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Libera scuola



La terza struttura dell'organismo sociale è costituita dalla sfera culturale (detta anche sfera intellettuale, spirituale o anche società civile):

Come terza struttura che, altrettanto autonoma, deve porsi accanto alle altre due, si ha da comprendere nell'organismo sociale quel che riguarda la vita spirituale; o per dire più esattamante [...] tutto quel che poggia sulle doti naturali del singolo individuo umano, e che deve entrare nell'organismo sociale sulle basi di tali sue facoltà naturali, sia spirituali, sia fisiche. [...]. Questo campo abbraccia tutto, dalle più elevate aspirazioni spirituali a quel che, nell'opera dell'uomo, deriva dalla migliore o peggiore sua capacità fisica per prestazioni utili all'organismo sociale. [1]

E' fondamentale che ciò che proviene da questa struttura possa inserirsi nell'organismo sociale senza subire alcuna influenza o condizionamento provenienti dalla vita economica o statale contando unicamente sulla libera comprensione umana e su ciò che deriva dalle capacità individuali. Questa esigenza porta necessariamente a far uscire educazione e insegnamento dall'orbita statale eliminando altresì i condizionamenti provenienti dall'ambito economico. Diverse obiezioni possono sorgere contro questa necessità. E' opportuno innanzitutto non confondere "pubblico" con "accessibile": non può essere un argomento a favore della scuola di Stato il fatto che essa debba essere tale solo per assicurare il libero accesso all'istruzione. Infatti nell'organismo sociale tripartito, dalla sfera del diritto, verrebbero emanate le direttive che stabiliscono le modalità di accesso per tutti ad una scuola autonoma ed indipendente e la sfera economica dovrà porre in atto i provvedimenti necessari per garantirlo.

Nella vita spirituale possiamo distinguere un aspetto personale e un altro rivolto verso l'organismo sociale ovvero ciò che uno può fare per quest'ultimo. Nel primo caso si tratta di una questione assolutamente privata ed individuale, nel secondo invece chi opera in questo campo potrà vivere della propria attività in base al riconoscimento di chi ritiene che essa abbia un effettivo valore e sia un bene per l'organismo sociale. Se così non fosse, chi opera creativamente in questa sfera dovrà necessariamente spostarsi nel campo delle attività economiche o giuridiche per trovarvi il proprio sostentamento.

Non solo la produzione, ma anche l'accoglienza della vita spirituale da parte dell'umanità, deve avere la sua base nel libero bisogno dell'anima. Insegnanti, artisti e simili che nella loro posizione sociale siano soltanto in relazione con una legislazione e con un'amministrazione sorgenti dalla stessa vita spirituale, che siano sostenuti soltanto dagli impulsi derivanti dalla medesima, per la qualità della loro attività potrano sviluppare la ricettività per le loro prestazioni in persone le quali verranno preservate dal dover unicamente soggiacere alla costrizione del lavoro, e dal diritto, dallo Stato politico reso autonomo, avranno quei riposi che svegliano la comprensione dei beni spirituali. [2]

Ovvero lo Stato politico non solo non deve ingerirsi nella vita spirituale stabilendo i contenuti dello studio ma nemmeno stabilire obblighi formali di frequenza della scuola perlomeno non per i gradi superiori d'istruzione. L'apprendimento deve sorgere come manifestazione di un libero impulso interiore altrimenti non ha valore. Se ciò può sembrare eccessivo e dannoso si valutino soltanto gli effetti dell'istruzione moderna: gli studenti ricevono un insegnamento confezionato sulle necessità dello Stato o dell'economia ed esso viene ricevuto senza alcuna partecipazione interiore, solamente per ottenere quel "pezzo di carta" senza il quale non è possibile farsi accettare dal sistema. A quanti studenti la scuola oggi lascia un vivo desiderio di conoscere e apprendere anche dopo aver terminato di frequentarla? Quanti di essi diventano persone veramente adatte alle vita e portatrici di sani impulsi sociali? Certe forme di degrado sociale giovanile come ad esempio bullismo e teppismo non sono altro che il segno esteriore del fatto che l'educazione non penetra nell'interiorità dei giovani. Una situazione analoga era stata rilevata da Rudolf Steiner a proposito delle classi operaie:

Fra le classi dirigenti le forze spirituali si sono organizzate in modo da relegare in maniera antisociale i risultati di queste forze in certi ambienti dell'umanità. Ciò che si è prodotto entro questi ambienti si poteva portarlo entro il mondo proletario solo in modo artificiale. Così l'umanità proletaria non potè attingere da quella vita spirituale alcuna forza a sostegno dell'anima, perchè essa non partecipava realmente alla vita di quel patrimonio spirituale. Istituzioni per l'"istruzione popolare", per l'"educazione del popolo al godimento artistico", e simili, non sono in verità mezzi per far partecipare i popolo ai beni della cultura, finchè questa conserva il carattere che ha assunto nei tempi moderni. Infatti il "popolo" non è inserito nella vita di questo bene spirituale con l'intima partecipazione del suo essere umano. In certo modo gli viene solo data la possibilità di guardarvi come da un punto di vista che ne sta al di fuori.[3]

Senza intima partecipazione dell'anima, la vita culturale si trasforma in un falso, nella ricerca edonistica di un piacere sottile ovvero in una forma raffinata di benessere materialistico:

Si può vedere come oggi molti sentano una specie di "nobiltà interiore" nel salire nel mondo delle nuvole, a fantasticare, sia pure scolasticamente, su ogni genere di problemi etico-religiosi, nel cercare la maniera in cui l'uomo possa acquistare le virtù e il giusto comportamento amorevole verso i suoi simili, e ricevere la grazia di una "vita interiore". Ma poi si vede anche la loro impotenza a trovare il passaggio da quello che la gente chiama buono, amorevole, benevolo, giusto e morale, a ciò che circonda quotidianamente l'uomo nella realtà esterna, vale a dire l'azione del capitale, i salari, il consumo, la produzione e la circolazione delle merci, il credito e le operazioni di borsa.[...] non basta che gli uomini si occupino dello spirito in una corrente laterale della vita. E' inoltre necessario che l'esistenza quotidiana divenga conforme allo spirito.[4]

La necessità di una sfera culturale autonoma ed indipendente all'interno dell'organismo sociale, è fondamentale se questo organismo deve potersi mantenere sano. Si considerari, ad esempio, sulla base di quali stimoli l'uomo debba esser spinto a fornire la propria prestazione lavorativa dal momento che, come si è detto, bisogna eliminare il guadagno egoistico che provoca lo stimolo al lavoro nella sfera economica odierna. A tal proposito è opportuno non farsi illusioni ovvero immaginare che una generica consapevolezza di "lavorare per la comunità" possa costituire di per sè uno stimolo valido: i passati regimi comunisti hanno fornito ampie conferme sull'inutilità di questi "stimoli". Che sia così lo si deve al fatto che è una necessità del nostro tempo che sempre più uomini desiderino lavorare non per una costrizione economica ma per poter realizzare un senso di appagamento consono alla dignità umana. La sfera economica da sola non è in grado di produrre tali stimoli poichè essi devono provenire dall'esterno, da una sfera spirituale autonoma appunto che coltivi l'interesse per il lavoro altrui e il significato che esso ha nel complesso della comunità umana. Coltivare tale dedizione all'interno dell'organismo sociale deve essere un compito fondamentale della scuola e dell'educazione e la sua importanza non è inferiore all'insegnare a leggere, scrivere e far di conto:

Nella libera vita spirituale [la tripartizione] vuol creare le basi che possano sostituire lo stimolo derivante dal guadagno personale. Solo in una vita spirituale libera può nascere un tale amore per l'ordinamento sociale umano, quale l'ha un artista per la creazione delle sue opere. Se invece non si vuol prendere in considerazione la possibilità di coltivare in una libera vita spirituale un tale amore, allora si rinunci addirittura allo sforzo di riorganizzare l'assetto sociale.[5]


Articoli e saggi su libera scuola


2014

 Ernest Angeli (2014) 

2011

 Nicola Sartini (2012) 
 Nicola Sartini (2012) 
 Nicola Sartini (2012) 



  1. ^ Rudolf Steiner - "I punti essenziali della questione sociale" Editrice Antroposofica Milano - 1980   pag. 49 e 62
  2. ^ Ibid. pag. 65
  3. ^ Ibid. pag. 74
  4. ^ Ibid. pag. 78-79
  5. ^ Ibid. pag. 153