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Shaping Globalization Civil Society, Cultural Power and Threefolding



Prefazione

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Alla fine del XX secolo la notizia di un avvenimento epocale fece rapidamente il giro del mondo. I mass media diffusero globalmente a centinaia di milioni di ascoltatori e lettori le drammatiche notizie riguardanti un'insolita contrapposizione. Alcuni si resero immediatamente conto che si era in presenza di un terremoto sociale e globale del più elevato magnitudo. Altri invece realizzarono solo gradualmente il fatto che le fondamenta della vita sociale a livello planetario avevano subìto un deciso scossone. Successivamente importanti manifestazioni, nazionali ed internazionali, avrebbero reso omaggio all'evento proponendo visioni, programmi e attività ad esso ispirati [1] . Questo storico evento, ora conosciuto come la "Battaglia di Seattle", rappresenta una continua spina nel fianco per coloro che si sono resi responsabili della più potente versione della modernità materialistica che si sia mai vista sul nostro pianeta.

I partecipanti al summit della World Trade Organization (WTO) erano giunti a Seattle confidenti e boriosi, ma con loro arrivarono anche 50000 dimostranti provenienti da tutto il mondo e dai più disparati percorsi di vita, pronti ad opporre un'articolata e ben organizzata resistenza. All'approssimarsi dei momenti conclusivi dell'ultima giornata del summit, mentre i leader economici di 135 paesi cercavano disperatamente ed invano di mettere a punto un nuovo accordo commerciale, una lezione memorabile era stata impressa nella psiche dei partecipanti alla battaglia e dei giornalisti che avevano dato copertura all'evento.

La lezione era la seguente: i destini del mondo non sarebbero più stati determinati da una lotta bipolare di potere tra il settore privato e delle imprese [2] (con particolare riferimento alle grandi corporazioni transnazionali) ed i governi degli stati nazionali. Il WTO aveva fedelmente rispecchiato questa struttura di potere bipolare; ora una terza forza globale era emersa con forza elementare a contrastare il monopolio degli altri due poteri (economico e politico) sui destini del pianeta. Questa terza forza era la società civile globale.

A Seattle la società civile globale ha contrapposto valori e principi culturali, usando il potere stesso della cultura, alla mera ricerca di profitti e potere economico informanti i comportamenti di molti attori del settore privato, nonché alle tendenze volte al controllo ed al potere politico della maggior parte delle agenzie governative. Quanto emerse dagli incontri del WTO fu dunque segnato in qualche modo dalla difesa da parte della società civile di quei valori fondamentali come libertà, giustizia, democrazia, rispetto per la natura, spitirualità, fair trade e diritti umani (specialmente quelli delle popolazioni indigene e delle minoranze).

La battaglia di Seattle è l'ultima e più prominente espressione di una lotta globale in pieno svolgimento che è divenuta sempre più visibile nel corso degli ultimi anni. La battaglia di Seattle riguardava la globalizzazione ad i poteri globali che si stanno fronteggiando per darle forma e impronta. I risultati di questa lotta risulteranno determinanti per il modo in cui la globalizzazione si svilupperà sulla Terra nei decenni a venire del XXI secolo.

Sinopsi

Il libro ha una sinopsi che si sviluppa come segue:

Una versione patologica di sviluppo globale, conosciuta come globalizzazione "corporate" o di "elite", sta portando indicibile miseria nella vita di miliardi di persone distruggendo al contempo le risorse ambientali del pianeta.

Onde resistere a questo assalto, milioni di persone in tutto il mondo si stanno autorganizzando; finalmente la società civile globale sta emergendo con un successo tale da farla annoverare fra le tre maggiori forze nel mondo assieme alle imprese ed ai governi.

Però, come accade a tutti gli eroi impegnati in un'importante cerca, la società civile si trova a dover affrontare molte prove e tribolazioni. Le debolezze interne al movimento cominciano ad affliggerne le fila. La strada che porta verso determinati obiettivi inizia ad essere disseminata da ostacoli derivanti da dibattiti interni riguardo natura, tattiche e strategie. A tutta prima risulta difficile discernere di cosa si tratti o prevedere a cosa porterà tutto questo.

In seguito, improvvisamente, nel bel mezzo della turbolenza comincia a farsi strada una maggiore chiarezza. La società civile capisce che la società nel suo complesso si compone di tre settori: economico, politico e culturale. Realizza inoltre di appartenere al settore culturale nella medesima e naturale maniera in cui le aziende appartengono a quello economico e i governi a quello politico, e di poter esercitare un potere culturale per raggiungere i suoi scopi nello stesso efficace modo con cui i governi esercitano quello politico e le aziende quello economico per raggiungere i rispettivi obiettivi.

Questa nuova autocoscienza porta la società civile a compiere diverse eccitanti scoperte, come quella di essere parte di una rivoluzione culturale di massa che sta prendendo piede in tutto il mondo; una rivoluzione che coinvolge decine di milioni di cosidetti "cultural creatives", ossia individui che stanno sfidando gli assunti materialistici ed edonistici su cui si fonda la globalizzazione d'elite. La società civile viene a scoprire inoltre un processo trasformativo, recante in sé in potenza la facoltà di convertire la globalizzazione d'elite in un processo di sviluppo sostenibile. Questo processo prende il nome di tripartizione. Con la tripartizione i tre principali poteri mondiali di economia, governo e società civile mobilitano le loro singole prospettive economiche, politiche e culturali, i talenti e le risorse in maniera tale da creare un modello di globalizzazione di gran lunga differente e più giovevole. La società civile scopre altresi che le sue controparti nelle Filippine hanno già avviato un promettente tentativo di tripartizione a livello nazionale; uno sforzo espresso e prospettato in un documento chiamato Philippine Agenda 21.

Naturalmente la società civile incontra sempre maggiori sfide lungo la via. I "repulsivisti" in seno ad essa non volgiono avere niente a che fare con le imprese ed i governi. Gli "attivisti critici" devono discernere se le "tri-sector partnership" offerte da imprese e governi siano opportunità di rinnovamento oppure trappole cooptative. Le Nazioni Unite, la Banca Mondiale ed altre organizzazioni simili stanno promuovendo iniziative per affrontare la povertà ed altre questioni sociali utilizzando approcci di "tri-sector partnership". La società civile deve vagliare tali proposte una per una.

Il nostro pianeta soccomberà alle forze della globalizzazione d'elite andando verso la tragica "fine della storia"? Oppure la società civile supererà le sue prove eroiche divenendo il cerimoniere dell'inizio di una eccitante nuova storia?

La vicenda termina per ora con queste due questioni. Non può andare piu avanti di così. La risposta dipende da liberi atti di perspicacia, perseveranza e coraggio degli individui, compresi i lettori di questo libro.

Un nuovo mondo, un nuovo linguaggio

I lettori vengono portati direttamente a contatto con il nuovo mondo tripolare abitato da tre poteri globali. Questo nuovo mondo utilizza un linguaggio lievemente diverso accanto ed in aggiunta a quello del mondo convenzionale. Conseguentemente, per raccontarne la storia e per aiutare i lettori a comprendere questo nuovo mondo, il libro fa uso di termini relativamente nuovi come potere culturale, riflessività, istituzionalizzazione, tripartizione, tri-sector partnerships e via dicendo. Ad ogni modo ognuno di questi nuovi termini viene spiegato in dettaglio nel corso dei vari capitoli.

L'esposizione del nuovo linguaggio del mondo tripolare ha immediatamente inizio nel Capitolo 1, che si occupa in maniera dettagliata della tripartizione, l'idea centrale del libro.

La rilevanza del libro

Ho scritto questo libro nella speranza che possa contribuire a gettare luce sui correnti processi sociali globali in una maniera che sia in grado di aiutare individui ed istituzioni a trasformare la globalizzazione in un processo di sviluppo inclusivo e sostenibile, volto alla creazione di un pianeta milgiore.

Per testare la rilevanza di tali tematiche è stata pubblicata lo scorso anno in maniera semi-formale una versione ridotta del libro

La risposta è stata incredibilmente positiva. In meno di un anno dalla pubblicazione della versione ridotta ho avuto incontri con oltre 2000 persone da molte parti d'Europa, U.S.A., America Latina, Asia ed Australia. Sono state loro ad incoraggiarmi nel proporre queste idee ad un pubblico più vasto attraverso la pubblicazione formale del presente lavoro.

Nel Capitolo 15 viene analizzato il Millennium Summit delle Nazioni Unite (tenutosi tra il 6 e l'8 settembre del 2000), un evento dimostrativo dell'estrema rilevanza di molte delle questioni chiave del libro, ivi incluse la natura della società civile, il suo potere culturale e l'importanza della tripartizione [3]. L'evento esemplifica come i poteri globali stiano iniziando a confrontarsi con la vibrante presenza della società civile. Il Summit ha messo in evidenza inoltre le ragioni per cui le differenti prospettive presenti nell'ambito della società civile necessitano di essere armonizzate, poiché tali prospettive implicano conseguenze tattiche e strategiche che si esplicano fuori, nel mondo reale.

Invito al dialogo

Ho speso molti anni della mia vita occupandomi della natura della società civile e della tripartizione. Fortunatamente non sono stato il solo a farlo. Ho avuto l'opportunità di testare i vari concetti e pensieri a riguardo con alcuni amici che sono al contempo leader della società civile globale. Ho inoltre avuto modo di poter accedere ad una vasta letteratura riguardante la società civile e la tripartizione.

Un'agenda particolarmente fitta mi impedisce di dare completa esposizione della mia esperienza in materia nell'ambito dei confini del presente lavoro. Quindi il libro non intende porsi come esaustivo riguardo all'argomento in questione. Non si tratta neppure di un erudito lavoro di meticolosa documentazione sui vari movimenti e sulle loro radici e fonti. Piuttosto il libro è un trattato che si propone di esporre una certa prospettiva sulla società civile e sugli sviluppi globali in modo da stimolare ulteriori riflessioni, discussioni e dibattiti.

I commenti di qualsiasi tipo, positivi o negativi che siano, saranno molto apprezzati. Alla fine del libro è presente una bibliografia per coloro che vogliano approfondire i vari argomenti affrontati.

Suggerimenti per lettori indaffarati

Ho alcuni suggerimenti per coloro che non avessero il tempo di leggere interamente il libro. I Capitoli 1, 2 e 3 formano un corpo organico e forniscono una visione d'insieme sul libro e sui principali argomenti trattati. Asserzioni fatte in questi primi capitoli e che potrebbero apparire stravaganti sono supportate da ulteriori disamine e riferimenti nei capitoli seguenti. Nel Capitolo 1 è esposta la struttura della tripartizione che sottende l'intero libro. Il Capitolo 2 fornisce una sorta di "riepilogo del progetto" evidenziando i punti essenziali del libro; riepilogo che viene poi riarticolato nel Capitolo 3 ma questa volta da una prospettiva derivante dalla Battaglia di Seattle.

Successivamente il lettore potrebbe passare direttamente al Capitolo 8, nel quale i temi chiave sono esposti alla luce degli sviluppi post-Seattle. Qui le divisioni in essere tra società civile, imprese e governi sono discusse in relazione alla tripartizione ed alla ricerca di sviluppi autenticamente sostenibili. Il Capitolo 9, "La natura culturale della società civile", insieme ai Capitoli 10, 11 e 12, formano in vario modo il cuore del libro. Il Capitolo 12 in particolare approfondisce e rinforza quanto espresso nel Capitolo 9. Altrimenti il lettore potrebbe passare direttamente al Capitolo 13, che descrive le ragioni storiche che rendono necessaria la tripartizione e sviluppa le ragioni che le conferiscono importanza. Nel Capitolo 14, "L'esempio della Philippine Agenda 21" viene mostrato come la tripartizione cosciente sta cominciando ad essere implementata nelle Filippine; questo Capitolo fornisce una importante base per sviluppare la capacità di discernere tra l'autentica tripartizione ed altri "entry points" ad essa relativi, incluse le tri-sector partnerships (Capitoli 15 e 16), che potrebbero portare ad una distorsione della tripartizione e ad una conseguente cooptazione della società civile da parte dei poteri elitari. Ricapitolando, i lettori interessati dovrebbero probabilmente leggere, come minimo, la presente Prefazione, i primi tre capitoli e quelli dal 9 al 14. Il resto può essere affrontato quando il tempo lo permette. Coloro che fossero interessati ad una analisi recente sulla società civile globale potrebbero profiquamente leggere i Capitoli 6 e 8, che affrontano in dettaglio l'emergere della società civile come forza globale.

Considerazioni finali

Io spero che i miei colleghi della società civile trovino, pur tra mille urgenti impellenze, il tempo per qualche riflessione volta a rendere più strategiche ed efficaci le nostre azioni. E spero altresì che il libro possa introdurre nelle imprese e nelle strutture governative potenziali alleati strategici per la società civile, la sua natura ed i suoi compiti. Attraverso una mutua comprensione, le tre istituzioni chiave della società civile, dei governi e delle imprese, possono bypassare, laddove sia necessario ed appropriato, le attuali modalità conflittuali ed iniziare ad assumersiu il rischio di un lavoro collaborativo basato su principi chiari ed integrità impeccabile. Una partnership etica e tripartita che evolvesse verso una cosciente tripartizione potrebbe dare avvio ad una trasformazione delle forze della globalizzazione d'elite in forze capaci di far avanzare uno sviluppo sostenibile reale e veramente inclusivo in tutto il pianeta.


Nicanor Perlas agosto 2000
Metro Manila, Philippines

(traduzione di Daniel)


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3. Messaggio del Dott. Ernst Ulrich von Weizsäcker5. Capitolo I
Indice

Note:

[1] Si vedano a tal proposito, a titolo esemplificativo, gli atti dei lavori del World Economic Forum tenutosi lo scorso mese di gennaio a Davos, Svizzera, delle riunioni delle Nazioni Unite, della Banca Mondiale e del Fondo Monetaro Internazionale. I dati sono facilmente accessibili tramite internet.

[2] I termini "settore privato" e "imprese", sono utilizzati in maniera interscambiabile nel corso della trattazione. Corporation transnazionali (TNCs), piccole e medie imprese, partnership e imprese individuali fanno tutte parte del settore privato.

[3] Si rimanda ai capitoli 1 e 13 per una più approfondita discussione in merito alla tripartizione.