile, infatti, in tre ambiti ben distinti, così
come ben distinti sono gli organi del microcosmo umano.
Le prime attività individuabili nel sociale sono quelle svolte da
coloro che sono protesi a ricercare ottimali regole di
comportamento comuni. Questo ambito è definibile giuridicopolitico.
Le seconde riguardano coloro che sono impegnati nei
diversi campi della produzione, della circolazione e del consumo
di beni; questa è l'area economica. Le terze sono rivolte alla
crescita culturale e formativa degli uomini nonché
all’amministrazione della giustizia; questa è l'area spirituale.
Se osserviamo la vita sociale, così come si svolge ai giorni nostri,
ci possiamo domandare quali possono essere le cause
fondamentali di molte delle criticità che emergono nelle più
diverse circostanze ed a cosa dobbiamo attribuire la ragione di
tutta una serie di inefficienze, ritardi, errori valutativi, titubanze,
tensioni sindacali.
La risposta la possiamo trovare osservando cosa accade ad un
uomo quando un organo appartenente ad uno qualsiasi dei suoi
tre sistemi organici, come sopra definiti, anziché svolgere la sua
funzione ed essere in armonica correlazione con gli altri, prende
il sopravvento su di loro condizionandoli nel funzionamento ed
inibendoli o costringendoli ad un superlavoro. Sicuramente
questo prevaricare di un organo sugli altri prima o poi porta ad
una grave malattia di tutto l'organismo fino alla sua morte. Basti
pensare alle conseguenze di un affaticamento epatico causato da
una scorretta digestione o ad uno scompenso cardiaco prodotto
da una inadeguata attività motoria.
Queste osservazioni sul comportamento patologico degli organi
umani possono valere anche nell'ambito delle attività che si
svolgono nel contesto sociale. Infatti, una delle ragioni
fondamentali della situazione di crisi in cui versa la nostra
società risiede proprio nel modo con cui le attività peculiari con
cui essa si esprime, economiche, giuridico-politiche, culturalispirituali,
sono svolte senza una chiara loro delimitazione. Esse,
anziché cooperare fra di loro ed influenzarsi positivamente,
interferiscono reciprocamente, prevaricano le une sulle altre e
subiscono nonchè causano intromissioni tali da snaturare le
individuali autonomie.
La missione della sfera giuridico-politica, identificata nel
bisogno d'uguaglianza di tutti gli uomini, è disattesa o mal
perseguita. Così pure quella della sfera economica che persegue
la fratellanza e quella della sfera spirituale che esprime la libertà
di pensiero. Uguaglianza, fratellanza, libertà, sempiterni aneliti
dell'umanità, assumono a causa di questo malfunzionamento
organico la forma di mostri. Ne sono tristi esempi il comunismo
che, in nome di una falsa fratellanza, reprime le libertà nonchè il
capitalismo che, sbandierando la libertà, calpesta i sacri valori
della solidarietà.
La perdita di autonomia di ciascuna area genera caos a diversi
livelli ed ogni uomo, seppure operi nell'area di sua pertinenza, è
costretto, suo malgrado, in modo cosciente o inconscio, a
cogliere pensieri, ad adottare comportamenti, a sviluppare
logiche e perseguire finalità che sono inquinate dai pensieri, dalle
logiche e dai comportamenti tipici delle altre aree.
E' sotto gli occhi di tutti quanto dannosa sia l'ingerenza, anche
nel nostro paese, degli organi politici nell'area economica o in
quella spirituale. Per non considerare poi la perniciosità delle
incursioni dell'economia nella politica o nell'area culturale.
Il cancro che ha colpito il nostro apparato sociale forse non ha
ancora prodotto irreversibili metastasi, ma per farlo regredire
occorre scongiurare l'ingerenza di ogni area nei confronti delle
altre.
Dopo quelle dell'organismo umano e di quello sociale, si
prendano in considerazione le ingerenze che si manifestano negli
organi costitutivi di un’azienda.
Anche all'interno delle organizzazioni aziendali infatti esiste la
stessa tripartizione tipica del più vasto organismo sociale ed è per
questo che troppe aziende lamentano crisi, inefficienze,
demotivazioni ed insuccessi a causa di una inadeguata presa di
coscienza di ciò che vuol dire triarticolazione in ambito
aziendale. In altri termini, all'interno delle aziende come
all'interno della struttura sociale, coesistono dannose interferenze
fra le attività dell'area giurico-politica, di quella culturale e di
quella economica.
Si prenda in esame ad esempio quest’ultima, quella cioè che
sovrintende la produzione e la distribuzione di beni e servizi e ci
si chieda in che rapporto si trova questa con l'area giuridicopolititica,
di quella cioè che si fa carico di dettare regole e
trascrivere procedure. Ci si domandi poi quanto spazio sia dato, nell’azienda considerata, alla cultura e alla formazione, dunque
allo spirito e non solo alla materia. Ed inoltre se la crescita dei
suoi uomini sia oggetto d'attenzione al pari di altri aspetti
gestionali o se sia considerata marginalmente.
Ed infine quanta intromissione vi sia nell'area economica, quella
cioè del produrre e distribuire, da parte di coloro che invece
dovrebbero attendere esclusivamente ad un'altra diversa area.
Consideriamo ora che è attraverso il pensiero, il sentimento e la
volontà che noi tutti ci definiamo uomini, in senso lato, ma anche
uomini d'azienda in senso specifico, e domandiamoci se esiste
una correlazione fra il pensare, il sentire ed il volere e la
triarticolazione delle attività svolte nelle aziende.
Anni di osservazione su ciò che accade nell’ambito economico
relativo alle attività imprenditoriali, conducono ad affermare che
esiste una chiara identificazione dei tre aspetti dell'essere
dell'uomo, il pensare, il sentire ed il volere con le tre aree di
attività aziendale come sopra definite. In effetti il pensare è
correlato con le attività inerenti l’ideazione e lo sviluppo di nuovi
prodotti, il sentire con quelle riguardanti la definizione delle
procedure e del controllo amministrativo/finanziario, il volere
con la produzione e la distribuzione dei prodotti e dei servizi
nonché con la logistica.
Alla domanda su cosa possano servire queste osservazioni cerca
di dare risposta questo disegno di un improbabile uomo che
voglia rappresentare simbolicamente il corpo di
un'organizzazione aziendale.
Come si vede, le parti relative alla testa, al cuore ed ai polmoni
sono rachitiche. Sono quelle dove è possibile collocare
rispettivamente il pensare che sviluppa le attività ideative ed il
sentire che sviluppa quelle riguardanti le regole di
comportamento, le procedure ed il controllo.
Le parti relative al metabolismo, all’apparato digerente ed alla
deambulazione sono invece abnormi. Sono quelle riconducibili
alla volontà, al fare, al movimento, al produrre e
commercializzare.
Per questa ragione è notevole il numero delle aziende
rappresentabili come un mostro dagli abnormi arti e dall’enorme
pancia su cui è impiantata una minuscola testa ed un rachitico
torace a protezione di due striminziti polmoni e di un debole
cuoricino. E’ questo un essere vivente che gode di uno scarso
pensiero e di una limitata attività di sentimento e che si è
sviluppato in modo abnorme nell'ambito della volontà che genera
movimento proteso ad ottenere mezzi da destinare per lo più al
suo nutrimento fisico senza considerare quell'altro tipo di
nutrimento di cui hanno bisogno sia la testa che il cuore. E’ il
nutrimento delle attività riguardanti la crescita degli uomini, la
definizione delle regole di comportamento, il controllo degli
accadimenti gestionali; in altre parole di quelle attività di ricerca
dello spirito che motiva, della formazione che appaga, del
controllo di gestione che monitora, delle procedure che non siano
solo facciata per una certificazione formale.
Di fronte a questa rappresentazione dell’organismo aziendale
l’interrogativo è: "Come è possibile trasformare questo mostro in
un essere armonico?", "Dove mai potrà andare un’azienda che ha
gambe e mani così grandi, ventre così abnorme e testa e cuore
così piccoli?", "Cosa fare per rinforzare gli organi rachitici?".
Per trovare risposta a questi interrogativi chi scrive chiede aiuto
ad ogni antroposofo o studioso d’antroposofia che voglia dare il
suo contributo arricchendo ciò che segue con considerazioni e
suggerimenti, con correzioni ed ampliamenti, con un pensiero,
una fantasia e una tecnica che riguardino o possano riguardare
ogni aspetto contemplato da questo primo tema il cui titolo è :
“Come definire ogni uomo all’interno di un vivo organigramma
aziendale in modo da realizzare il suo progetto esistenziale e nel
contempo quello della sua azienda globalmente intesa? Che
aiuto gli si può dare nel crescere in relazione agli altri uomini
che insieme a lui in quell’azienda operano?”.
In allegato presento uno schema che illustra la collocazione che
ho pensato di dare alle funzioni aziendali più rilevanti all’interno
delle tre sfere definite dalla triarticolazione.
In quella spirituale, che ho chiamato “Lo spirito”, ho
collocato le funzioni che fanno capo a chi ricopre il ruolo di
ideatore di nuovi prodotti ed a chi ha il compito di
concretizzare l’idea in prototipo prima che sia avviata alla
produzione. Il primo è colui che ha il pensiero, il secondo la
tecnica. Fra i due corre la fantasia. La terza funzione della sfera
spirituale è quella del controllo di gestione, compito che, senza
entrare nel giudizio sul come le attività sono svolte nei diversi
ambiti aziendali, le monitora per evidenziare le differenze fra ciò
che era stato previsto e ciò che si è realmente realizzato. E’
funzione corrispondente nel sociale a quella del giudice.
All’interno della sfera spirituale le tre funzioni micocosmiche le
ho definite corrispondenti alle tre del macrocosmo e quindi la
“subsfera” dell’ideazione è spirituale per eccellenza, quella
dell’industrializzazione è la più economica fra le tre della sfera
spirituale e quella del controllo di gestione è quella più politicogiuridica
delle altre..
All’interno della sfera economica, che ho chiamato
“L’economia”, ho collocato la funzione commerciale
definendola delle relazioni giacchè l’attività del vendere è una
funzione di relazione per antonomasia e l’incontro con l’altro la
qualifica come la più spirituale fra le attività economiche.
La seconda funzione è quella del produrre ed è la più economica
in assoluto, sinonimo del fare. La terza attività è quella logistica
che sovrintende al flusso delle merci, al loro stoccaggio, alla
programmazione della produzione, ai trasporti. Attività queste
che si svolgono bene a condizione che ci siano regole e metodo.
Dunque questa è l’attività più giuridica, ovvero delle regole, delle
tre della sfera economica.
All’interno della sfera politico-giuridica, che ho chiamato “Le
regole”, ho collocato la funzione qualità che è la più
spirituale di quelle della sfera giuridica. Infatti seppure venga
svolta tenendo a mente le regole che sovrintendono alle relazioni
funzionali fra tutti gli organi per disciplinare i comportamenti,
non può essere esercitata se non valorizzando lo spirito degli
uomini che incarnano le diverse funzioni.
La seconda funzione è quella amministrativa, quella cioè
preposta alla raccolta di dati contabili per addivenire ai rapporti
sull’andamento economico-finanziario dell’azienda. Queste
attività producono abbondanti documenti e manipolano molti
dati, quindi definiscono tale ambito il più economico della sfera
giuridico-politica. La terza funzione è quella relativa alla
definizione di contratti legali di ogni genere e va da sé che la sua
è la più politico-giuridica delle tre.
Ho utilizzato tre colorazioni diverse per ragioni ovvie agli
antroposofi seppure avverto il bisogno di essere aiutato anche
sotto questo profilo per valorizzare bene, sotto il profilo
cromatico, non solo le tre sfere macrocosmiche ma anche le
microcosmiche al loro interno. Queste, come si vede, ho cercato
di connotarle con colori che risultano dall’incontro fra quello
della macrosfera di appartenenza con quello della sua intima
caratterizzazione. Ad esempio: la funzione commerciale, quindi
delle relazioni per antonomasia, è attività spirituale, e perciò di
colore blu, inserita nella sfera economica, quindi di colore rosso.
L’incontro fra il blu ed il rosso è un certo viola .perché??
La fusione fra i diversi colori potrà aiutare a comprendere meglio
qual è l’essenza delle diverse funzioni in modo che chi le ricopre
conosca meglio se stesso ed il suo agire in funzione del ruolo che
gli è assegnato o che sente suo?
E poi, le corrispondenze fra funzioni e loro collocazione nelle
diverse sfere può servire per tracciare una sorta di cammino
formativo che ciascun responsabile di funzione dovrà tenere a
mente per valorizzare se stesso?
Ad esempio quali sono gli elementi di riflessione più profondi
che riguardano il responsabile commerciale (spirito
nell’economico e dunque libertà nella fratellanza) piuttosto che il
responsabile amministrativo (economico nel politico e dunque
economia nella fratellanza ) o il responsabile tecnico (economia
inserita nello spirito e dunque fratellanza nella libertà) o il
controllore di gestione (regole nello spirito e dunque uguaglianza
nella libertà)?
In altri termini se la collocazione che ciascuno ha all’interno
dell’organismo aziendale non è casuale ma prodotto del karma,
che cosa può insegnare il trovarsi lì, in quella posizione: che
correlazione esiste con gli altri organi e soprattutto QUALE
RELAZIONE SVILUPPARE con loro e COME giacchè la
posizione stessa in cui ci si trova ad essere collocati è un segno?
Lo schema della triarticolazione applicata in azienda evidenzia,
al centro delle tre sfere una stella a cinque punte di colore blu.
Riguarda l’imprenditore o colui che si fa carico di definire la
strategia aziendale, quel percorso cioè che valorizzi le capacità
degli uomini dell’azienda e nel contempo dia un senso
all’azienda stessa sul mercato. Alla figura dell’imprenditore è
inoltre riconducibile il compito di assicurare le risorse finanziarie
per la realizzazione dell’impresa, nonché quello di sostenere le
risorse umane nel loro sviluppo professionale ed umano.
A ben vedere anche queste sono definibili spirituali
nell’incanalare il denaro verso l’idea, politiche nel sostenere gli
uomini dell’azienda senza fare distinzione alcuna fra di loro
quanto ad impegno profuso, economiche nel progettare
strategicamente un’attività che voglia nel concreto essere
strumento di fratellanza.
Chi è giunto a leggere sino a questo punto potrà arricchire questo
scritto e farlo suo in modo che possa servire a molti uomini
d’azienda alla ricerca del senso della loro vita lavorando in
azienda, nuovo convento per rinati confratelli?
Grazie
Franco Tagliente
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