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Una visione d'insieme



2.1 Sfera economica

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L'organismo sociale kepleriano coincide quasi completamente con il dominio economico, e non potrebbe essere altrimenti, se si considera che le condizioni di partenza della comunità hanno richiesto innanzitutto il soddisfacimento delle necessità materiali più essenziali dei suoi appartenenti. A tale dominio spetta infatti il compito di soddisfare i bisogni umani, ovvero di occuparsi della produzione, della circolazione e del consumo delle merci. Su Kepler 2b la funzione economica - sicuramente più per necessità che per scelta - non è soggetta a dinamiche e processi che ne alterino il ruolo sociale. Ad esempio, nella comunità non esiste la possibilità di speculare, poiché non esiste una moneta (sul pianeta, è chiaro, vige il puro baratto delle merci), non ci sono bisogni fittizi indotti da ossessive campagne di marketing, non ci sono scelte economiche pilotate da una politica a sua volta espressione di poteri forti e lobby occulte ecc. Naturalmente, tornando sulla Terra nessuno penserebbe di continuare ad applicare il sistema del baratto, ma nelle condizioni che si sono venute a creare, l'organizzazione economica, ricondotta in un certo qual modo al suo compito originario, adempie efficacemente al proprio mandato, e tutti i componenti della comunità la percepiscono nei suoi effetti come realmente sana ed equa.

baratto

Un altro elemento essenziale da sottolineare è come la comunità non abbia mancato di impostare la sua organizzazione produttiva sulla divisione del lavoro. Su di essa si possono certamente avere opinioni diverse, ma che cosa sarebbe accaduto se ciascuno dei "naufraghi" avesse provveduto a soddisfare autonomamente i propri bisogni? è facile immaginare le conseguenze per la comunità se ciascuno si fosse preoccupato solamente delle proprie necessità, tagliando la propria legna, coltivando il proprio appezzamento di terreno, organizzando in autonomia i trasporti o confezionandosi i propri vestiti. La suddivisione del lavoro indotta dai processi produttivi e organizzativi moderni specializza in alto grado il lavoratore e consente di soddisfare una specifica necessità in modo efficiente ed ottimizzato: ad esempio, nel nostro caso, relativamente pochi uomini sono stati in grado di coprire le necessità alimentari di tutta la comunità.

Nell'organismo sociale la divisione del lavoro rappresenta innegabilmente una base obiettiva sulla quale fondare un'autentica fraternità fra gli uomini. Potrà sembrare strano, eppure su questo aspetto i kepleriani non hanno davvero dubbi: essi lo possono sperimentare concretamente quando, riscaldati dalla legna tagliata dai boscaioli, si nutrono del cibo preparato da mani esperte con gli alimenti ottenuti grazie al lavoro dei coltivatori e reso disponibile dai trasportatori. Se però la divisione del lavoro consente di migliorare sensibilmente le performance produttive della sfera economica, allo stesso tempo essa introduce il germe di potenziali squilibri nel complesso dell'organismo sociale qualora essi non vengano neutralizzati da opportuni processi e istituzioni. Fra gli effetti collaterali della divisione del lavoro, aventi in genere una valenza sia economica che sociale, i più rilevanti sono:

  • crisi motivazionale: la ripetizione prolungata di un "quanto di lavoro" circoscritto e totalmente disconnesso da una visione complessiva della propria funzione nel tutto, produce scarsa motivazione nel lavoratore. Da qui frustrazione, assenteismo e una sorda, diffusa sofferenza sociale
  • una crescente specializzazione del lavoratore aumenta la fragilità del sistema economico che lo impiega: tanto più un lavoratore si specializza attraverso la crescita "verticale" delle sue competenze, tanto maggiore è il rischio che una improvvisa perturbazione nella sfera economica possa modificare radicalmente le condizioni che garantiscono a tanta "verticalità" di sussistere stabilmente. Con una immagine: un fortunale può avere effetti devastanti su una foresta montana di abeti slanciati ma dalle radici poco sviluppate

Tali effetti collaterali, tuttavia, non possono manifestarsi nella piccola comunità kepleriana. è ovvio che date le circostanze estreme in cui essa si trova, tutti i lavoratori, nessuno escluso, si sentono spinti a fornire prestazioni eccezionali, poiché non c'è motivazione migliore di quella posta dall'incertezza della propria sopravvivenza fisica! Ma non si tratta solo di questo. Ciascun componente della comunità sa infatti esattamente che cosa viene a lui richiesto e che significato ha il suo contributo per l'intera compagine sociale. E, come abbiamo visto in precedenza, non appena si sono verificati dei repentini cambiamenti nella sfera economica, in modo altrettanto repentino si è provveduto ad una riconversione di un certo numero di lavoratori, che sono passati da un settore produttivo ad un altro. In sostanza, gli svantaggi legati alla divisione del lavoro vengono neutralizzati dai gruppi di lavoro, dal modo in cui essi interagiscono tra di loro e dalla conoscenza che tutti i lavoratori hanno del proprio ruolo e del suo significato per l'intera comunità. Della mancanza di moneta nell'economia del pianeta si è già detto. Non esistendo alcuna moneta, non esiste nemmeno il cosiddetto mercato del lavoro, e non si pone quindi neppure il problema della commensurabilità dei frutti delle prestazioni lavorative di ciascuno. Nella comunità vige la suddivisione equa di quanto viene prodotto, e ognuno riceve ciò che gli è necessario per vivere, indipendentemente dalla quantità di lavoro fornito. Per quest'ultimo, d'altronde, non esiste il pericolo che possa diventare scarso: come già accennato, i lavoratori di Kepler 2b sono mossi da una profonda motivazione e le loro prestazioni sono sempre eccezionali. In essi, per il modo in cui sono inseriti nel dominio economico, si sviluppa un sentimento raramente provato sulla Terra. Esso emerge da ciò che si potrebbe esprimere pressappoco cosí: "Svolgo un'attività che contribuisce alla realizzazione di qualcosa di utile all'interno dell'organismo sociale, e per quanto fatto ricevo ciò che è necessario per il sostentamento mio e di chi da me dipende".

Per quanto poche siano le merci prodotte su Kepler 2b, esse vengono tuttavia equamente ripartite fra i componenti della comunità secondo i loro bisogni. Il fatto di ricevere "poco" ma "ugualmente" non deve però in alcun modo indurre a pensare che si sia cercato banalmente di resuscitare un modello economico di tipo comunista o collettivista. Sul pianeta non si ha infatti un'economia pianificata controllata centralmente da burocrati di partito. E il fatto che a guidare i gruppi di lavoro siano determinate persone e non altre, non è il risultato di qualche forma di discriminazione classista attuata da coloro che già sulla Terra si trovavano in posizioni sociali particolarmente elevate. Gli abitanti di Kepler 2b si conoscono tra di loro. E hanno potuto sperimentare concretamente come gli uomini siano del tutto diversi per quanto riguarda talenti e attitudini.

L'uguaglianza pertiene ad un altro dominio che non quello economico. è innegabile, c'è chi ha determinate capacità e chi no. Su Kepler 2b sono arrivati in posizione "dirigenziale" solo coloro che sono dotati dei necessari requisiti. Il fatto che essi fossero o no uomini facoltosi sulla Terra è irrilevante. Chi sulla Terra era ricco ma solamente in virtù delle proprie rendite e non delle proprie capacità, su Kepler 2b non svolge una funzione dirigenziale ma esecutiva. In una organizzazione del genere sono destinati a posizioni chiave solamente coloro i quali sono dotati delle necessarie qualità spirituali in modo evidente ed incontestabile. L'abitante di Kepler 2b riconosce chiaramente che se la comunità non è perita, si deve in buona misura a coloro che sono stati capaci di intuire come impiegare al meglio le risorse disponibili per raggiungere l'obiettivo sopravvivenza. Sperimenta in modo altrettanto chiaro con quanta coscienziosità i responsabili dei vari gruppi adempiono al loro compito. In realtà diventa evidente per tutti come l'uomo viva - ovvero possa soddisfare le proprie necessità - grazie ai talenti dei suoi simili, ed è del tutto secondario che in genere ci si procuri i loro frutti per mezzo del denaro. Su Kepler 2b ci potrebbero anche essere le più grandi ricchezze a portata di mano, ma esse sarebbero del tutto inutili se gli abitanti non avessero i talenti e le attitudini che effettivamente hanno: senza di esse è evidente che la comunità sarebbe irrimediabilmente destinata a perire. Ciò che su Kepler 2b impedisce alle posizioni dirigenziali di sviluppare comportamenti dannosi per l'organismo sociale, è dovuto principalmente al fatto che sul pianeta manca il denaro. Senza di esso, viene meno la possibilità di accumulare indefinitamente i proventi della propria attività, cosí come esercitare forme di sfruttamento nei confronti dei collaboratori.

A tal proposito vale la pena rilevare che la ricchezza che si produce su Kepler 2b è sempre qualcosa di tangibile, essendo legata a reali beni prodotti che hanno tutti la loro prima scaturigine dal fondamento di natura. Si noti anche come di fatto l'economia kepleriana adempia al proprio compito pur non incorporando in sé il concetto di profitto cosí come lo conosciamo sulla Terra.


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2. Un momento di riflessione2.1.1 Primi accenni di una economia associativa
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