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Una visione d'insieme



2.3 Sfera giuridica o politica

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Se si considera la società kepleriana, come la notevole estensione del dominio economico, verrebbe da concludere che un dominio politico-giuridico in quanto tale sia del tutto inesistente. In effetti, spinti dall'emergenza sopravvivenza, i kepleriani non hanno ritenuto affatto indispensabile, per prendere le proprie decisioni, dotarsi di una istituzione esteriore quale un parlamento o un'altra assemblea su base elettiva. Ciò si giustifica solo in parte con la situazione contingente e le minuscole dimensioni della comunità. Le decisioni di natura economica, per quanto abbiamo visto, infatti, sono di pertinenza esclusiva dei responsabili dei gruppi di lavoro e delle loro associazioni, ovvero del dominio economico. Ma questo ancora non autorizza a concludere che non esista un dominio giuridico tout court. Si dovrebbe dire più correttamente che esso è in qualche modo "sottinteso". In effetti gran parte dell'impostazione del dominio economico risente di una ben precisa sensibilità del diritto, mentre è da escludere che esso si sia configurato "spontaneamente" a conferma di qualche teoria del "buon selvaggio" di rousseauiana memoria secondo cui, in condizioni primigenie, non ci sarebbe sfruttamento economico tra gli uomini e tutti vivrebbero in un ordinamento idilliaco basato su una condivisione comune dei beni. Al contrario, se la società di Kepler 2b si manifesta con i caratteri di uguaglianza e fraternità che stiamo osservando, è perché tale comunità è costituita da individui interiormente evoluti, che forse non sapevano come modellare esattamente la migliore struttura sociale in assoluto, ma ne hanno intuito una possibile, avendo ben chiaro che tutta la comunità doveva riuscire a salvarsi e che tutti indistintamente dovevano poter accedere a quanto necessario per la propria sopravvivenza.

Se tale evenienza appare scontata, si dovrebbe considerare realisticamente la possibilità che un gruppo di individui, i più forti, i più spregiudicati o, se vogliamo, i "più adatti alla sopravvivenza", avrebbe potuto prendere il "potere" e utilizzare in modo esclusivo le risorse alimentari rimaste fino all'arrivo dei soccorsi, mentre il resto della comunità avrebbe potuto essere lasciato perire di fame. Ipotesi non remota, soprattutto se si tiene conto che la situazione immediatamente successiva all'atterraggio lasciava ben poco spazio alla prospettiva di salvezza sicura per tutti. Quindi, ancorché non esprimentesi esteriormente sotto forma di una qualche carta costituzionale, esiste sul piccolo pianeta un ben determinato, seppur intuitivo, concetto del diritto, ed esso informa i criteri secondo i quali soprattutto il dominio economico è andato strutturandosi. Se i kepleriani volessero enunciarli esplicitamente, è molto probabile che la carta costituzionale della comunità risulterebbe molto simile a quelle delle moderne democrazie occidentali, con in più alcuni articoli aggiuntivi che fisserebbero i raggiungimenti da essi ottenuti.

Il principale fra questi è senz'altro il seguente:


Ciascun componente della comunità contribuisce ad essa secondo le proprie attitudini e capacità, avendo diritto a ricevere in cambio quanto necessario al sostentamento proprio e dei suoi congiunti, indipendentemente dalla quantità di lavoro fornita.


Questa formulazione assai semplice è certamente molto poco tecnica, ma rispecchia abbastanza bene il sentimento che l'ideale di uguaglianza e fraternità suscita tra gli abitanti del pianeta quando essi osservano la loro struttura sociale. Se torniamo per un attimo a quanto detto a proposito della sfera economica, abbiamo visto che essa sancisce la diversità dei talenti e delle capacità umane. L'ambito economico è portato per sua naturale disposizione a fare di questa effettiva diversità anche uno strumento di prevaricazione sociale. Per evitare ciò, la sfera giuridica interviene impedendo al dominio economico di mettere in discussione che ogni essere umano abbia il necessario per condurre una vita dignitosa. Si tratta di qualcosa che non è di certo estraneo al diritto di molti Paesi, ma solo su Kepler 2b esso è una realtà concreta e non un mero ideale a cui tendere. è probabile che la parte più problematica di questa enunciazione sia la chiosa finale "indipendentemente dalla quantità di lavoro fornita". Indubbiamente ciò può essere garantito solo in questa specifica comunità e solo in virtù dei suoi appartenenti, e se da un lato essa viene percepita come "giusta" e doverosa, dall'altro è chiaro che essa apre interrogativi sui quali si dovrà tornare in seguito.

Ci sono anche altri "articoli", ma per il momento le condizioni della comunità sono tali per cui non si sente ancora la necessità di una loro enunciazione: sebbene operanti, risultano inespressi. Ad esempio, una norma che impedisca al responsabile di un gruppo di lavoro di assicurarsi la totalità dei proventi della propria attività al momento non ha senso, poiché sul pianeta non circola alcuna moneta e a nessuno dei responsabili passerebbe per la testa di "tesaurizzare" delle cataste di legna! Quindi la sfera giuridica si occupa unicamente di ciò che si sviluppa tra uomo e uomo, regolando i rapporti tra di essi. Di fatto, sul pianeta essa si occupa quasi esclusivamente della sicurezza interna e, nei rari casi in cui questo si è reso necessario, il corpo ufficiali ha provveduto ad investire del ruolo di giudice alcune persone fra le più anziane della comunità, quelle dotate di maggior carisma e spessore spirituale. Al querelato quindi è stata concessa facoltà di farsi giudicare da chi tra questi gli ispirava maggiore fiducia, accettando di sottoporsi totalmente al suo verdetto.


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2.1.1 Primi accenni di una economia associativa2.4 Sfera culturale o spirituale
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