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Una visione d'insieme



1. Introduzione

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Fornire una visione d'insieme della Tripartizione dell'organismo sociale non è un compito facile. Almeno per due ordini di motivi.

Il primo si lega al fatto che Rudolf Steiner, l'ideatore di tale forma sociale, non ci ha lasciato moltissimi scritti sull'argomento. Egli affrontò la questione sociale da un punto di vista scientifico-spirituale pubblicando un primo articolo sulla rivista Luzifer-Gnosis nel 1907 ("Scienza dello Spirito e problema sociale" - OO 34). L'articolo chiudeva con l'intenzione dell'autore di "ritornare presto" sull'argomento, ma di fatto non ci fu alcun seguito non avendo suscitato il tema alcun interesse né fra i lettori né fra gli stessi discepoli dello Steiner. Quest'ultimo tornerà ad occuparsi della questione sociale soltanto nel 1917 quando alcuni conoscenti lo misero in contatto con altissimi funzionari del Reich Tedesco e dell'Impero austro-ungarico per i quali redasse "I memorandum del 1917". Le tesi in essi esposte, una primissima enunciazione dei principi della Tripartizione, avrebbero potuto consentire agli Imperi centrali di contrapporre un impulso sociale ben definito all'astratto principio di autodeterminazione dei popoli propugnato dall'Entente. L'iniziativa purtroppo naufragò e fu solo dopo la fine della Prima guerra mondiale che furono scritti i testi fondamentali della Tripartizione per la quale finalmente si produsse un certo interesse anche a causa delle terribili condizioni economiche e sociali createsi nell'Europa centrale del primo dopoguerra. Si parla comunque di un numero relativamente esiguo di pubblicazioni, per cui mancherebbero quegli innumerevoli punti di vista con cui Steiner è solito caratterizzare gli argomenti trattati nelle altre sue opere. A causa di ciò, taluni non mancano di far rilevare come nell'elaborazione steineriana ci sarebbero delle contraddizioni che hanno portato alla comparsa ad oggi di diverse correnti interpretative all'interno del movimento stesso della Tripartizione.

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Il secondo si lega invece alla natura particolare dell'oggetto di cui si occupa la Tripartizione ovvero l'organismo sociale. Quest'ultimo è un organismo vivente a tutti gli effetti e in quanto tale non può essere approcciato applicando il metodo scientifico in modo meramente quantitativo come fanno le scienze sociali ordinarie. Esse studiano i fenomeni umani come se fossero fenomeni naturali per preservare il carattere di oggettività delle loro indagini. In questo modo però non si avvedono che le leggi ricavate non sono altro che la fotografia in un dato istante di quell'insieme di regole che gli appartenenti all'organismo sociale hanno, più o meno volontariamente, deciso di seguire. Non si rileva cioè che tali "leggi" dell'organismo sociale non sono leggi di natura, sono leggi date da uomini e da essi possono venir modificate. E' essenziale quindi cogliere le leggi del vivente e realizzare istituzioni e strutture che vi si conformino. Alla Tripartizione si rimprovera spesso la mancanza di esempi e di dettagli per supportare la comprensione dei punti più delicati del suo impianto concettuale. Paradossalmente questa "mancanza" è, in realtà, proprio una conseguenza del suo adeguarsi alla natura vivente del sociale. Scendere nei particolari e fornire accurate descrizioni di istituzioni e processi futuri, è considerato da Steiner tipico della mentalità moderna votata all'astrazione e prona a rappresentazioni utopiche. Questo ovviamente non significa che non è possibile entrare nei dettagli e produrre esempi riguardo alla Tripartizione; significa solamente che bisogna fare attenzione al momento in cui è necessario "arrestarsi" al fine di evitare di cadere in vuote elucubrazioni.

Tenendo conto di quanto appena esposto, si cercherà nel prosieguo di fornire - per quanto possibile - una visione d'insieme della Tripartizione preferendo ad una trattazione schematica dei suoi fondamenti una esposizione di tipo immaginativo. L'organismo sociale verrà quindi inizialmente assunto in una forma estremamente semplificata per meglio metterne in evidenza la peculiare natura e come in considerazione di essa debbano prender forma sane istituzioni sociali. Come un triangolo equilatero è tale indipendentemente dalle dimensioni esteriori - a ciò valendo solo i rapporti relativi tra lati ed angoli - allo stesso modo, in un organismo sociale estremamente semplificato dovrebbe esser più facile osservare i fattori sociali essenziali, i loro reciproci rapporti e le relazioni con le istituzioni. Si potrà successivamente "complicare" il modello e osservare come i concetti inizialmente elaborati debbano metamorfosarsi per rimanere coerenti a sé stessi mentre si adattano alle mutate condizioni e all'aumentato perimetro sociale. Inoltre, ogniqualvolta se ne presenti la necessità, sarà sempre possibile riferirsi al modello semplificato per intuirvi le soluzioni che appaiono difficili da individuare in quello complesso. Infine sottolineiamo come sia di fondamentale importanza accompagnare l'emersione delle forme tripartite nella sfera del pensiero con lo sviluppo di un determinato sentire "sociale" come verrà a suo tempo evidenziato.

Non rimane quindi che armarsi di fantasia creativa ed immedesimarsi nelle situazioni che andremo a descrivere.


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1. Introduzione1.1 Un modello sociale semplificato
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